Marcell Jacobs: il texano d’Italia

L'azzurro è in grandissima condizione per i 60 degli Euroindoor

Marcell Lamont Jacobs non ha nulla d’italiano nelle tre parti del suo nome e cognome ma, pur essendo nato a El Paso, località statunitense del Texas che evoca alla memoria degli appassionati di film western i classici del genere, parla abbastanza male l’inglese e gli piace molto scherzare su questa cosa.

Da qualche anno, però, da quando le sue trasferte internazionali sono aumentate a dismisura, l’inglese dell’atleta desenzanese, che ha passato gran parte della sua vita proprio nella ridente località sul lago di Garda insieme alla madre, è migliorato notevolmente e, anche in occasione della sua brillante vittoria al World Indoor Tour di Lodz, quando ha fissato il suo personale dei 60 metri in 6″53, lo abbiamo sentito rispondere brillantemente in quella che è stata la sua lingua originaria.

Nato il 26 settembre 1994 il bambino Marcell si è trasferito prestissimo in Italia, e il suo primo sport è stato il basket per poi scoprire, a 10 anni, il bellissimo impianto di atletica di Desenzano del Garda dove allena il tecnico Gianni Lombardi, storico organizzatore del meeting Multistars.

L’inizio in pista è stato dedicato al gioco, come è giusto che fosse, e il primo amore è stata la velocità pura per poi passare, dal 2011, nel periodo della categoria allievi, al salto in lungo dove si è messo subito in evidenza ottenendo successivamente nel 2013 da juniores il record italiano di categoria con 7,75 e battendo il precedente primato che resisteva dal 1976.

Pur essendo particolarmente predisposto, il percorso agonistico di Marcell in tale disciplina è sempre stato un po’ tormentato, e si sono alternati ottimi risultati con lunghi periodi di stop dovuto a infortuni.

Il culmine delle sue prestazioni nel lungo è stato tra l’estate del 2015, quando saltò 8,05, quella del 2016, quando fece addirittura un sensazionale 8,48 a Bressanone con vento fuori norma (+2,8), e successivamente nell’inverno del 2017, quando ottenne il suo personale di sempre con 8,07.

Marcell Jacobs (foto FIDAL/Colombo)
Marcell Jacobs (foto FIDAL/Colombo)

Dopo questo salto, però, sono ricominciati i problemi che lo avevano già afflitto in precedenza, ed è iniziato un periodo dedicato alla velocità pura che, forse, nelle intenzioni sue e del suo tecnico Paolo Camossi, avrebbe dovuto essere solo di transizione in attesa di ritornare definitivamente al lungo.

In effetti, nel febbraio del 2019, si ripresenta sulla pedana del salto in una gara indoor a Madrid e ottiene un ottimo 8,05 ma poi, forse, qualche altro acciacco lo convince a rituffarsi, a pieno regime, nelle corse veloci, e quell’estate ottiene la sua definitiva consacrazione nei 100 metri, correndo in 10″03 in un meeting a Padova che gli regala la terza prestazione italiana di sempre.

Ai mondiali di Doha, poche settimane dopo, da una grande dimostrazione di talento nella batteria, ma poi in semifinale manca il traguardo finale da raggiungere anche se, insieme alla staffetta 4×100 azzurra, ottiene pochi giorni dopo il record italiano con 38″11.

Marcell Jacobs-Doha (foto Colombo/FIDAL)
Marcell Jacobs-Doha (foto Colombo/FIDAL)

Il 2020, l’anno dell’inizio della pandemia, è stato per Marcell all’insegna di una grande continuità di risultati, con tempi sempre intorno ai 10″10 e la consapevolezza che il traguardo, anche per lui, dell’abbattimento della barriera dei 10 secondi nei 100 metri, non sia per nulla lontano.

Le sue sfide con Filippo Tortu, il primatista italiano con 9″99, hanno spesso infiammato i tifosi di atletica e siamo certi che, anche in questo anno olimpico, quando cominceranno a confrontarsi, saranno l’uno di grande stimolo per l’altro, al fine di cercare di abbattere sempre di più i propri limiti, oltre che essere compagni di nazionale nella staffetta che, proprio 1 e 2 maggio, tra due mesi esatti, cercherà di ottenere il pass per Tokyo alle World Relays di Chorzow, in Polonia.

Intanto, Marcell si gode un eccezionale inizio di stagione dove ha deciso di concentrarsi, per la prima volta in carriera, sulla distanza dei 60 metri al coperto, in cui ha ottenuto sinora ottimi crono che gli hanno fatto vincere importanti meeting di World Indoor Tour oltre che avvicinare, con 6″53, il primato italiano risalente al 2013 di Michael Tumi.

Marcell Jacobs (foto meeting Turku)
Marcell Jacobs (foto meeting Turku)

Sabato 6 marzo, nell’Arena di Torun, alle 10,20 inizierà la sua avventura europea dei 60 metri dove appare, a nostro avviso, il più accreditato per la vittoria finale in virtù di una straordinaria continuità messa in mostra dall’inizio dell’anno.

I suo presumibili avversari saranno, primo di tutti, il tedesco Kevin Kranz, che proprio il giorno prima della vittoria di Marcell agli assoluti italiani ha realizzato in quelli tedeschi il suo miglior crono di carriera, con un 6″52 di suo record nazionale eguagliato, grazie al quale ha anche abbassato, di un centesimo, la miglior prestazione stagionale europea dell’azzurro.

Il tedesco, peraltro, al contrario di Marcell ha corso così veloce solo in una gara, mentre nelle altre uscite stagionali era apparso meno brillante, pur mantenendosi intorno ai 6″60.

In ogni caso, salvo sorprese, saranno questi due atleti a contendersi la medaglia d’oro europea, con gli altri pretendenti per il terzo posto sul podio da cercare tra gli altri due tedeschi Julian Wagner, 6″59, e Michael Pohl, 6″60, l’olandese Joris Van Gool, 6″58, lo svizzero Silvan Vicki e il polacco Remigiusz Olszewski, 6″59, mentre lo slovacco campione uscente, Jan Volko, sembra indietro con il suo 6″61 in stagione, anche se l’esperienza conta sempre molto in tali circostanze.

Marcell Jacobs (foto Grana/FIDAL)
Marcell Jacobs (foto Grana/FIDAL)
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