Si è conclusa l’altra notte italiana, a Eugene in Oregon, la diciottesima edizione dei campionati del mondo di atletica che hanno visto risultati di altissimo contenuto tecnico tra cui su tutti i tre primati del mondo realizzati, quello sovraumano della statunitense Sydney McLaughlin sui 400 H donne con 50″68 nell’ottava giornata e poi, nelle ultime finali in programma, quelli dello svedese Armand Duplantis con un salto di 6,21 nell’asta maschile e della nigeriana Tobi Amusan con il sensazionale crono di 12″12 sui 100 H femminili.
Ed è proprio dal fantastico primato dell’ostacolista africana che vogliamo iniziare la nostra analisi dettagliata dell’ultimo atto di questa manifestazione iridata, per quello che sicuramente era un risultato non facilmente prevedibile, al di là del riscontro cronometrico, in quanto Tobi vantava prima dell’inizio dei campionati un primato sia pur eccellente di 12″41, ottenuto a Parigi nella tappa francese di Diamond League il 18 giugno scorso, e sembrava chiusa nel pronostico da avversarie più accreditate di lei.
La nigeriana, invece, già in batteria ha mostrato una condizione straordinaria migliorandosi subito sino a 12″40, e poi ha battuto il primato mondiale della statunitense Kendra Harrison in semifinale correndo in 12”12, con vento a favore di +0.9 m/s, per poi trionfare nella finale e vincere la prima medaglia d’oro nella storia della sua Nazione ai Mondiali, con un tempo ancor migliore di 12”06, ma con vento oltre la norma di +2.5 m/s che non ha permesso l’omologazione.
Amusan ha iniziato la sua carriera nell’atletica come velocista e saltatrice in lungo in Nigeria ma, a 13 anni, dopo aver partecipato ad una gara locale nel suo paese natale, il suo primo allenatore la incoraggiò a prendere parte ad una gara di ostacoli che Tobi vinse e iniziò quindi a dedicarsi a tale disciplina.
La 25enne ostacolista, che ha riscattato la delusione per il doppio quarto posto ai Mondiali di Doha nel 2019 e alle Olimpiadi di Tokyo 2021, si è formata all’Università di El Paso negli Stati Uniti e, prima del trionfo mondiale, aveva vinto in carriera la medaglia d’oro ai Giochi del Commonwealth 2018 di Gold Coast e la finale della Diamond League 2021 di Zurigo con l’allora record africano di 12”42 mentre, in questa stagione, ha vinto al meeting Diamond di Parigi con il già citato 12”41.
Le dichiarazioni di Amusan: “Ero la ragazza che arrivava sempre vicina alle medaglie ma si piazzava sempre quarta. Credo nelle mie abilità e non mi aspettavo il primato a questi campionati. Questo titolo è un sogno che si avvera. Sapevo di valere questo, ma non riuscivo a crederci quando ho visto il maxischermo dopo le semifinali. Era soltanto una questione di tempo”.
La giovane giamaicana Britany Anderson ha conquistato l’argento con 12”23 dopo aver migliorato il personale in semifinale con 12”31.
Britany Anderson: “Non ho corso una buona gara nella parte centrale perché continuavo a toccare gli ostacoli. Ringrazio Dio per essere riuscita a vincere la medaglia d’argento. Continuo a progredire passo dopo passo e imparerò da questa esperienza”.
La campionessa olimpica e tre volte vincitrice del titolo NCAA Jasmine Camacho Quinn è salita ancora su un podio importante sempre con 12”23 arrivando a cinque millesimi di secondo da Anderson.
L’ostacolista nata da padre americano e da madre portoricana ha realizzato il personale stagionale in semifinale con 12”32. Aila Armstrong (campionessa NCAA nel 2022 per Louisiana State University) è stata la migliore delle statunitensi in quarta posizione con 12”31 dopo aver vinto la semifinale in 12”43.
Kendra Harrison ha corso il secondo miglior tempo in semifinale con 12”27 ma è stata squalificata per aver abbattuto un ostacolo con una mano.
Jasmine Camacho Quinn: “Ero molto nervosa. Si vedeva la mia tensione in volto. Ho colpito l’ostacolo e sono contenta della medaglia”.
La giamaicana Danielle Williams si è piazzata al sesto posto in 12”44, tempo più veloce rispetto alla prestazione con la quale si vinse in sei precedenti edizioni dei Mondiali nel 1991, 1995, 2003, 2005, 2015 e 2017.
