Noah Lyles (foto Olympic Channel)
Noah Lyles (foto Olympic Channel)

Dopo il ritiro del leggendario Usain Bolt nel 2017 l’atletica ha trovato con Noah Lyles il nuovo re dello sprint.

Il velocista statunitense si sta proponendo sempre di più come l’erede del giamaicano non solo per i risultati in pista ma anche per il suo modo di intendere lo sport, sempre allegro e spensierato.

Voglio superare i confini del mio sport. L’atletica non è così popolare negli Stati Uniti a meno che non ci siano le Olimpiadi. Voglio contribuire a far diventare l’atletica più amata dai giovani del mio paese“.

Sulle orme dei genitori

Lyles, nato il 18 Luglio 1997 a Gainesville (Florida), ha iniziato la sua carriera come ginnasta e pratica atletica dall’età di 12 anni seguendo l’esempio dei genitori, entrambi atleti di buon livello.

Il padre Kevin aveva un record personale di 45”01 sui 400 metri, mentre la madre Keisha Caine correva a buoni livelli alla Seton Hall University.

Il fratello Josephus Lyles vinse la medaglia d’oro con la staffetta 4×400 ai Mondiali Under 20 di Eugene 2014 e due medaglie ai Mondiali allievi di Cali 2015 (argento sui 400 metri e bronzo sui 200 metri) ma la sua ascesa è stata frenata da una serie di infortuni.

I due fratelli Lyles frequentarono la TC Williams High School ad Alexandria in Virginia.

La rivalità giovanile con Filippo Tortu

Negli anni in cui frequentava la High School, Noah Lyles realizzò 2.03m nel salto in alto. Si mise in luce nel 2014 alle Olimpiadi giovanili di Nanchino, quando vinse il titolo olimpico sui 200 metri in 20”80.

In quell’occasione incontrò per la prima volta Filippo Tortu. La sfida tra Noah e Filippo proseguì due anni dopo ai Mondiali Under 20 di Bydgoszcz in Polonia dove lo statunitense si impose nella finale dei 100 metri in 10”17 davanti all’azzurro (10”24).

Quel giorno mi aspettavo di poter essere contrastato dai giamaicani e rimasi sorpreso nel vedere un giovane italiano alle mie spalle. Filippo è un grande talento ed è sulla buona strada per diventare uno sprinter di successo“, ha commentato Noah a proposito del record italiano di Tortu.

Ad un passo dalle Olimpiadi di Rio

Sempre nel 2016 Lyles arrivò ad un passo dalla qualificazione per le Olimpiadi di Rio de Janeiro con il quarto posto ai Trials olimpici sui 200 metri in 20”09 (primato delle high school statunitensi).

Nel 2017 ha vinto il primo 200 metri in Diamond League a Shanghai in 19”90 e la finale del circuito dei diamanti a Bruxelles in 20”00, ma un infortunio prima dei Campionati statunitensi gli impedì di partecipare ai Mondiali di Londra.

Il titolo statunitense sui 100 metri nel 2018

Nel 2018 è diventato il più giovane vincitore del titolo statunitense sui 100 metri dai tempi di Sam Graddy nel 1984 e il sesto velocista a correre in meno di 9”90 due volte nella stessa giornata.

Nello stesso anno ha corso i 200 metri in meno di 19”70 in quattro occasioni (19”69 a Eugene e Losanna, 19”65 a Montecarlo e 19”67 a Zurigo) a 21 anni. Neanche Usain Bolt aveva corso così velocemente alla sua età, ma l’ obiettivo di Noah è diventare ancora più veloce.

Nel 2016 sognai di correre i 100 metri in 9”41 e lo raccontai a mia mamma. Voglio arrivare vicino a questo tempo in futuro ma devo migliorare la partenza“.

Il primo titolo mondiale a Doha

Lyles ha dominato le ultime tre stagioni della Diamond League sui 200 metri ed è il primo sprinter nella storia del circuito a conquistare il doppio diamante sui 100 metri e sui 200 metri nel 2019 con le vittorie nelle finali di Zurigo (9”98) e Bruxelles (19”74).

