Gloria Hooper è una velocista italiana, di origine del Ghana dove sono nati i suoi genitori che si sono trasferiti in Italia nel 1985, prima a Napoli per poi trasferirsi definitivamente nella provincia di Verona dove è nata e cresciuta Gloria, seconda di cinque figli.
Atleta dotata di un grande fisico naturale e di una buona altezza, 1,75, ha iniziato la sua carriera sportiva praticando a lungo la pallavolo e, solo nel giugno 2009 convinta dal tecnico Renzo Chemello, è entrata per la prima volta in un campo di atletica.
Da allora, però, non ha più abbandonato le piste, dedicando sempre più tempo e passione per quella che è diventata la sua professione e che le ha regalato grandi soddisfazioni, quali 2 partecipazioni alle Olimpiadi, 4 ai Mondiali, 3 agli Europei, ma anche 1 ai Mondiali indoor e 2 agli Europei sempre al coperto.
Tutto questo in gare singole, in particolare i 200 metri che sono la sua specialità preferita con un personale di 22″89, ma si esprime bene anche nei 100 metri dove vanta 11″34 quale miglior prestazione e di cui, con la squadra italiana 4×100, è primatista italiana con il crono di 42″90 ottenuto nella semifinale dei mondiali di Doha, che ha regalato alla compagine azzurra l’accesso diretto alle Olimpiadi di Tokyo.
Atleta dalle grandi potenzialità, non è riuscita solamente a trovare quell’acuto che le permettesse di ottenere una finale in una grande manifestazione internazionale a cui ha partecipato in gara individuale, ma ha solo 29 anni compiuti lo scorso 3 marzo e ancora tempo per poter raccogliere tanto dallo sport che ama.
Prima di farci raccontare qualcosa direttamente da lei, ci piace ricordare come poche settimane fa abbia ottenuto, con le sue compagne della 4×100, una fantastica medaglia d’oro nel corso delle World Relays di Chorzow in Polonia e che, attualmente, oltre alla sicura partecipazione alle Olimpiadi con la staffetta, è anche qualificata nei 200 metri per i posti assegnati da World Athletics, tramite lo speciale ranking che definisce le assegnazioni per i giochi a cinque cerchi.
Ciao Gloria e grazie per la disponibilità. Come hai iniziato a fare atletica?
Ho iniziato a fare atletica con la scuola, a suo tempo facevamo i giochi della gioventù, mi divertivo un sacco. Molti non sanno che il mio professore di educazione fisica delle medie era Gianni Ghidini e a suo tempo aveva cercato di convincermi a fare atletica, ma mi piaceva troppo giocare a pallavolo, quindi non l’ho ascoltato.
Solo al liceo, quando avevo oramai 17 anni, dopo aver vinto diverse gare scolastiche mi sono fatta convincere dal mio docente di allora, il professor Cancian, ad allenarmi seriamente con il mio primissimo allenatore Renzo Chemello e il resto è storia.
Ti sei allenata prima in America e adesso nel Regno Unito. Cosa ti hanno insegnato queste esperienze?
Mi si è aperto un mondo, ho avuto l’opportunità di toccare con mano diversi modi di approcciare e concepire l’allenamento.
Mi ha arricchito anche a livello umano, ho avuto modo di conoscere tante persone, vivere culture come quella americana e anglosassone che hanno elementi comuni a quella italiana, ma per certi versi possono essere molto molto differenti.
E altra cosa importante che ho imparato è che sul cibo non ci batte nessuno, con il cibo italiano non c’è storia!
Qual è il ricordo più bello legato alla 4×100?
È un ricordo abbastanza recente, i mondiali di staffetta in Polonia in cui abbiamo conquistato l’oro, ancora mi commuovo a pensarci.
Quali sono i tuoi progetti una volta terminata la carriera sportiva?
Vorrei lavorare nell‘ambito della salute e il benessere come nutrizionista e fare l’allenatrice.
Cosa ti aspetti da Tokyo?
Uno degli obbiettivi più grandi è andare in finale con la staffetta 4×100 e secondo me abbiamo la stoffa giusta per farlo, siamo determinate e agguerrite!
Tokyo sarà la tua terza partecipazione ai Giochi Olimpici, dopo Londra 2012 e Rio 2016. Cambierà qualcosa nel tuo approccio all’evento?
Affronterò Tokyo sicuramente con della maturità e consapevolezza in più.
Se Londra l’ho vissuta come un’opportunità di fare esperienza, Rio è stata l’Olimpiade delle grandi aspettative, ma vissute con troppa ansia, Tokyo invece sarà un Olimpiade con obbiettivi importanti, ma ricercati con molta più serenità, che deriva proprio da una maggior consapevolezza.
Hai vissuto la pandemia vivendo in un’altra nazione (Regno Unito). Sei riuscita ad allenarti?
Sì, mi sono allenata abbastanza normalmente. Durante la primissima ondata ho dovuto fare palestra a casa facendomi prestare l’attrezzatura da amici e dai miei coach, e correndo sui prati nei parchi.
Nella seconda ondata invece ho avuto accesso agli impianti (palestra e pista) in modo esclusivo grazie ad accordi con le autorità locali e la federazione inglese.
Quali sono le tue prossime gare?
Il prossimo appuntamento importante saranno i campionati europei a squadre in Polonia, non vedo l’ora!