Jakob Ingebrigtsen (foto European Athletics)
Jakob Ingebrigtsen (foto European Athletics)

Il giovane mezzofondista norvegese Jakob Ingebrigtsen ha parlato della sua straordinaria carriera nel terzo episodio del mini-documentarioMy Story” pubblicato sul sito di European Athletics.

Il più giovane dei tre fratelli Ingebrigtsen salì sulla ribalta agli Europei di Berlino 2018 quando vinse il doppio titolo europeo sui 1500 e sui 5000 metri, a soli 17 anni, diventando il più giovane atleta a vincere una medaglia d’oro nella massima rassegna continentale.

Sono sempre stato abituato a vincere. Ho iniziato a correre in modo professionale praticamente da quando sono nato. Non si nasce campioni con il solo talento. Devo i miei successi al duro lavoro e all’approccio professionale. Quando ero piccolo la gente diceva che ero il miglior talento, ma mi ero allenato dieci volte di più dei miei avversari”.

Nel corso dell’ultima estate Ingebrigtsen ha stabilito i primati europei sui 1500 metri con 3’28”68 a Montecarlo e sui 2000 metri con 4’50”01 agli Impossible Games di Oslo.

Lo scorso 17 settembre il giovane “vichingo” ha realizzato la seconda migliore prestazione europea di sempre sui 3000 metri con 7’27”05 al Golden Gala di Roma. Ora lo scandinavo sogna di lasciare il segno anche a livello mondiale.

Il mio sogno è vincere il maggior numero di titoli e correre il più velocemente possibile. Non potrò ritenermi pienamente soddisfatto se non diventerò il più veloce di sempre. Voglio correre ancora più forte ma soltanto il tempo dirà se sarò in grado di realizzare il mio obiettivo.

La mia filosofia è credere di essere il migliore anche se so di non esserlo. Nella mia famiglia anche gli allenamenti diventano una competizione. Quando corro contro i miei fratelli Henrik e Filip, il mio obiettivo è batterli. Voglio sempre vincere, non importa che sia atletica, sci o ciclismo”.

Ingebrigtsen si fece conoscere dal pubblico italiano nell’estate 2017 quando vinse i titoli europei under 20 sui 3000 siepi e sui 5000 metri a Grosseto, ma cadde nella finale dei 1500 metri.

Quando ripenso agli Europei di Grosseto, credo che non siano stati dei campionati completamente soddisfacenti per me a causa della caduta sui 1500 metri. Prima dei Campionati pensavo di avere le maggiori speranze sui 1500 metri.

Ero il grande favorito e ho pensato che questi campionati fossero un fallimento totale dopo la finale dei 1500 metri ma mi sono rifatto vincendo i 5000 metri e i 3000 siepi. Questa è la mia mentalità. Se una gara non funziona, voglio fare di più e ancora meglio”.

Il suo ricordo degli Europei di Berlino.

All’inizio del 2018 mio padre mi chiese quale fosse il mio obiettivo per quella stagione. Gli risposi che volevo vincere la medaglia d’oro agli Europei di Berlino. Mio padre mi disse che dovevo essere realista. Molte cose possono succedere in una finale di 1500 metri.

Ero nervoso ma nello stesso tempo fiducioso. Lo stadio era pieno di gente e tutti stavano guardando la gara in Norvegia e in tutta Europa. Se si vuole vincere, bisogna essere pronti ad ogni tipo di scenario. Noi fratelli abbiamo deciso che io andassi al comando a due giri dalla fine.

Filip avrebbe dovuto prendere la testa, ad un giro dalla fine ma il piano non ha funzionato perché mio fratello ha risentito di una caduta durante la batteria. A quel punto l’unico obiettivo era tagliare il traguardo per primo.

Il giorno dopo ho realizzato che avrei potuto vincere anche i 5000 metri. I 1500 metri erano la gara più difficile. In genere sui 5000 metri il più forte vince sempre”.

Sport OK Junior