Road to Tokyo: Irene Siragusa

La velocista con gli occhiali

Irene Siragusa, conosciuta come “la velocista con gli occhiali”, quest’anno potrebbe coronare il suo sogno a cinque cerchi insieme alle compagne di staffetta grazie al pass olimpico strappato ai Mondiali di Doha.

Come dimenticare le grida di felicità alla scoperta in diretta di aver conquistato l’accesso alla finale e quindi la qualifica a Tokyo, subito dopo aver riscritto il record italiano nella 4×100.

In questa stagione indoor, Irene ha aggiunto una medaglia d’argento sui 60m al suo palmares di podi italiani assoluti. Ha all’attivo 4 titoli italiani outdoor e uno indoor. 

La velocista dell’Esercito ha indossato nuovamente la maglia azzurra a Torun dove ha corso per la prima volta ad un Campionato Europeo Indoor. 

Abbiamo intervistato Irene per il nostro editoriale che accompagnerà gli azzurri fino alle Olimpiadi. Ci ha raccontato un po’ delle sue aspettative e dei suoi piani per il futuro.

Irene Siragusa (foto FIDAL)
Irene Siragusa (foto FIDAL)
Come hai vissuto il 2020 e lo slittamento delle Olimpiadi? Adesso che i Giochi di Tokyo sono stati confermati pensi che possa essere il tuo anno?

Sicuramente è stato un duro colpo veder scomparire a pochi mesi il tuo sogno più grande. Fortunatamente è stato solo rimandato e non annullato ma per quello che mi riguarda è stato molto difficile gestire la situazione all’inizio, con il passare dei giorni pian piano ho accettato la cosa.

Il 2021 rimane comunque un anno complicato dato che la pandemia non si è fermata.

Come atleti professionisti possiamo comunque allenarci e siamo sottoposti a vari tamponi per raduni e competizioni in modo da salvaguardare il più possibile la nostra salute. È difficile abituarsi a tutte queste nuove “regole” ma provo a fare del mio meglio e a cogliere il positivo, almeno gareggiamo!

Hai una triennale, una magistrale e un master conseguiti a pieni voti. Hai altro in programma?

Il 2020 mi ha cambiato un po’ i piani. Volevo dedicare l’anno interamente alle Olimpiadi, poi è successo quello che è successo. Così ho deciso di rimandare qualsiasi decisione in ambito di studi fino a dopo il grande evento.

Mi sento appagata dagli studi che ho fatto e al momento non saprei quale altra strada intraprendere, non considero comunque del tutto chiusa quella porta. Vedremo se qualcosa di interessante che catturi la mia attenzione salterà fuori.

Irene Siragusa (foto personale pagina facebook)
Irene Siragusa (foto personale pagina facebook)
Torun è stato il tuo primo Campionato Europeo Indoor assoluto. Che voto daresti alla tua prestazione, la squadra, l’atmosfera?

È stata una bella trasferta, non avevo mai fatto un campionato internazionale indoor ed ero emozionata. Come prestazione nonostante abbia ricorso sui miei limiti dell’anno mi darei un 7. Purtroppo il metodo di qualificazione era difficile e la composizione delle batterie non ha aiutato.

Avrei voluto correre di nuovo per togliere qualche altro centesimo, per me i 60mt rimangono difficili da interpretare. La squadra è stata molto affiatata, si è rinnovata molto e mi sono trovata a mio agio anche con le nuove “leve”. Voto squadra 8.

Per quanto riguarda l’atmosfera darei un 7.5, bellissima manifestazione ma l’ombra del Covid-19 si faceva sentire molto.

Cosa ti aspetti da Tokyo?

Tante emozioni, vorrei poter dire la mia ed essere fiera del percorso che mi ha portato sino all’Olimpiade. Se ne avrò la possibilità sarà un onore per me portare in alto la bandiera italiana e in qualche modo la maglia dell’esercito che rappresento fieramente dal 2015.

Cosa è per te la staffetta?

Un momento di riscatto forse, la staffetta è l’ultima gara delle manifestazioni. Diventa il momento più competitivo e se la gara individuale va male, di riscatto. Dietro la staffetta c’è un lavoro pazzesco che stiamo portando avanti con le mie colleghe da molto tempo. Non solo devi lavorare bene insieme, ma devi fidarti l’una dell’altra, la cosa più difficile di tutte.

Irene Siragusa - Gloria Hooper ( Foto Colombo Fidal)
Irene Siragusa – Gloria Hooper ( Foto Colombo Fidal)
Perché l’atletica e perché la velocità?

L’atletica è stata inizialmente una forzatura, ha insistito mia madre che la provassi. Negli anni è diventata uno svago, una routine e un lavoro. Fa parte di me e credo che mi renda veramente Irene.

La velocità è venuta da sé, ho iniziato con i salti e la mia allenatrice aveva notato doti da velocista così con il duro lavoro siamo arrivate a siglare un ottimo 11″21 sui 100mt e 22″96 sui 200mt. Personali che spero di ritoccare in futuro.

Qual è la tua settimana tipo? Quanti allenamenti fai a settimana?

Con tutte queste restrizioni le settimane sembrano un po’ tutte uguali ma per me non è cambiato molto rispetto alla vita che facevo prima. Campo-casa-casa-campo. Questa è la routine, sembra noiosa ma quando arrivi a determinati livelli l’allenamento si sviluppa su più piani (fisico, mentale, psicologico) e diventa faticoso.

A casa faccio 5/6 allenamenti a settimana in base al periodo, mentre quando siamo in raduno con la nazionale spezziamo gli allenamenti troppo lunghi, soprattutto in caso di cambi della staffetta, che diventano 9/10.

Irene Siragusa (foto FIDAL)
Irene Siragusa (foto FIDAL)
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