Sonia Malavisi è una specialista del salto con l’asta, la disciplina più spettacolare dell’Atletica Leggera, che vanta tantissimi tifosi in tutto il mondo anche per il fatto di aver avuto un’esperienza di allenamento, per circa un anno, a Cuba dove si era trasferita con aste e bagagli.
Le prossimi Olimpiadi giapponesi di agosto, a cui l’azzurra punta con decisione, non sarebbero le sue prime in quanto ha già vissuto tale esperienza, a Rio de Janeiro nel 2016, che non è stata certo l’unica ai massimi livelli internazionali, avendo partecipato anche agli europei all’aperto di Zurigo, nel 2014, di Amsterdam nel 2016, e a quelli al coperto di Glasgow nel 2019.
L’atleta, che ha compiuto 26 anni lo scorso 31 ottobre, ha vissuto un 2020 di grandi difficoltà tecniche in quanto, a causa dell’esplosione della grave pandemia mondiale, ha dovuto rivoluzionare nuovamente i suoi propositi tecnici che l’avevano portata, con grandi sacrifici personali, a trasferirsi a vivere a Cuba, ed è stata costretta quindi a tornare ad allenarsi in Italia.
L’inizio del 2021 è stato, in ogni caso, promettente anche se poi c’è stato qualche problema che le ha impedito di partecipare agli Euroindoor di Torun, ma ce lo racconta lei stessa.
Ciao Sonia, innanzitutto come stai? So che hai avuto alcuni problemi fisici nel corso della stagione invernale che hanno frenato il tuo rendimento in gara.
Il problema che ho avuto, una frattura da stress della tibia, in realtà era stato preceduto da un dolore che mi portavo dietro da anni, almeno tre, ma questo inverno mi ha dato particolarmente fastidio e così, avendo fatto degli esami specifici dopo i campionati assoluti indoor, è stato deciso che facessi 2 settimane di riposo assoluto ed anche un ciclo di trattamenti con le onde d’urto.
Adesso va molto meglio, ho ripreso da qualche settimana la mia normale preparazione e sono molto fiduciosa.
Sicuramente negli ultimi tempi non sei stata molto fortunata, a partire dall’anno scorso, quando ti sei praticamente ritrovata, a marzo, senza una guida tecnica. Pensi che i risultati non eccezionali del 2020 siano dipesi da questo?
Non è stata una grande annata ma, anche se non mi piace trovare scuse, non posso negare che essermi trovata senza il mio allenatore, all’improvviso, mi abbia in qualche modo condizionata.
Con il responsabile tecnico delle Fiamme Gialle, Andrea Ceccarelli, quando è stato certo che non sarei potuta tornare a Cuba, abbiamo deciso che sarei stata seguita da Emanuel Margesin, tecnico molto preparato che segue atleti quali Max Mandusic e Ivan De Angelis.
Ho capito subito che lui non avrebbe disatteso la sua filosofia di allenamento e, infatti, ha accettato di seguirmi a condizione che potesse applicarla appieno e non dovesse solo farmi seguire i programmi elaborati dal mio allenatore cubano.
Sinceramente ho apprezzato molto questa sua coerenza ma, inevitabilmente, ho un po’ risentito del cambio di preparazione che, dall’inizio della stagione 2018/2019, avevo impostato in un certo modo.
Ritornando, per un attimo, alla tua esperienza a Cuba, senti di avere dei rimpianti per non aver potuto continuarla per come ti eri prefissata?
Non posso negarli, i rimpianti, pur avendo ritrovato la mia dimensione ideale dove sono adesso, che poi è la mia città, Roma, e il Centro Sportivo Castelporziano del mio Gruppo Sportivo, le Fiamme Gialle.
Mi ero data 2 anni di tempo per valutare i risultati, e decidere se fosse il caso di proseguire la mia esperienza a Cuba perché, certamente, non era semplice vivere lì, in un posto sia pur bello ma in un altro mondo.
