
La saltatrice con l’asta greca Katerina Stefanidi ha completato un Grande Slam riuscito a pochi atleti vincendo in tre anni l’oro olimpico a Rio de Janeiro 2016, il titolo mondiale a Londra 2017, due ori consecutivi agli Europei outdoor di Amsterdam 2016 e di Berlino 2018, un altro oro agli Europei Indoor di Belgrado 2017 e quattro successi consecutivi nella Diamond League dal 2016 al 2019.
Katerina ha ereditato la passione per l’atletica dai genitori Georgios e Zoi, ex atleti di buon livello internazionale rispettivamente nel salto triplo e sui 400 metri. Il padre era anche un buon giocatore di basket a livello professionistico nella prima serie greca.
Katerina fu avviata dai genitori al salto con l’asta quando aveva appena dieci anni. Fin dagli esordi dimostrò di possedere un grande talento realizzando le migliori prestazioni di categoria per tutte le fasce di età comprese tra gli 11 e i 14 anni e il primato all-time under 15 con la misura di 4.37m indoor ad Atene.
Nel 2005 conquistò il titolo mondiale under 18 a Marrakesh con 4.30m al debutto in una grande rassegna internazionale.
“Da ragazzina ho provato diversi sport come ginnastica, danza, basket e volley. Mio padre si appassionò di salto con l’asta guardando le Olimpiadi di Sydney 2000 alla televisione e mi incoraggiò a provare questa specialità.
All’inizio non mi piaceva molto il salto con l’asta, ma lo preferivo alle gare di velocità. Presi parte alla mia prima gara di salto con l’asta a 11 anni saltando 2.30m. L’anno successivo realizzai la migliore prestazione mondiale per la mia fascia d’età con 3.40m. Continuai la mia ascesa saltando 3.90m a 13 anni e 4.14m a 14 anni.
Quando iniziai a praticare il salto con l’asta, mi divertivo e facevo tutto in modo spensierato. In certi momenti mi sentivo fiduciosa di poter battere persino il record del mondo maschile ma a 15 anni ero ancora molto giovane e non capivo ancora cosa significasse praticare atletica ad alti livelli. L’atletica iniziò a diventare sempre più un lavoro.
Non mi divertivo più. Rinunciai ai Mondiali Juniores di Pechino 2006 e smisi di saltare per sei mesi nel 2006. La pausa mi permise di ritrovare a poco a poco l’entusiasmo per il salto con l’asta e le motivazioni”, ha dichiarato Stefanidi.
Negli anni seguenti si aggiudicò la medaglia d’argento ai Mondiali under 18 di Ostrava 2007 e il bronzo ai Mondiali Under 20 di Bydgoszcz 2008.
Sempre nel 2008 vinse una borsa di studio e si trasferì negli Stati Uniti per studiare alla Stanford University.
“Al primo anno da freshman alla Stanford University incontrai delle difficoltà. Facevo fatica a capire i miei insegnanti e il mio inglese era tutt’altro che perfetto. Inoltre ho avuto problemi con il peso che mi hanno causato una serie di infortuni al ginocchio e sono stata costretta a rinunciare agli Europei Under 20.
Ritrovai la motivazione nel 2010 quando iniziai ad allenarmi sotto la guida di Toby Stevenson (vice campione olimpico ad Atene 2004 davanti a Giuseppe Gibilisco nda). Toby era il mio saltatore preferito quando iniziai a praticare il salto con l’asta.
Aveva studiato a Stanford anche lui e questo ha permesso di avere un rapporto umano molto forte anche al di fuori della pedana.
Iniziò un momento perfetto nel quale vinsi il mio primo titolo NCAA all’ultimo anno di frequenza alla Stanford University con 4.48m e medaglie agli Europei Under 23 e alle Universiadi. Migliorai il record personale per la prima volta dopo sei anni con 4.45m”.