Salto con l’asta maschile
Il campione olimpico Armand Duplantis ha vinto l’unico titolo che ancora mancava alla sua straordinaria collezione e lo ha fatto in grande stile superando il record del mondo assoluto con 6.21m con un margine molto ampio tra sé e l’asticella. Le immagini del salto da record fanno capire che Duplantis potrebbe attaccare quote vicine alla barriera di 6.25m-6.30m in un futuro non lontano.
Lo svedese nato in Louisiana ha migliorato il quinto record mondiale della sua carriera. Il suo primo record è stato battuto nel meeting indoor di Torun nel 2020 con 6.17m. Successivamente ha saltato 6.18m a Glasgow la settimana dopo.
Quest’anno ha battuto due record con 6.19m al meeting indoor di Belgrado e 6.20m ai Mondiali Indoor sempre nella capitale serba. Duplantis ha battuto la migliore prestazione mondiale all-time all’aperto del grande Sergey Bubka saltando 6.15m al Golden Gala, misura migliorata lo scorso 30 Giugno al meeting di Stoccolma davanti al pubblico di casa.
Nel caso delle prestazioni realizzate all’aperto non si tratta di veri e propri record mondiali ma di migliori prestazioni all-time outdoor perché World Athletics equipara i record dell’asta indoor a quelli all’aperto.
Duplantis ha valicato la barriera dei 6 metri 48 volte in carriera superando Bubka, che superò quest’altezza 46 volte.
Duplantis ha iniziato la gara superando la misura di apertura di 5.70m al primo tentativo e ha deciso di passare la quota di 5.80m. Ha avuto una sola esitazione sbagliando un tentativo a 5.87m ma ha messo le cose a posto valicando la quota alla seconda prova con un margine molto ampio rispetto all’asticella.
Il ventiduenne svedese ha centrato 5.94m ancora alla prima prova. Fino a quel momento era in testa alla pari con lo statunitense Chris Nilsen, che ha avuto bisogno di due tentativi a 5.87m prima di centrare 5.94m alla prima prova.
Duplantis si è assicurato la vittoria alla quota di 6.00m, quando Nilsen e il filippino Ernest John Obiena hanno sbagliato la loro terza prova a questa misura. Obiena ha vinto la medaglia di bronzo con il record asiatico di 5.94m diventando il primo atleta filippino a salire sul podio ai Mondiali di atletica.
Duplantis ha migliorato il primato dei Mondiali a 6.06m ancora alla prima prova superando di un centimetro il record della manifestazione iridata detenuto da Dimitri Markov dall’edizione di Edmonton del 2001 con 6.05m.
Duplantis ha centrato la quota di 6.21m alla seconda prova e ha celebrato l’impresa con un salto mortale. Lo scandinavo ha dato l’impressione in tutta la gara di rendere facili anche le imprese più difficili. Per il giovane fuoriclasse svedese Hayward Field è stato come saltare nel giardino di casa. Conosce questa pedana come le sue tasche avendo gareggiato tante volte fin dalle gare universitarie americane.
Duplantis ha conquistato il cuore degli appassionati per la sua straordinaria simpatia. E’ il campione della porta accanto perché ha costruito un legame speciale con i suoi avversari, che in ogni gara non mancano mai di chiedere al pubblico di battere le mani per ritmare le sue rincorse. Alla fine di ogni gara Armand è sempre il primo ad abbracciare i suo avversari e a stringere la mano ai giudici.
Duplantis deve il suo celebre soprannome italiano ad un signore di origini siciliane, grande amico di suo padre Greg Duplantis e testimone di nozze dei genitori, che chiamava Armand “Mondo”.
Mondo ha iniziato la sua carriera seguendo le orme di suo padre Greg, astista dell’era di Sergey Bubka. Da piccolo saltava sulla pedana di salto con l’asta costruita dal padre nel giardino di casa a Lafayette in Louisiana. Greg segue la tecnica del figlio, mentre la madre svedese Helena Hedlund (ex eptatleta e giocatrice di pallavolo) cura la preparazione atletica.
Armand ha tre Fratelli che hanno praticato sport a buoni livelli: Andreas ha rappresentato la Svezia ai Mondiali under 18 di Bressanone nel 2009, Antoine ha lasciato il salto con l’asta per giocare a baseball per Louisiana State University. La sorellina Johanna ha stabilito un primato personale di 3.96m nell’asta nel Gennaio 2021.
Durante l’anno della pandemia la madre ha percorso migliaia di chilometri in auto dalla Svezia a Montecarlo alla vigilia del meeting della Diamond League del Principato per trasportare le aste del figlio, che non potevano essere imbarcate sull’aereo.
