La nuova campionessa iridata nonché detentrice del record mondiale dei 100 ostacoli femminili, la 25enne nigeriana Tobi Amusan, è entrata nel mondo dell’atletica solo per uno strano caso del destino in quanto aveva iniziato da giovane come velocista e saltatrice in lungo ma poi, a 13 anni si è presentata per partecipare a un meeting di atletica locale, senza sapere bene che gare fossero in programma e, avendo scoperto che ce n’era solo una, quella con gli ostacoli, dietro l’insistenza del suo allenatore vi partecipò vincendola senza avere la minima preparazione.
I casi della vita, anche se poi quasi certamente la talentuosa atleta sarebbe approdata in ogni caso alla corsa veloce con ostacoli a dispetto, a dire il vero, della sua altezza non eccezionale, le cronache parlano di 156 centimetri, veramente pochi se si pensa che gli ostacoli sono alti 84 centimetri, più della metà della sua e che, di fatto, quasi tutte le più forti ostacoliste sono piuttosto alte, almeno 1,70, anche se la ex primatista del mondo, la statunitense Kendra Harrison, in realtà arriva solo a 1,63 a dimostrazione del fatto che quelli che contano sono i piedi, che certamente Amusan ha particolarmente reattivi.
Il sensazionale risultato di domenica scorsa da parte della nigeriana, che ricordiamo ha dapprima battuto il record del mondo in semifinale dei 100 H con 12″12, superando il primato di 12″20 della Harrison, e ha poi vinto il titolo con un 12″06 ancor migliore ma inficiato da un vento fuori norma, ha certamente rappresentato una sorpresa in quanto la pur talentuosa ostacolista aveva, prima di partecipare ai campionati iridati, un personale di 12″41 realizzato il 18 giugno scorso a Parigi, per cui il suo miglioramento è stato di ben 29 centesimi.
Questo enorme progresso ha provocato anche qualche commento sarcastico da parte di una parte della stampa, quantomeno italiana, quella stessa che tanto si era indignata quando l’anno scorso vi erano stati dei sospetti da parte di alcune testate straniere, perchè una simile impresa l’aveva fatta alle Olimpiadi proprio Marcell Jacobs il quale, di fatto, con il 9″80 della vittoriosa finale olimpica aveva realizzato un miglioramento di 23 centesimi rispetto al suo personale del 2019, e addirittura di 30 rispetto al suo miglior crono del 2020.
In ogni caso, grande onore al merito di questa sensazionale atleta che ha regalato alla sua nazione la prima medaglia d’oro ad un campionato del mondo, e a se stessa l’enorme soddisfazione di avere raggiunto l’apice della sua carriera che l’aveva vista anche subire cocenti delusioni per essere arrivata, due volte, al quarto posto nelle massime competizioni internazionali, nel 2019 ai Mondiali di Doha e nel 2021 alle Olimpiadi di Tokyo.
Significative le sue parole in tal senso: “Ero la quasi ragazza. Sono arrivata quarta e quarta, ma ora finalmente ce l’ho fatta. L’obiettivo era quello di riuscire a vincere questo oro. L’ho fatto e basta. Onestamente credevo nelle mie capacità, ma non mi aspettavo un record del mondo a questi campionati. L’idea è sempre quella di fare bene e vincere. Quindi il record del mondo è un bonus. Sapevo di avercela fatta, ma non potevo crederci quando l’ho visto sullo schermo dopo la semifinale“.
Nata nella città di Ijebu Ode, nello stato occidentale nigeriano di Ogun, Amusan dopo l’iniziale casuale gara sugli ostacoli, a 13 anni, è passata gradualmente a tale disciplina continuando per un po’ anche a gareggiare nella velocità pura e nel salto in lungo, inserendo una sessione di ostacoli alla settimana che faceva in maniera avventurosa, mettendo pneumatici sulla pista per saltare, perché nella sua città non c’erano ostacoli da utilizzare.
Quando è stata sostituita come membro della squadra nigeriana della staffetta 4x100m alle selezioni per i Giochi giovanili africani del 2014, ha pensato che non aveva nulla da perdere e si è iscritta agli ostacoli. Ha vinto e si è poi guadagnata l’argento ai Giochi giovanili africani in Botswana.
Poi è seguito un viaggio in Etiopia nel 2015, dove ha vinto l’oro africano under 20, seguito dalla vittoria ai Giochi all-african di Brazzaville, in Congo.
“È stata una delle tappe più importanti della mia carriera; la vittoria di quel campionato mi ha permesso di diventare quella che sono oggi“, ha dichiarato.
Nel 2016, Amusan ha ricevuto una borsa di studio per frequentare l’Università del Texas a El Paso, dove il duro allenamento ha fatto scendere il suo record personale da 13″10 a 12″83.
All’UTEP ha lavorato con la nuova allenatrice, la giamaicana Lacena Golding-Clarke, tre volte olimpionica, e campionessa dei 100 ostacoli ai Giochi del Commonwealth nel 2002.
Naturalmente non sono mancate le battute d’arresto lungo il percorso. Ai campionati mondiali U20 di Bydgoszcz, in Polonia, nel 2016, Amusan ha avuto problemi di tecnica e si è classificata al quinto posto e, nell’occasione, la delusione è stata talmente forte da pensare di abbandonare totalmente l’atletica.
Ma si è riorganizzata e, dopo aver raggiunto le semifinali alle Olimpiadi di Rio 2016, è rimasta imbattuta nella stagione collegiale statunitense all’aperto del 2017 e ha vinto il titolo NCAA con il personale di 12″57.
Ai Campionati Mondiali di Londra 2017 si è presentata come la quarta ostacolista più veloce della stagione, ma ha avuto i crampi per il freddo e non è riuscita a raggiungere la finale.
Le sue parole dopo quella esperienza: “Dopo Londra ho capito che il fatto di essere nel gruppo, di sapere di essere in grado di fare cose a questa età, avevo solo 20 anni, e di essere classificata tra le prime otto mi rende fiduciosa che quando avrò la giusta tecnica, la giusta velocità e sarò un po’ più forte, sarò a posto“.
Amusan è diventata professionista alla fine dello stesso anno e ha vinto l’oro ai Giochi del Commonwealth 2018 a Gold Coast, in Australia, all’età di 20 anni. Nello stesso anno ha trionfato anche ai Campionati africani.
Nel 2019, è arrivata a soli 2 centesimi dal bronzo a Doha mentre l’anno scorso è arrivata a 5 dalla medaglia ai Giochi di Tokyo.
Per chiudere alcune sue dichiarazioni che dimostrano una grande modestia che l’ha portata “Non credo che esista una gara di atletica leggera che possa insegnare l’umiltà come lo sprint a ostacoli. Puoi essere il più veloce in campo, ma un errore può segnare la fine della tua gara. Un ostacolista non dovrebbe mai affrontare una gara con un certo livello di compiacimento o arroganza. Ti insegna a essere umile“.
Almeno per ora, Amusan può permettersi di essere un po’ meno umile in quanto è semplicemente la più veloce di tutti i tempi e la migliore al mondo, e non è male per una che è diventata ostacolista per caso.