Katerina ha collaborato come assistente insegnante a Stanford e questo le ha permesso di continuare a vivere negli Stati Uniti. Nel 2013 ha iniziato a fare domanda per il dottorato perché aveva bisogno di mantenere il visto di studentessa per la permanenza negli Stati Uniti.
“In quel periodo Toby andò a vivere in Svezia e mi suggerì di trasferirmi a Phoenix in Arizona per essere seguita da Nick Hysong, campione olimpico a Sydney 2000. Fu un duro colpo perché non volevo lasciare Stanford. Il primo anno in Arizona fu difficile perché mi procurai una fascite plantare ad entrambi i piedi e dovetti fermarmi per alcuni mesi nel Giugno del 2013”.
A Phoenix Katerina si è laureata in psicologia cognitiva presso l’Arizona State University.
Dopo un periodo difficile Katerina ritrovò la condizione nel 2014 vincendo la prima gara di Diamond League della sua carriera a Birmingham e la medaglia d’argento agli Europei di Zurigo alle spalle della russa Anzhelika Sidorova. Nel 2014 portò il record personale da 4.51m a 4.71m.
“Il momento più speciale del 2014 è stato il record personale di 4.71m stabilito a Montecarlo. Quando ero piccola, guardavo sempre questo meeting alla televisione insieme a mio padre.
Ho sempre sognato di poter gareggiare in questo stadio fantastico e battere il record personale proprio in questo meeting è stato ancora più bello. Gli Europei di Zurigo sono stati dolce amari.
Sidorova era quarta fino all’ultimo tentativo e mi ha battuto con l’ultimo salto. Ero delusa, ma ho molto rispetto per gli atleti che riescono a vincere in questo modo”.
Katerina ha conosciuto gli anni migliori della sua carriera nelle tre stagioni successive nelle quali ha conquistato la medaglia d’argento agli Europei Indoor di Praga nel 2015, il bronzo ai Mondiali Indoor di Portland 2016 con 4.80m e il doppio oro agli Europei di Amsterdam con 4.81m e alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, dove ha superato la stessa misura di 4.85m saltata dalla statunitense Sandi Morris ma si è aggiudicata il primo posto grazie ad un numero minore di errori.
Nella storia delle Olimpiadi solo sette sportive greche (quattro nell’atletica) sono salite sul gradino più alto del podio.
“La vittoria alle Olimpiadi ha cambiato la mia vita per sempre. Ho portato la bandiera greca nella Cerimonia di chiusura delle Olimpiadi. Al ritorno in Grecia sono stata accolta da fans, fotografi e giornalisti all’aeroporto di Atene”.
Nel corso del 2017 ha completato il “Grande Slam” di titoli internazionali vincendo gli Europei Indoor alla Kombank Arena di Belgrado stabilendo la migliore prestazione mondiale indoor stagionale con 4.85m e il primo titolo mondiale all’aperto a Londra salendo al quarto posto delle liste mondiali outdoor di sempre con 4.91m un anno dopo il trionfo olimpico a Rio de Janeiro e ha portato a casa per il secondo anno consecutivo il diamante della Diamond League con una serie immacolata di vittorie nelle quattro gare disputate a Doha (4.80m), Roma (4.85m), Londra (4.81m) e nella finale di Bruxelles (4.75m).
In occasione del trionfo iridato ai Mondiali di Londra Stefanidi ha fatto risuonare le note del sirtaki (la popolare danza greca) all’interno del London Stadium dedicato a Queen Elizabeth.
“Lo stadio era pieno e l’atmosfera era straordinaria. Ho iniziato a 10 anni e ho dedicato tutta la mia vita al salto con l’asta ed é stato un momento speciale vincere questa medaglia. La nostra specialità è molto competitiva perché ci sono tante ragazze in grado di saltare grandi misure. Sento di aver bisogno della competizione delle altre avversarie per rendere al meglio”.
