Chaunte Lowe punta in alto per la prevenzione dei tumori al seno

La grande saltatrice statunitense ha sconfitto la malattia e lotta perché la sua esperienza sia di monito per tutte le donne

Chaunte Lowe è la primatista statunitense del salto in alto femminile con la misura di 2,05 saltata nel 2010 e può, a tutti gli effetti, essere considerata una delle più grandi specialiste di tutti i tempi con un primato che è solo a quattro centimetri dall’imbattibile record del mondo, datato 1987, della bulgara Stefka Georgieva Kostadinova.

Chaunte, che ha compiuto 37 anni lo scorso 12 gennaio, ha partecipato a quattro Olimpiadi, vinto un bronzo a cinque cerchi, un argento a un mondiale all’aperto e un oro ad uno indoor e, pur essendo un’atleta agonista da oltre 20 anni, ha avuto modo nel corso della sua brillante carriera anche di mettere alla luce tre figli.

La storia di una grande campionessa che non ha rinunciato alla gioia più grande per una donna, quale è certamente la maternità, per il suo sport ma poi, da esso, ha trovato uno degli stimoli più grandi per combattere la battaglia peggiore che ha dovuto affrontare, due anni fa nel 2019, quando le è stato diagnosticato a giugno una forma aggressiva di carcinoma mammario, che ha poi richiesto una doppia mastectomia e cinque mesi di estenuanti sedute di chemioterapia.

Ogni suo titolo dunque, e sono stati tanti a parte le grandi prestazioni a livello internazionale, tra cui l’essere stata ben 12 volte campionessa degli Stati Uniti, lascia il campo all’enorme significato che riveste la sua malattia per la determinazione con cui l’ha affrontata.

In realtà, se è vero che il tumore le fu diagnosticato nel 2019, la sua odissea era iniziata quasi un anno prima, quando lei stessa aveva sentito un piccolo nodulo, ma le era stato detto che era troppo giovane per essere sottoposta a una mammografia e che altro non era che un linfonodo per cui tornò a casa, sollevata e pronta a sottoporsi al trattamento richiesto per farlo sparire che poi, altro non ero che seguire un’alimentazione diversa che ovviamente non risolse minimamente la situazione.

In seguito alla sua drammatica vicenda da cui è uscita sconfiggendo il male, Love è diventata testimonial di importanti campagne di sensibilizzazione per la diagnosi precoce del tumore al seno e, in tale ottica, anche per tutto il mese di ottobre appena passato si è molto impegnata.

Embed from Getty Images

Era un piccolo nodulo delle dimensioni di un riso che mi era spuntato all’improvviso e che di certo sapevo di avere da poco perché mi autocontrollavo spesso. Il medico mi guardò e mi disse che avevo solo bisogno di aumentare un po’ il mio peso, scherzando sul fatto che non dovevo tornare da lui prima di sei anni perché le mammografie si fanno solo dopo i 40 anni.” Queste le parole di Chaunte che aggiunge.

Così gli ho creduto e ho pensato che fosse stato solo uno spavento e che bastasse solo mangiare bene, continuando la mia normale vita da atleta ma così non è stato e il linfonodo, settimana dopo settimana diventava sempre più grande”.

Undici mesi dopo, tornò dal medico e dovette addirittura insistere poter approfondire e ottenere la mammografia e poi la biopsia che rivelò la tremenda verità.

Quando sono andata a fare la biopsia è stato tremendo, perché avevamo appena perso Gabe“, aggiunge Lowe, dato che la mezzofondista staunitense Gabriele Grunewald, malata da 10 anni per una rara forma tunorale, era morta pochi giorni prima all’età di 32 anni.

Si è scoperto che era una forma di cancro al seno molto aggressiva a rapida crescita“.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che alla fine del 2020, c’erano 7,8 milioni di donne vive a cui era stato diagnosticato il cancro al seno nei cinque anni precedenti, rendendolo il cancro più diffuso al mondo. Tra le statistiche che Lowe condivide c’è il fatto che a una donna su otto in America verrà diagnosticato il cancro al seno nel corso della sua vita.

Una su otto, è assurdo“, dice. “Quando ho appreso questa statistica, ho anche imparato che le donne afroamericane hanno il 40% di probabilità in più di morire di cancro al seno rispetto alle donne di pelle chiara“.

La reazione dell’atleta alla malattia è stata straordinaria e, da subito, nella sua mente si è insinuata non solo una straordinaria forza per riuscire a sconfiggerlo, ma anche la volontà di riuscire a riprendere la sua carriera da atleta perché, continuando a parlare di lei anche sotto il profilo agonistico, sarebbe stato più facile poi poter portare avanti quanto più le interessava, vale a dire una serie di efficaci campagne di sensibilizzazione per la prevenzione di questo tumore.