Armand Duplantis: “Era la medaglia che ancora mancava nella mia bacheca. Il record del mondo è sempre un obiettivo ma oggi puntavo soprattutto alla vittoria. Non ho pensato troppo al primato del mondo. Quando si rimane da soli a saltare nello stadio, c’è sempre molta pressione.
E’ sempre un onore quando la gente rimane seduta ai suoi posti per vedere soltanto me in gara, quando le altre competizioni sono ormai finite. Non ho toccato l’asticella nel tentativo riuscito alla quota del record del mondo. Credo di avere ancora margini di miglioramento. Amo molto saltare a Eugene.
L’atmosfera era fantastica all’interno di Hayward Field. Alla fine della gara ero stanco, ma il pubblico è stato fantastico. Gli spettatori mi hanno dato molta energia di cui avevo bisogno per superare l’asticella. Non riesco ad immaginare quali misure potrò saltare in futuro. Ora mi prenderò una pausa per stare con la mia famiglia e i miei amici”.
La pausa sarà molto breve perché Duplantis gareggerà nella tappa della Diamond League di Chorzow del 6 Agosto, agli Europei di Monaco di Baviera dal 15 al 21 Agosto e a Losanna nella gara che si disputerà il 25 Agosto nella Place de Navigation nel centro della città svizzera.
Chris Nilsen ha bissato l’argento delle Olimpiadi dell’anno scorso saltando 5.94m davanti al pubblico di casa. Lo statunitense vinse anche il bronzo ai Mondiali Indoor di Belgrado dello scorso Marzo. Nilsen vinse un titolo NCAA nel 2019 davanti a Duplantis con la maglia del team della University del South Dakota, per la quale ha gareggiato anche la saltatrice con l’asta piemontese Hellen Falda.
Chris Nilsen: “Mondo continuerà a battere record del mondo uno dopo l’altro, ma io proseguo a scrivere la storia della mia carriera. Questa medaglia significa che sono molto regolare nel mio rendimento. Faccio parte dei primi tre del mondo”.
Ernest John Obiena ha messo le Filippine nella mappa dell’atletica mondiale vincendo la prima medaglia nella storia del suo paese. Obiena ha migliorato di un centimetro il suo record asiatico con 5.94m al secondo tentativo. E’ una medaglia anche un po’ italiana perché Ernest si allena a Formia con il grande coach Vitaliy Petrov, che gioisce ancora per un suo atleta dopo i passati successi di Sergey Bubka, Yelena Isinbayeva, Giuseppe Gibilisco e Thiago Braz Da Silva.
Obiena, undicesimo alle Olimpiadi di Tokyo 2021, si è assicurato la medaglia quando il francese Renaud Lavillenie e il tedesco Bo Kanda Lita Bahere hanno commesso il terzo errore a 5.94m. Thiago Braz Da Silva ha superato 5.87m e ha deciso di passare l’ultima prova a 5.94m.
Il brasiliano ha commesso tre errori a 6.00m e si è piazzato al quarto posto per un numero minore di errori nei confronti del tedesco Oleg Zernikel, di Lavillenie e di Lita Baehre. E’ stata la gara con la migliore densità di risultati della storia della specialità con sette atleti in grado di superare 5.87m e nove oltre la barriera dei 5.80m.
Ernest Obiena: “Non mi aspettavo di poter saltare questa misura. Non pensavo nemmeno che questa quota sarebbe stata sufficiente per vincere una medaglia”.
800 metri femminili
La ventenne statunitense Athing Mu ha fatto doppietta vincendo l’oro mondiale dopo il trionfo olimpico di Tokyo. Mu ha vinto un fantastico duello testa a testa con la coetanea britannica Keely Hodgkinson per soli otto centesimi di secondo con il miglior crono mondiale dell’anno di 1’56”30. L’ex quattrocentista keniana Mary Moora ha vinto la medaglia di bronzo con il record personale con 1’56”71 davanti alla giovane etiope Diribe Welteji, che ha migliorato il personale con 1’57”02.
Mu ha costruito tutti i successi più importanti proprio sulla pista di Hayward Field vincendo il titolo NCAA sui 400 metri in 49”57, le ultime due edizioni dei Campionati statunitensi sugli 800 metri e la sua prima gara della carriera in Diamond League nell’Agosto 2021 con il record statunitense di 1’55”04.
Athing viene da una famiglia originaria del Sud Sudan. E’ nata a Trenton nel New Jersey ed è la seconda di sette figli. Ha incominciato con l’atletica a sei anni. Si mise in luce nel Febbraio 2019 quando realizzò il record statunitense indoor sui 600 metri con 1’23”57 nei 600 metri. Lo scorso Giugno Mu ha conquistato il successo al Golden Gala di Roma in 1’57”01 il giorno dopo il suo ventesimo compleanno.
