Stefano Sottile è uno specialista del salto in alto, nato il 26 gennaio 1998, che vanta la seconda miglior prestazione italiana di sempre all’aperto, al pari di Marcello Benvenuti e Marco Fassinotti, con 2,33 metri superati il 28 luglio 2019 a Bressanone.
L’azzurro, ora 23enne, ha iniziato la sua prestigiosa ascesa agonistica nel 2015, avendo raggiunto la vetta del mondo con la vittoria ai Mondiali Under 18, e con l’ingresso nella lista di atleti che hanno superato i 2,20 metri.
Ha poi continuato a rimanere ai vertici delle classifiche nazionali siglando record personali e nazionali di categoria fino alla migliore impresa, della sua pur giovane carriera, nel corso dei campionati nazionali assoluti di Bressanone di due anni fa, con un salto che gli ha anche permesso di ottenere il minimo di partecipazione per i i giochi olimpici di Tokyo.
Sempre nel 2019, Stefano ha partecipato ai mondiali di Doha, uscendo nelle qualificazioni con un salto a 2,26 ma poi, lo scorso anno e l’inizio di questo sono stati costellati da una serie di problemi fisici, che ne hanno rallentato la preparazione e non gli hanno consentito di esprimersi secondo le sue enormi possibilità
In particolare, un problema al piede lo ha frenato nell’ultimo periodo, ma si è ripreso ed è tornato a saltare e allenarsi in vista dei giochi a cinque cerchi.
Ciao Stefano come stai e come sta il piede?
Ciao. Rispetto alle indoor sto bene e sono in ripresa. Il piede è a posto e non ho più problemi neanche saltando.

Cosa hai pensato dopo aver saltato 2.33 metri a Bressanone?
Innanzitutto non pensavo di farlo subito. L’ho provato perché era il minimo per le Olimpiadi ma appena l’ho fatto non ci credevo neanche. Poi tanta contentezza per il fatto che era il minimo e ho pensato “ho fatto il minimo, il prossimo anno andrò alle Olimpiadi”.
Chi è il tuo idolo atletico?
Atletico in generale non ti saprei dire, ce ne sono un po’. Bolt, Eaton e, rimanendo inerenti al salto in alto, direi che Barshim è uno veramente forte nel senso che, guardandolo, penso che “vorrei essere come lui”.

Quando e perché hai iniziato a fare atletica?
Non mi ricordo l’età in cui ho iniziato, credo 6-7 anni. Ho iniziato perché mio fratello faceva atletica e lo seguivo alle gare. Mi è piaciuto e ho iniziato, giocherellando ma poi ho seguito le sue orme.
Hai un ottimo rapporto con Gimbo, riuscite a motivarvi a vicenda in gara?
Abbiamo un ottimo rapporto, abbiamo fatto una video chiamata anche ieri sera ma, in questo momento, non riesco a motivarlo più di tanto saltando 2.16m.
Adesso andiamo a Formia in raduno, sono contento di fare questa settimana insieme così ci confrontiamo. Nel momento in cui salti insieme a qualcun altro c’è più motivazione. E soprattutto è lui che mi aiuta molto più che io lui.
Qual è l’atleta che temi di più a Tokyo?
Primo bisogna arrivarci, secondo direi che sono tutti temibili una volta là. Il più temibile se è in forma è Barshim, il favorito se stanno tutti al top.
Quali sono le tue prossime gare in programma?
Non lo so dire ancora, non abbiamo ancora fatto una precisa valutazione, vedremo nelle prossime settimane.
Hai delle aspettative per le tue prime olimpiadi?
Spero di andarci, innanzitutto, e una volta lì andare in finale sarebbe già un grandissimo risultato, poi più viene e meglio è.
Quando hai capito che l’atletica sarebbe potuta diventare il tuo lavoro?
Circa da allievo dopo che ho saltato 2.20 e ho vinto i mondiali under 18. Lì ho capito che poteva diventare il mio lavoro. Anche perché dopo i 2.20 sono stato contattato da due gruppi sportivi e me lo sono immaginato.