In tale ottica Chaunte ha continuato ad allenarsi anche nei mesi peggiori, quelli seguenti alla doppia mastectomia in cui faceva devastanti sedute di chemioterapia.

L’obiettivo di Lowe era quello di lottare per partecipare alla sua quinta Olimpiade e, in un certo senso, il rinvio del 2020 per la pandemia mondiale le è stato di aiuto per provarci meglio al punto che nel marzo di quest’anno è finalmente tornata in gara, saltando 1,80m in due meeting disputati in Florida, misura non eccezionale ma le sue sensazioni erano buone e aveva buone speranze per i Trials Olimpici di giugno.

Successivamente però, come se il destino non l’avesse già colpita abbastanza duramente, quando cominciava a credere di poter raggiungere il suo sogno, Chaunte è stata colpita insieme al marito e ai loro tre figli da una forma grave di Covid-19.

Dopo tutto quello che aveva passato, perdere le Olimpiadi a causa del Coronavirua è stato comprensibilmente difficile, ma mettendolo in prospettiva, Lowe si è concentrata sul sopravvivere.

Onestamente pensavo che sarei morta. Questo non è qualcosa che è paragonabile all’influenza. Questo è qualcosa che sta effettivamente strappando le persone dalle loro famiglie e, considerando che il numero dei miei globuli bianchi era ancora estremamente compromesso dalla chemioterapia, credo sia un miracolo che io sia riuscita a guarire dal Covid e a sopravvivere“.

In ogni caso l’atleta, pur non essendo riuscita nel suo intento iniziale che era legato alla sua fortissima volontà di trasmettere il suo messaggio di sensibilizzazione a più donne possibili, nel corso delle Olimpiadi che hanno una risonanza mediatica eccezionale, è riuscita in parte a farlo in quanto ha avuto la possibilità di interagire per una piattaforma dell’organizzazione di Eli Lilly, dedicata a tali problematiche di supporto e aiuto e, durante le trasmissioni delle Olimpiadi stesse, sono stati trasmessi degli spot di tale organizzazione con Chaunte quale testimonial.

Sono stata molto fortunata ad avere questa piattaforma in quanto sono un’atleta. Sento che sarebbe uno spreco se non l’avessi usata a fin di bene e mi sento in obbligo perché lo sport dell’atletica mi ha dato così tanto.

Mi ha consentito di studiare, di avere una mia casa, una famiglia e abbastanza soldi oltre che ho un’assicurazione medica che mi ha permesso di curare e combattere la malattia.”

Tra l’altro se in qualche modo è riuscita a capire di avere un problema al seno è stata per una conoscenza all’interno del mondo sempre dell’atletica e in particolare della sua amicizia con la velocista giamaicana Novlene Williams-Mills  a cui era stato diagnosticato un tumore al seno nel 2012.

Novlene era una mia grande amica, anche prima della sua diagnosi“, spiega Lowe. “Ho letto della sua diagnosi e ho avuto l’opportunità di trovarmi su un autobus con lei e di chiederle come lo avesse scoperto, perché non sapevo come fare un auto-esame del seno e non sapevo nemmeno che avrei dovuto farlo regolarmente. Lei me ne ha parlato e mi ha raccontato il suo processo e così ho iniziato a farli grazie a lei”.

Eli Lilly mi ha sostenuto nel mio tentativo di andare verso quella quinta Olimpiade, ma per la sua organizzazione lo scopo primario era darmi la loro piattaforma per condividere la mia storia,” dice lei. “Quando ho guardato i giochi olimpici, durante la cerimonia di apertura il mio video è apparso. I miei figli erano come a sostenermi. Era così bello perché quello era l’obiettivo.

Realisticamente non ero nella condizione di poter aspirare a un podio ai giochi di Tokyo, ma volevo solo esserci per i miei figli e quella piattaforma ha permesso che ciò si avverasse. Quello spot è andato in onda più e più volte e io ero lì, e le persone erano in grado di vedere la mia faccia, poter ricordare la mia storia e forse pensare di farsi controllare per fare prevenzione al seno“.

L’obiettivo di Chaunte è comunque quello di andare avanti nella sua carriera agonistica specialmente in considerazione che, l’anno prossimo, i campionati del mondo di atletica si svolgeranno per la prima volta negli Stati Uniti, a Eugene in Oregon.

Il mio obiettivo è saltare sulla pedana di quella pista. L’ho vista solo in TV e voglio esserci. Ho iniziato ad allenarmi sul serio questa settimana e sono rimasta sorpresa perché ho conservato molto di quello che ho fatto l’anno scorso, quindi non parto da zero. È stata la prima volta da quando il Covid mi ha colpito che il mio cuore non faceva male e i miei polmoni non facevano male. Quindi ero come dire, va bene sono a posto“.

Qualunque cosa accada in pista, in ogni caso una cosa è certa, Lowe continuerà a puntare in alto per la prevenzione più totale del cancro al seno.

Sport OK Junior