Athing Mu: “Amo gareggiare contro atlete in grado di correre grandi tempi. Voglio essere molto regolare quest’anno e continuare a vincere. Oggi è stata una gara più dura del solito. Il prossimo obiettivo è correre sempre più veloce”.
Keely Hodgkinson: “Athing Mu é una grande atleta. Abbiamo appena 20 anni e abbiamo molti anni davanti a noi. Ci incontreremo di nuovo su un podio mondiale”.
Finale 5000 metri maschili
Il campione olimpico dei 1500 metri Jakob Ingebrigtsen ha riscattato la delusione per la medaglia d’argento sui 1500 metri vincendo l’oro sui 5000 metri in 13’09”24.
Un gruppo di 15 atleti è passato ai 3000 metri in 8’04”50 in una gara condotta su ritmi lenti nelle fasi iniziali. Ingebrigtsen ha preso la testa della gara a due giri dalla fine e ha percorso l’ultimo giro in 53”93.
Ingebrigtsen ha completato il “Grande Slam” di titoli nelle grandi manifestazioni internazionali dopo i successi sui 1500m e sui 5000m agli Europei di Berlino 2017 a 18 anni e alle Olimpiadi di Tokyo sui 1500m in 3’28”32 (record europeo). Detiene il record mondiale indoor con 3’30”60 realizzato a Liévin.
Jakob debuttò sulla scena internazionale quando corse in 3’58”07 a 16 anni nel Miglio del Prefontaine Classic diventando il più giovane atleta della storia a scendere sotto il muro dei 4 minuti sulla distanza dei 1609 metri. Jakob non è più allenato dal padre Gjert ma è seguito dai fratelli Henrik e Filip, che vinsero i titoli europei sui 1500m rispettivamente a Helsinki 2012 e a ad Amsterdam 2016.
La storia della famiglia Ingebrigtsen è raccontata nel documentario a puntate “Team Ingebrigtsen” trasmesso dalla televisione norvegese.
Jakob Ingebrigtsen: “Provo una sensazione fantastica a vincere la medaglia d’oro. Era il mio quinto tentativo in carriera di diventare campione mondiale. Finalmente ho vinto il mio primo oro. Non volevo giocarmi il titolo allo sprint perché volevo dimostrare la mia superiorità. Volevo questo titolo e ne avevo bisogno. Dopo la sconfitta sui 1500 metri ho vissuto un momento difficile. Sapevo che non sarei stato battuto negli ultimi giri, ma i 5000 metri sono una gara molto difficile”.
Il ventunenne keniano Jacob Krop si è aggiudicato l’argento in 13’09”98 davanti al giovane talento ugandese Oscar Chelimo, che ha migliorato il personale stagionale con 13’10”20 portando a casa un’insperata medaglia di bronzo. Il ventenne Chelimo è fratello del primatista mondiale di mezza maratona Jacob Kiplimo e ha vinto l’edizione 2020 della Boclassic di Bolzano.
Jacob Krop: “Alla fine sembrava che tutti avessero una chance di salire sul podio. Ero in buona posizione e quando ho lanciato l’attacco finale, ci ho provato ma Ingebrigtsen ha piazzato l’attacco vincente”.
Oscar Chelimo: “Ho vissuto alcuni momenti difficili negli ultimi tempi. L’anno scorso ero contento di essermi qualificato per le Olimpiadi di Tokyo, ma mi classificai ultimo in finale. Mi chiesi il motivo. Il mio allenatore mi incoraggio dicendomi che ero un campione. Mi consigliò di dimenticare il passato e di continuare a correre”.
Luis Grijalva del Guatemala si é piazzato al quarto posto con il personale stagionale di 13’10”44 ottenendo il miglior piazzamento per il suo paese nella storia dei Mondiali.
Luis Grijalva: “Ho una sensazione fantastica. Sono arrivato vicino ad una medaglia. Sarebbe stata la prima nella storia per il Centro America”.
Il campione e primatista mondiale Joshua Cheptegei si è piazzato al quinto posto con 13’13”12. L’oro olimpico dei 10000 metri Selemon Barega non è andato oltre il dodicesimo posto in 13’19”12.
Finale del salto in lungo femminile
La fuoriclasse tedesca Malaika Mihambo ha vinto il secondo titolo mondiale consecutivo nel salto in lungo con l’eccellente misura di 7.12m. Al termine di una gara emozionante con tante atlete racchiuse in pochi centimetri Mihambo ha battuto la nigeriana Ese Brume, che si era portata in testa con un salto da 7.02m al terzo tentativo.