Purtroppo non sono riuscita a completare il percorso che mi ero prefissata, e il dispiacere maggiore sta nel fatto che avevo veramente fatto dei sacrifici immensi per poter vivere quell’esperienza che si è interrotta, bruscamente, per i ben noti motivi sanitari, anche se quello che ho vissuto, sia pur per un breve periodo, rimarrà sempre nel mio cuore e nel mio bagaglio di vita vissuta.
È sempre bello ricordare come e quando un’atleta abbia iniziato la sua carriera. In particolare poi ti chiedo, anche, come mai questa disciplina dell’Atletica, che affascina ma spaventa in tanti?
Da piccola avevo una grande passione per la ginnastica artistica che, peraltro, ho ancora.
L’ho praticata con successo sino ai 15 anni ma, essendo uno sport dove devi emergere molto precocemente e, oltretutto, vista la mia altezza, ho capito che non avrei mai potuto ottenere risultati eccelsi.
La mia è una famiglia di appassionati di vari sport e mi è stato contagiato anche l’interesse per l’Atletica, in particolare del salto con l’asta. Il mio idolo era ovviamente Elena Isinbaeva e così, verso i 15 anni, mi hanno convinto a provare ad allenarmi per questa disciplina che mi piaceva.
Poi, l’anno seguente c’erano i campionati italiani allieve e mi è stato detto di gareggiare per provare a fare il minimo di 2,80. Io ho saltato 3 metri e da lì mi sono dedicata totalmente a questa specialità.
Oltre ad essere una grande atleta, hai il primato di essere l’atleta italiana, sia al femminile che al maschile, ad avere più followers su Instagram, quasi 250.000, che è veramente un numero straordinario considerando che le tue foto sono tutte solamente espressione delle tue grandi capacità atletiche.
Consentimi di dire che piaci veramente a tutti e tutte, nel senso che sei veramente la compagna, la figlia, la sorella, l’amica che tutti vorrebbero. Come ti spieghi questo univoco consenso?
Mi fa piacere quello che dici e ne sono molto lieta. In realtà non saprei perché io sono sempre me stessa, solare ma allo stesso tempo molto discreta e non do certo facilmente confidenza.
Ti posso dire, però, che le mie migliori amiche dicono che con me è impossibile litigare e questo forse è un altro aspetto che piace.
In realtà detta così sembrerebbe che mi vada bene tutto, ma non è ovviamente così, solo che se c’è un problema mi piace affrontarlo subito, in maniera serena e costruttiva, e non amo serbare rancore.
Cosa ti piacerebbe fare dopo l’Atletica, che percorso di studio hai fatto o stai facendo?
Sono iscritta a Economia, alla Sapienza di Roma, e adesso la sto facendo online con grande vantaggio di tempo.
Ho dato poco più della metà degli esami e, anche se non ho fretta, conto ovviamente di laurearmi, perché potrebbe essere interessante utilizzare questo titolo all’interno della Guardia di Finanza per cui mi onoro di essere un’atleta.
Ma ovviamente potrei anche scegliere altre strade nell’ambito di tale percorso di studi, non mi pongo limiti di alcun genere.
Tu hai già coronato il sogno olimpico, nel 2016, ma ovviamente vuoi ripeterlo. Per adesso sei anche qualificata, grazie al ranking world athletics, ma per avere la certezza dovrai cercare di avvicinare il minimo imposto di 4,70, e piazzarti bene nei meeting importanti.
Quando comincerai a gareggiare?
Il tempo per fare i risultati non è lunghissimo, al massimo entro il 29 giugno, per cui bisognerà arrivare al massimo della condizione già dalle prime gare che, credo, inizierò da dopo la metà di maggio.
Sono ottimista, in ogni caso. Le gare di questo inverno, a parte il problema della tibia, sono state altalenanti ma considera che, nella nostra disciplina, ci sono veramente tante fasi da coordinare tra di loro, e ci vuole tempo per riuscire a mettere insieme, nel migliore dei modi, ogni pezzo.