Lo scorso Ottobre si è laureato campione del mondo sui 200 metri a Doha in 19”83 e con la 4×100 in 37”10 in una staffetta all-star comprendente Christian Coleman.

Tante volte ho pensato di poter diventare campione del mondo. L’avevo scritto sul telefonino ed essere riuscito a realizzare il mio sogno è incredibile. Non so quanti atleti ci siano riusciti alla prima partecipazione ai Mondiali. Quando ho tagliato il traguardo ho provato sollievo“.

I comportamenti estroversi

Lyles è diventato l’erede di Bolt sia per i risultati straordinari in pista sia per i suoi comportamenti da showman, il suo carattere sempre spensierato e l’allegria contagiosa.

Mi piace divertire il pubblico e regalare uno show agli spettatori che mi vengono a vedere, ma non chiamatemi il nuovo Usain Bolt. Voglio essere ricordato semplicemente come Noah Lyles. Rispetto molto Bolt per i record che ha fatto ma non è il mio idolo.

Mi dispiace soltanto non aver mai corso contro Usain. Forse sarei riuscito a contrastarlo negli ultimi anni della sua carriera, ma nei suoi giorni migliori l’unico in grado di avvicinarsi fu Yohan Blake“.

Si è esibito in spettacolari salti mortali e balletti per festeggiare le vittorie in Diamond League a Losanna e Montecarlo. Quando corse al meeting di Doha nel 2018 indossò delle calze R2D2 per celebrare il giorno di Star Wars. Ai Campionati statunitensi celebrò la vittoria sui 100 metri con la Shoot Dance diventata popolare dal video game Fortnite.

Da sempre appassionato di musica, Noah ha in programma di incidere un disco rap durante la stagione delle Olimpiadi. Ha un canale Youtube e ha inciso una canzone insieme alla specialista dei 100 ostacoli Sharika Nelvis.

L’estate scorsa ha cantato l’inno del Weltklasse di Zurigo “Souvenir” insieme alla band zurighese Baba Schrimps e alla saltatrice statunitense Sandi Morris durante il concerto finale del famoso meeting dello Stadio Letzigrund.

Mi sono divertito molto a cantare “Souvenir”. È una bella canzone, che rimarrà nella memoria della gente per lungo tempo. Sandi Morris ha una voce bellissima e sono onorato di aver partecipato a questo progetto musicale“.

Lyles ha battuto Christian Coleman in 9”86 in un arrivo al photo-finish sui 100 metri al meeting di Shanghai nel 2019. Sui 200 metri Lyles ha preceduto Coleman nella finale dei Campionati statunitensi di Des Moines 2019 (19”78 contro 20”02).

Nell’ultima stagione disputata, Noah ha strappato a Bolt il primato del meeting di Losanna fermando il cronometro in 19”50.

Questa performance cronometrica ha fatto salire Lyles al quarto posto nelle liste mondiali di sempre dopo Usain Bolt (19”19), Yohan Blake (19”26) e Michael Johnson (19”32). Successivamente ha tolto a Bolt anche il record del meeting di Parigi con 19”64.

Attualmente ci sono tanti grandi velocisti in tutto il mondo. Sono contento che siamo tornati a rivivere i duelli tra i migliori sprinter che esaltano i nostri fans, perché nel recente passato erano venuti un po’ meno i confronti diretti.

E’ un grande momento per lo sprint. C’è grande abbondanza di talenti non solo negli Stati Uniti ma anche in Gran Bretagna. Sono contento in particolare dei progressi di Zharnel Hughes e di Reece Prescod.

Seguo da tanto tempo Hughes, che è sceso più volte sotto i 10 secondi. Prima del 2018 non conoscevo molto Prescod e sono rimasto sorpreso dei suoi progressi. Quando un atleta domina tutte le gare, la gente tende ad annoiarsi. Le sfide fanno emozionare i nostri fans”.

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