Nel quinto episodio della serie di mini-documentari “My Story” pubblicati sul sito di European Athletics la discobola croata Sandra Perkovic racconta le tappe della sua carriera dagli inizi fino ai vertici internazionali.
Perkovic è diventata la prima atleta di qualunque disciplina a vincere cinque titoli europei (Barcellona 2010, Helsinki 2012, Zurigo 2014, Amstedram 2016, Berlino 2018) e si è laureata campionessa olimpica due volte a Londra 2012 e a Rio de Janeiro 2016 e campionessa mondiale a Mosca 2013 e a Londra 2017.
Ha realizzato il record personale con l’eccellente misura di 71.41m a Bellinzona nel 2017.
“La prima volta che ho visto una gara di lancio del disco, mi sono subito innamorata di questa specialità. Mi sono detta che volevo diventare una discobola. Nel 2009 entrai in finale ai Mondiali di Berlino a soli 19 anni.
Quell’anno fu molto difficile perché avrei dovuto andare a studiare alla Auburn University negli Stati Uniti, ma decisi di rimanere in Croazia con il mio allenatore Ivan Ivancic dopo aver stabilito il record nazionale con 62.44m.
Nel 2010 vinsi il mio primo titolo europeo a Barcellona all’ultimo tentativo. In quell’occasione capii che ero pronta per realizzare grandi risultati. Al penultimo lancio ero seconda e mi ricordai le parole del mio allenatore, che un giorno mi disse che una gara finisce davvero soltanto dopo il sesto tentativo e che bisogna provarci sempre fino all’ultimo.
Sapevo che ero in grado di lanciare oltre 62.99m realizzato al primo tentativo e realizzai 64.67m diventando la più giovane campionessa europea nella storia del lancio del disco.
Nel tentativo finale diedi più del 100 %. Provai una grande emozione e quando vidi il mio nome davanti a tutte le altre atlete, corsi ad abbracciare il mio coach“.
La campionessa di Zagabria ha parlato del rapporto speciale con sua madre.
“Mia madre è sempre stata una delle mie più grandi sostenitrici. Conosce tutto di me. Mi ha reso forte, mi ha dato il coraggio e mi ha reso una persona realista.
Venne agli Europei di Berlino senza nemmeno dirmelo. Che bella sorpresa provai nel vederla tra il pubblico. Fu un momento davvero emozionante perché in quell’occasione vinsi il mio quinto titolo europeo. Mia madre mi ha insegnato che in ogni stagione ho bisogno di lavorare come se fosse il mio ultimo anno e che devo dare sempre più del cento per cento.
A Berlino sapevo di essere in grande forma ed ero pronta per vincere la medaglia d’oro. Dopo un primo lancio nullo e un secondo tentativo da 59 metri mi sentivo nervosa.
Non ero preoccupata ma ero tesa perché avevo lavorato per fare molto meglio e sapevo che una misura da 63 metri sarebbe bastata per vincere l’oro. Rimasi concentrata e quando realizzai 67.62m al quinto lancio tirai un sospiro di sollievo”.
Perkovic iniziò la sua carriera nell’atletica come lanciatrice di peso, ma provò anche altri sport come basket e pallavolo. Dal 2004 al 2012 fu allenata dall’ex lanciatore Ivan Ivancic, che morì nel 2014 poche settimane dopo il terzo titolo europeo di Sandra a Zurigo.
“Ivan è stato una persona molto importante nella mia vita. E’ stato il primo ad indicarmi che il disco era la mia strada. Mi ha dato consigli, coraggio e mi ha insegnato ad avere rispetto per gli altri.
Sto mettendo ancora in pratica tutti i suoi consigli. Ivan fu il primo a dirmi che avrei vinto il titolo olimpico quando ero ancora agli inizi della mia carriera e avevo un record personale di 35 metri. Mi diceva che potevo farcela se continuavo a lavorare con impegno”
Perkovic ha realizzato tutti i traguardi che un atleta potrebbe sognare ma non si accontenta e vuole ancora di più.
“Voglio essere ricordata come una delle più grandi discobole di sempre. Spero di continuare ancora per tanti anni e gareggiare alle Olimpiadi di Tokyo 2021, Parigi 2024 e Los Angeles 2028 e arrivare alla mia quinta partecipazione olimpica”.