Road to Tokyo: Federica Del Buono

Un talento straordinario più forte di ogni sfortuna

Federica Del Buono è una mezzofondista di enorme talento, messasi in evidenza da giovanissima ed esplosa agli Euroindoor di Praga 2015 quando, appena ventenne, seppe ottenere una fantastica medaglia di bronzo nei 1500 metri, gara in cui la vincitrice portava il nome di Sifan Hassan, bicampionessa del mondo a Doha nel 2019, proprio su tale distanza all’aperto ed anche nei 10.000 metri.

Era l’8 di marzo ma, purtroppo, quel bellissimo giorno coincidente con la festa della donna, non fu l’inizio della sfolgorante carriera agonistica che tutti si sarebbero aspettati per Federica ed anzi, per lei, cominciarono una serie di problematiche fisiche che condizionarono pesantemente il suo percorso sportivo.

Riuscì a tornare alle competizioni solo nell’inverno seguente, per disputare qualche corsa campestre e poi, dopo una stagione molto ridotta, il 25 settembre 2016, a neanche 22 anni, Federica dopo aver corso un 800 metri, a Cinisello Balsamo, nel corso della finale oro dei campionati societari, venne inghiottita in un vortice di problemi fisici di ogni genere, che fecero dubitare sulla possibilità di una sua ripresa.

Dopo oltre 3 anni, a fine 2019, il primo improvviso ritorno con un paio di gare in strada, poi due in pista a inizio 2020, una delle quali addirittura in una competizione master, tanta era la voglia di tornare a provare delle sensazioni agonistiche che si stavano rivelando buone, e l’iscrizione ai campionati italiani assoluti indoor, sui 3000 metri, dove partiva da assoluta favorita.

Sembrava l’uscita definitiva dal tunnel e invece, pochi giorni prima della massima competizione nazionale, l’ennesimo problema, un dolore al piede, il tentativo estremo di partecipare alla gara, ma l’inevitabile rinuncia a pochi minuti dall’inizio.

Poi anche l’esplosione della pandemia con il rallentamento degli accertamenti per verificare quale tipo di nuovo infortunio avesse subito e infine, a giugno, l’operazione per risolvere un impingement osteo-fibroso tra l’astragalo e lo scafoide del piede sinistro, quasi certamente l’origine di tutti i problemi accusati nel corso degli anni.

Con l’autunno, la graduale ripresa degli allenamenti e una voglia pazzesca di tornare, che sono molto felice mi possa raccontare direttamente lei.

Ciao Federica credo che qualsiasi tifoso di atletica sia stato infinitamente felice per il tuo rientro agonistico, che però non è stato certo semplice. Speravi di fare una simile stagione indoor?

Ciao e grazie innanzitutto per lo spazio che sempre mi dedichi. Dopo l’intervento di giugno al piede e mille ansie di vario genere perché, ovviamente, quando si riprende si sentono vari tipi di dolori, ho finalmente potuto cominciare ad allenarmi bene da dicembre e nelle previsioni mie e di mia mamma (la sua allenatrice ndr) non vi era l’idea di fare la stagione indoor.

Poi, un po’ alla volta, ho cominciato a provare delle buone sensazioni e mi sono detta che valeva la pena provare a fare qualche gara, ma non credevo sarei andata così avanti.

Cosa intendi?

Avrei dovuto fare solo un paio di gare, ma dopo un primo 1500 metri a fine gennaio e un seguente 800 metri due settimane dopo, ho voluto riprovare l’emozione dei campionati italiani assoluti e già correre una simile manifestazione nazionale, dopo tanti anni, rappresentava per me un grande traguardo che volevo considerare come punto di partenza, anche se consapevole che mi mancavano tanti lavori per poter esprimermi al meglio.

Poi, quel buon secondo posto ottenuto con un miglioramento di tre secondi rispetto al crono dell’esordio (4’16″32 ndr) mi ha convinto che forse poteva anche non finire lì la stagione.

Ho provato allora a chiedere al mio manager, Federico Rosa, se sarebbe stato possibile fare un meeting importante in Europa e così sono andata a Madrid, per il World Athletics Tour Indoor, e l’ennesimo miglioramento (4’13″44 ndr) mi ha definitivamente convinta che, gareggiando ancora, la mia condizione sarebbe ulteriormente cresciuta.

Federica Del Buono (foto European Athletics)
Federica Del Buono (foto European Athletics)
A Torun c’è stato il tuo ritorno a un campionato europeo dopo 6 anni dal bronzo di Praga 2015. Che cosa hai provato e che gara hai fatto?

Veramente un’emozione straordinaria, anche se ho avuto la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, di quanto il livello medio si sia alzato negli ultimi anni.

Io ho fatto la mia corsa, cercando di non farmi intimorire dalle avversarie e credo, alla fine, di avere dato il massimo delle mie possibilità, realizzando il mio personale dell’anno (4’12″79 ndr).

Come è stato il ritorno dalla Polonia?

Un viaggio abbastanza faticoso, e visto che si sono registrati dei casi di positività al Covid tra i partecipanti alla spedizione, ho dovuto fare un periodo di quarantena che mi ha fatto posticipare il ritorno agli allenamenti all’aperto.

Io sto bene, in ogni caso, e nel periodo a casa ho continuato a fare attività usando tutti gli strumenti a mia disposizione, tra i quali il tapis roulant e adesso, da qualche giorno, ho ripreso i miei normali lavori.

L’esperienza agli Euroindoor ha modificato le tue prospettive per questo 2021?

Ho fatto tantissimi sacrifici, negli ultimi anni, per riuscire a tornare a certi livelli agonistici e per poter puntare a degli obiettivi importanti quali certamente sono le Olimpiadi, il sogno di qualunque atleta.

Se a inizio d’anno la strada per Tokyo poteva apparire lontanissima, adesso mi sembra più vicina, ma sicuramente dovrò cercare di conquistarla con tutta la passione e l’impegno che, certamente, ho dentro di me.

Il minimo olimpico è proibitivo, ma c’è anche il ranking e quindi, da maggio proveremo a cercare delle gare in Europa che diano punteggio, per cercare di avvicinare sempre più la distanza che mi separa dal Giappone.

Ovviamente punterai sui 1500 metri, la tua gara. Pensi che correrai anche qualche 800?

Assolutamente si, nel senso che ormai nei 1500, se non hai un certo tipo di finale, rischi di essere travolta per cui dovrò cercare, anche correndo degli 800, di migliorare il mio spunto sulla velocità.

Federica Del Buono (foto Grana/FIDAL)
Federica Del Buono (foto Grana/FIDAL)
A parte l’Atletica quali sono gli altri tuoi interessi, specie a livello di studio nell’ottica di quella che potrà essere la tua professione alla fine della carriera agonistica?

L’anno scorso ho ripreso a studiare iscrivendomi al corso universitario di Scienze Motorie e, anche in funzione del fatto che da oltre un anno ci si può muovere poco a causa del Covid, ho dedicato tantissimo tempo agli studi e ho già dato molti esami.

Sinceramente mi piacerebbe tanto, un giorno, poter allenare e diventare tecnico, possibilmente rimanendo all’interno del Gruppo Sportivo dei Carabinieri di cui faccio parte.

Grazie Federica, complimenti veramente per le emozioni che sei tornata a regalare ai tantissimi tifosi che hai, e grazie anche al Gruppo Sportivo dei Carabinieri che ha autorizzato questa intervista.
Federica Del Buono (foto Colombo/FIDAL)
Federica Del Buono (foto Colombo/FIDAL)
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