Road to Tokyo: Claudio Stecchi

Dopo una stagione ricca di soddisfazioni, con il personale di 5,82 ottenuto nell'ultima gara, l'azzurro specialista nel salto con l'asta ha iniziato la sua corsa verso Tokio sotto il sole della Sicilia.

Siracusa, ufficialmente dichiarata dall’UNESCO nel 2005 patrimonio dell’umanità, è una splendida cittadina nel sud-est della Sicilia dove la primavera è di casa anche nei mesi più freddi e bui dell’anno ma, poiché è anche il luogo natale del grande ex campione del mondo di Parigi 2003, Giuseppe Gibilisco, proprio da quest’ultimo è partita l’idea, già dall’anno scorso, di portare a svernare il suo erede agonistico, nonché suo atleta, Claudio Stecchi.

Sentire Claudio, in questi giorni, fa venire molta invidia, specie per chi come me vive al nord, ma sono ovviamente molto felice per lui che, come sempre, ha risposto subito al mio invito di raccontarmi di lui, della sua stagione passata e dell’inizio del suo percorso verso Tokyo.

Ciao Claudio, come stai? Fammi un sintetico bilancio di una stagione finita alla grande, con il personale di 5,82 a Chiari.

Ciao, io sto molto bene e non posso che ritenermi soddisfatto per come è andato questo  2020 così pieno, purtroppo, di problematiche legate alla pandemia.

Peraltro devo dire che sono stato un po’ perseguitato da una serie di problematiche al ginocchio, prima quello destro a inizio anno, e poi in estate quello sinistro che, infine, mi ha impedito di chiudere la stagione al Golden Gala, come mi sarebbe piaciuto.

Nel corso del lockdown di marzo-aprile ti avevo sentito qualche volta e, specie dopo la soppressione di Olimpiadi ed Europei, mi eri apparso un po’ scarico di testa. Questo ha influito successivamente con l’inizio delle gare?

Assolutamente no, è chiaro che i vari annullamenti e la particolare situazione che si era creata in quei mesi avevano un po’ allentato la mia tensione ma poi, appena c’è stata la certezza che ci sarebbero state gare di vario genere, è ritornata la carica di sempre e, ti ripeto, l’unica cosa che mi ha un po’ frenato è stata non essere sempre al 100% della condizione fisica.

Come ti trovi a Siracusa e sino a quando ci rimarrai?

E’ il secondo anno che vengo in Sicilia per stare a casa di Giuseppe, e devo dire che è realmente una meraviglia, tutti i giorni ci sono 20/22 gradi e nelle ore più calde si sta tranquillamente in maglietta.

Tra l’altro sono felice che il mio esempio sia stato seguito anche da altri, come Leonardo Fabbri che è venuto ad allenarsi qui da una settimana, perché trovo sia inutile scegliere dei luoghi all’estero quando l’Italia ha veramente tutto, ed anche location ideali per un atleta che abbia bisogno, in inverno, di un clima più mite.

In ogni caso rimarremo qui ancora una decina di giorni e poi ci trasferiremo a Roma, nel Centro Sportivo Castelporziano delle Fiamme Gialle, che è la nostra abituale sede di allenamento.

Che tipo di programma state facendo adesso?

Devo dirti che, ogni anno che passa, cerco sempre di migliorare la qualità degli allenamenti, facendo sedute molto intense, ma evitando inutili sovraccarichi che possano poi, alla lunga, crearmi problemi fisici.

Stiamo lavorando a 360 gradi, con allenamenti tipici del periodo di carico quali possa essere il fondo, che faccio spesso con la bicicletta, ma ovviamente faccio molta forza, nella palestra della casa di Giuseppe, e poi in pista, tra i vari esercizi di tecnica, due volte alla settimana salto già, cercando di fare una rincorsa non lunga di massimo 10/12 passi. 

Quali sono i tuoi programmi imminenti a livello agonistico, le indoor le farai?

Certamente si, non vedo l’ora di gareggiare anche perché l’ultima gara dell’anno è stata proprio quella del mio personale di 5,82 e sono smanioso di ricominciare.

Per me la competizione rappresenta un’occasione di allenamento e, solo facendola, credo di poter arrivare all’apice della forma.

L’idea è quella di cominciare dalle prime indoor importanti di fine gennaio, cercando di arrivare il più fresco possibile e poi vedremo, strada facendo, considerando che ci sono due appuntamenti importantissimi quali Europei e Mondiali a cui mi piacerebbe partecipare, ad entrambi o anche solo ad uno.

Come sta Giuseppe? Vederlo in pedana che guarda le tue gare è uno spettacolo, nel senso che si vede che soffre e sembra quasi, delle volte, che vorrebbe lui stesso prendere l’asta in mano per saltare.

Lui è un grande, anche da un punto di vista delle motivazioni che riesce a trasmettere. Quest’anno ha sofferto il fatto che io non sia, spesso, riuscito a presentarmi agli appuntamenti agonistici nelle migliori condizioni fisiche, e questo l’ha un po’ frustrato perché sapeva bene quanto avessimo lavorato al meglio, e quali fossero le mie potenzialità.

Dopo Chiari, però, si è molto rasserenato e ovviamente, oltre che per me, sono stato molto felice per lui e per tutto l’impegno e la competenza che ci mette.

Nel ringraziarti e darti appuntamento a dopo le prime gare al coperto, volevo chiederti un pensiero su Mondo Duplantis, perché tu hai la possibilità di guardarlo più vicino di chiunque altro.

Armand è, oggettivamente, un talento spaventoso. Se lo vedi fuori dalla pedana non diresti mai che è l’atleta che è, ma poi, appena prende l’asta in mano, è in grado di fare cose inimmaginabili, con una naturalezza disarmante.

Da un punto di vista umano, poi, è un ragazzo molto semplice, gentile e disponibile con tutti e, infatti, viene molto apprezzato anche per queste sue doti.

Claudio Stecchi (foto archivio)
Claudio Stecchi (foto archivio)
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