Keitany: dall’infanzia senza scarpe alla cima del mondo

La storia della grande maratoneta keniota ritiratasi da pochi mesi

Mary Keitany, maratoneta keniota che compirà 40 anni il prossimo 18 gennaio, è la detentrice del record mondiale sui 42,195 chilometri della gara disputata da sole donne, grazie al crono di 2h17’01 che le consentì di vincere la London Marathon nel 2017, evento diverso peraltro da quello dei mondiali di atletica di quell’anno.

Mary detiene anche la terza prestazione femminile assoluta di sempre, dietro al sensazionale primato della connazionale Brigid Kosgei con 2h14’04 e a quella della britannica Paula Radcliffe con 2h15’25, crono ufficiali ma ottenuti in gara dove erano presenti anche atleti maschi, con la possibilità di avere un riferimento per tutto il percorso, al contrario di quanto accade in una competizione solo femminile.

Keitany pochi mesi fa, a settembre, ha annunciato il ritiro dall’attività dopo una carriera eccellente nella quale ha conquistato tre vittorie alla maratona di Londra, ben quattro a quella di New York ed ha anche trionfato ai mondiali di mezza maratona nel 2009.

Mary salì alla ribalta internazionale non giovanissima, nel 2007 a 25 anni, quando vinse la medaglia d’argento individuale e l’oro a squadre ai mondiali di mezza maratona a Udine, in Italia, ma dopo ebbe un periodo di stop per la nascita del suo primo figlio Jared avuto dal matrimonio con l’ex corridore Charles Koech.

Nel 2009, però, tornò subito in grande condizione per vincere il titolo di mezza maratona a Birmingham in 1h06’36”, con oltre un minuto di vantaggio sulla seconda classificata, un crono che all’epoca rappresentava la seconda migliore prestazione mondiale e il primato africano.

Dopo il terzo posto al debutto in maratona a New York nel 2010, Keitany ha vinto la sua prima gara sulla distanza dei 42,195 km a Londra nel 2011 in 2h19’19, la prima delle sue sette vittorie nel circuito World Marathon Majors.

Nella capitale britannica ha conquistato altri due successi nel 2012 (2h18’37”) e nel 2017 (2h17’01”).

Mary è principalmente ricordata dagli appassionati per i quattro successi alla maratona di New York, tre dei quali consecutivi nel 2014 in 2h25’07”, nel 2015 in 2h24’25” e nel 2016 in 2h24’26”, oltre a quello del 2018 in 2h22’48” ma, sempre nella gara della Grande Mela, si è anche classificata due volte terza nel 2010 e nel 2011.

Nella sua carriera ha pure stabilito l’allora primato del mondo sui 21,097 chilometri alla RAK Ras al Khaimah del 2011 con 1h05’50”, e si è classificata quarta alle Olimpiadi di Londra 2012.

Ha poi stabilito la migliore prestazione mondiale dei 25 km, al passaggio intermedio durante la maratona di Londra del 2017 con 1h19’43”, e ha migliorato il personale sulla mezza maratona con 1h04’55” (terza migliore prestazione di sempre all’epoca) nel 2018 sempre a Ras Al Khaimah.

La sua carriera, iniziata abbastanza tardi, ha subito un altro piacevole rallentamento anche nel 2013 quando ha dato alla luce la seconda figlia Samantha ma, in ogni caso, si è sempre contraddistinta per tante iniziative di carattere sociale con vari progetti dedicati all’istruzione, e ha fondato una scuola nella sua città natale insieme a Shoe4Africa, l’associazione della quale è ambasciatrice.

Keitany che ha fatto parte del gruppo gestito dal manager trentino Gianni Demadonna e si è allenata sotto la guida del tecnico torinese Gabriele Nicola, al suo ritiro ha così dichiarato in merito al futuro.

Non ho ancora deciso cosa farò, ma non vedo l’ora di dedicarmi alla mia famiglia. I miei figli hanno rispettivamente 13 e 8 anni. Inoltre sono impegnata con diverse opere di beneficenza”.

Dall’inizio di dicembre, la canottiera, i pantaloncini e le scarpe di Keitany della sua quarta e ultima vittoria alla maratona di New York nel 2018 sono stati esposti nel Museo virtuale in 3D dell’atletica mondiale (MOWA).

L’inizio della sua carriera

Proveniente dalla contea di Baringo, Keitany ha vissuto l’inizio della sua vita in una famiglia molto povera per cui la sua infanzia è stata molto dura, vivendo in una casa senza elettricità o altri servizi di base, e addirittura i suoi non avevano nemmeno i soldi per comprarle le scarpe per cui ha dovuto stare senza per tanti anni.

I suoi compiti domestici da bambina includevano camminare per diversi chilometri fino a un fiume vicino per trasportare secchi d’acqua e a casa quello di cucinare e pulire.

I genitori di Keitany, entrambi poveri agricoltori, non erano nemmeno in grado di pagare le modeste tasse scolastiche che le avrebbero permesso di continuare la sua istruzione dopo l’adolescenza e così, all’età di 15 anni, per aiutare a mantenere i suoi genitori e i suoi cinque fratelli, se ne andò a lavorare come domestica a quasi 20 chilometri di distanza, occupandosi di tre bambini e a volte non vedendo la sua famiglia per diversi mesi alla volta.

Di quel periodo Keitany racconta: “Non era un lavoro facile, ma stavo guadagnando dei soldi da dare ai miei genitori e pensavo a cosa avrei potuto fare se non avessi fatto quello.”