La fuoriclasse greca ha ringraziato tante volte la figura del marito e allenatore statunitense Mitchell Krier, che ai Mondiali londinesi ricopriva il ruolo di allenatore della nazionale ellenica.
Katerina e Mitchell si sono sposati nel Maggio 2015. Mitchell ha lasciato il lavoro di personal trainer per allenare la moglie a tempo pieno.
“La vittoria di Londra dimostra che mio marito è un genio perché sa esattamente come prepararmi al meglio dal punto di vista fisico e mentale. Dedico i miei successi a mio marito e alla mia famiglia. Mitchell comprende perfettamente i miei problemi e il fatto di condividere la stessa passione ha facilitato il nostro rapporto”.
Grazie ai successi di Belgrado e Londra Katerina si è aggiudicata il titolo di atleta europea dell’anno secondo la European Athletics.
Dopo aver subito l’unica sconfitta del 2017 nel corso della stagione indoor, la ventisettenne saltatrice greca ha collezionato 14 successi consecutivi rimanendo imbattuta all’aperto vincendo la finale della Diamond League con 4.75m davanti a Sandi Morris.
“Ho inseguito il Premio di Atleta Europea dell’anno per tanto tempo. Pratico il salto con l’asta da 17 anni ed è stato un grande onore per me essere la prima atleta greca a vincere questo premio. Spero che questo riconoscimento possa essere una fonte d’ispirazione per i giovani del mio paese e contribuire ad avvicinare i giovani al nostro sport”.
Stefanidi ha saputo conquistare le simpatie del pubblico insieme alla rivale-amica Sandi Morris contribuendo a rendere il salto con l’asta femminile una delle specialità più amate del circuito della Diamond League.
L’abbraccio tra la greca e la statunitense e la foto scattata insieme a tutte le altre astiste alla conclusione della gara di salto con l’asta disputata nel 2017 a Zurigo alla vigilia della finale della Diamond League sono la testimonianza di come si può vivere l’atletica con il sorriso e in uno spirito di amicizia nel segno dei valori più genuini dello sport.
Gli appassionati italiani hanno avuto l’occasione di applaudire la campionessa greca in occasione delle vittorie al Golden Gala Pietro Mennea di Roma e al meeting di Padova. Dopo la vittoria nel meeting veneto Katerina è rimasta a lungo a bordo pista per firmare autografi ai bambini.
Dopo aver vinto tutti i titoli possibili Stefanidi guarda al futuro e ai prossimi obiettivi a cominciare dall’assalto al record del mondo di Yelena Isinbayeva.
“Da tempo penso a battere il record del mondo anche se al momento non è ancora un traguardo realistico. Il mio focus principale rimangono le vittorie nei grandi campionati perché nessuno potrà mai portarmi via le medaglie, a differenza del primato mondiale”.
Nell’inverno 2018 Katerina ha perso la lunga imbattibilità nelle grandi manifestazioni internazionali ai Mondiali Indoor di Birmingham.
Al termine di una gara di altissimo livello tecnico l’ateniese ha vinto la medaglia di bronzo con 4.80m nella gara vinta da Sandi Morris. Nel corso dell’estate 2018 la fuoriclasse greca ha difeso con successo il titolo europeo outdoor vincendo all’Olympia Stadion di Berlino con 4.85m.
“Sono arrivata agli Europei di Berlino con molto stress perché era la prima volta che difendevo un titolo. C’erano molte avversarie in grande forma. Ogni volta che gareggio in un grande campionato sento la pressione salire ma è quello che mi serve per rendere al meglio”.
Stefanidi si è confermata la regina della Diamond League anche nel 2019 vincendo la finale di Bruxelles con 4.83m ed è salita ancora sul podio iridato ai Mondiali di Doha dello scorso Ottobre aggiudicandosi la medaglia di bronzo con 4.85m alle spalle di Anzhelika Sidorova e di Sandi Morris in una delle gare di salto con l’asta di più alto livello della storia.