L’esplosione del talento nascosto

Finalmente, dopo due anni di questa vita, Mary è riuscita però a riprendere il percorso scolastico grazie all’aiuto di un parente che le ha permesso di iscriversi alla National Hidden Talents Academy, vicino a Nairobi, una scuola secondaria che assiste principalmente i bambini orfani e vulnerabili.

La scuola aveva una forte impronta sull’educazione fisica, che continua ancora oggi, e ha prodotto diversi campioni kenioti in vari sport. Il talento precoce di Keitany nella corsa, che era apparso subito nella sua prima adolescenza, prima della pausa forzata di due anni in cui ha dovuto lavorare, è venuto quindi alla ribalta.

Dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore all’età di vent’anni, Keitany è stata indirizzata nelle gare locali e assistita dall’atleta di livello internazionale Lenah Cheruiyot, settimo ai campionati mondiali di mezza maratona del 2002 e poi, all’inizio del 2006, la 24enne atleta che si divideva tra corsa e altri lavoro ha voluto scommettere tutto sulle sue doti agonistiche e si è dedicata a tempo pieno all’allenamento.

Dopo otto mesi di duro lavoro e condividendo un’angusta casa con una sola camera da letto con altri tre corridori, Keitany ha fatto il suo primo viaggio all’estero e ha fatto scalpore vincendo la Sevilla-Los Palacios Half Marathon nel sud della Spagna, da non confondere con la ben più nota EDP Sevilla Half Marathon, con oltre due minuti di vantaggio sulla seconda, nel crono di 1h09’06, il record del percorso che esiste ancora oggi in vista dell’edizione 2021 del 19 dicembre.

Si usa spesso la definizione “keniota sconosciuta” quando uno dei tanti talenti di quel paese vince una gara fuori da quella nazione, ma spesso vi è anche una mancanza di ricerca o di informazione ma, in quel caso, era una frase molto appropriata e addirittura si sparse la voce che la distanza del circuito non fosse precisa a causa dell’eccellente crono realizzato da Mary e, anche tutto questo stupore fece si che il suo nome cominciasse a circolare tra tanti organizzatori di gare su strada.

Nei primi nove mesi del 2007, comunque, Keitany ha dimostrato in pieno come il suo ottimo debutto internazionale non fosse stato un caso, realizzando altre cinque vittorie di mezza maratona in sei gare in Portogallo, Spagna e Francia, e portando il suo tempo sulla distanza dei 21,097 km a 1h08’36.

L’argento dei mondiali di mezza a Udine

Questa striscia di successi le ha fatto guadagnare un posto nella squadra keniota ai campionati mondiali di di mezza maratona del 2007, nella città italiana di Udine, un riconoscimento che ha successivamente ammesso essere tra i suoi sogni più sfrenati, e tale fiducia è stata ampiamente ripagata vista la sua straordinaria prestazione che le ha regalato il secondo posto dietro l’olandese Lornah Kiplagat, ma anche un assegno di 15.000 dollari che le hanno definitivamente cambiato la vita.

La definitiva consacrazione agonistica

Per dare un resoconto completo dei successivi 12 anni della superba carriera agonistica di Keitany fino alla sua ultima gara, la New York City Marathon del 2019, ci vorrebbe un libro e non si può certo rendere giustizia in poche parole.

Tuttavia, il fatto che la sua carriera di corsa sia finita nella Grande Mela, certamente la più famosa gara del mondo sui 42,195 km, non appare un caso ma un vero segno del destino poiché questo è l’evento della carriera a cui l’atleta è più emotivamente collegata

Dopo essere arrivata terza a New York al suo debutto nella maratona nel 2010, sulla scia della sua vittoria ai campionati mondiali di atletica leggera di mezza maratona del 2009 in 1’06’36 che, all’epoca, era il secondo crono più veloce di sempre, Keitany ha vinto la maratona di New York per ben quattro volte, tre volte consecutive tra il 2014 e il 2016 e poi di nuovo nel 2018.

Ad oggi, rimane l’unica donna, oltre all’incomparabile Grete Waitz, ad aver trionfato a New York più di tre volte.

Keitany ha lasciato il segno anche nella maratona di Londra. Il suo primo trionfo è arrivato nel 2011 e altre vittorie nella capitale britannica sono arrivate nel 2012 e nel 2017.

I record mondiali e le delusioni olimpiche

Come già evidenziato, Keitany è ancora oggi la detentrice del record mondiale di maratona in gara riservata solo alle donne, con il tempo di 2h17’01 stabilito quando ha completato la sua tripletta di vittorie a Londra, quattro anni fa.

Un altro riconoscimento particolarmente notevole durante la sua illustre carriera è stato stabilire il record mondiale di mezza maratona di 1h05’50 alla RAK Half Marathon del 2011.

Forse l’unica macchia della sua splendida carriera è che non sia mai salita sul podio ai giochi olimpici.

A Londra 2012, infatti, si presentò come la favorito dopo essersi presentata da leader mondiale per avere corso, sempre nella stessa città, quattro mesi prima in 2h18’37, ma su un percorso diverso.

Faceva parte delle quattro di testa al 40 km, ma negli ultimi due chilometri non è riuscita a imporre il suo ritmo e ha tagliato il traguardo al quarto posto.

Nel 2016, invece, non è riuscita a far parte della squadra per Rio e, purtroppo, nel 2021 a causa dei postumi del problema alla schiena che l’ha poi costretta al ritiro non ha potuto nemmeno provare a qualificarsi per i giochi di Tokyo.

Keitany non parteciperà più ad una grande maratona, ma lascia una serie di prestazioni memorabili che le hanno certamente assicurato un posto nel pantheon dei grandi della corsa su strada.

Sport OK Junior