Mihambo ha sentito la pressione dopo due salti nulli nei primi due tentativi, ma si è portata in zona podio con un tentativo da 6.98m. La stella dell’atletica tedesca è andata in testa con un salto da 7.09m al quarto tentativo e si è migliorata con 7.12m alla sesta prova.
La nativa di Heidelberg vinse l’edizione precedente di Doha quando realizzò il record personale e la seconda misura tedesca all-time di 7.30m. Soltanto la grande Heike Drechsler ha fatto meglio di Mihambo con 7.48m nel 1992. Mihambo ha sempre avuto come idolo Drechsler, con la quale è spesso in contatto. Alle Olimpiadi di Tokyo vinse la medaglia d’oro con 7.00m all’ultimo tentativo.
Malaika, il cui nome significa angelo in lingua shwaii, ha la mamma tedesca e il padre di Zanzibar. Si è laureata in scienze politiche all’Università di Mannheim e si è occupata di progetti sociali dedicati ai bambini. Nel tempo libero si dedica alla meditazione e ha viaggiato in paesi esotici come India e Thailandia.
Malaika Mihambo: “Ho avuto problemi tecnici. Ho fatto due passi troppo lunghi e ho commesso due nulli nei primi due tentativi. Sapevo di poter fare un buon salto nel terzo tentativo. Sono abituata a queste situazioni. Ho dovuto dare fondo alle mie energie. Posso fare meglio.”
Eze Brume é salita ancora sul podio vincendo l’argento con 7.02m dopo il doppio bronzo ai Mondiali di Doha 2019 e alle Olimpiadi di Tokyo 2021. La medaglia ha coronato una grande giornata per la Nigeria dopo il titolo mondiale di Tobi Amusan sui 100 metri ostacoli.
Ese Brume: “Tobi Amusan è la mia migliore amica. Lo sanno tutti. E’ stato un risultato fantastico per noi perché è l’obiettivo per il quale ci siamo allenate. E’ stata una serata meravigliosa per la Nigeria”.
La brasiliana Leticia Oro Melo ha vinto la medaglia di bronzo con il personale di 6.89m davanti alla campionessa statunitense Quanesha Burks (6.88m). L’australiana Brooke Bushkuehl Stratton, che in questa stagione ha realizzato il personale e il record nazionale con 7.13m a Chula Vista, si è piazzata al quinto posto con 6.87 precedendo Ivana Vuleta Spanovic (6.84m) e Maryna Beck Romanchuk (6.82m). Soltanto sette centimetri hanno diviso la settima classificata e la vincitrice della medaglia di bronzo.
Decathlon maschile
Il francese Kevin Mayer ha vinto la seconda medaglia di bronzo della sua carriera nel decathlon con 8816 punti battendo il canadese Pierce LePage (8701 punti) e lo statunitense Zachary Ziemek (8676 punti). Il campione olimpico Damian Warner si è infortunato alla coscia durante i 400 metri.
Mayer ha iniziato la seconda giornata correndo in 13”92 sui 110 ostacoli prima di realizzare 49.44m nel lancio del disco, 5.40m nel salto con l’asta, 70.31m nel lancio del giavellotto. Il primatista mondiale aveva 107 punti di vantaggio su LePage prima dei 1500 metri finali. Mayer ha concluso le dieci fatiche correndo i 1500 metri in 4’41”44.
LePage ha realizzato il tempo più veloce sui 110 ostacoli con 13”78 e ha migliorato il personale nel disco con 53.26m prima di superare 5.00 nell’asta.
Ziemek ha avuto una grande seconda giornata nella quale ha superato 5.40m nell’asta prima di lanciare 62.18m nel giavellotto salendo in terza posizione.
Il portoricano Owens Delerme, primo dopo la prima giornata con un sensazionale 45”07 sui 400 metri, ha dato il tutto per tutto per vincere una medaglia imponendosi nei 1500 metri in 4’13”02 davanti al campione del mondo Nicklas Kaul (4’13”81). Il campione NCAA del 2022 si è piazzato quarto con il record nazionale di 8532 punti precedendo il grenadino Lindon Victor (8474), il tedesco Nicklas Kaul (8434 punti) e l’estone Maicel Uibo (8425 punti).
Mayer è nato ad Argeneuil vicino a Parigi il 10 Febbraio 1992 da una famiglia originaria della Lorena. Ha tre fratelli Thibault, Thomas e Sebastien. La famiglia vive a La Roche le Glun, una piccola città sul fiume Rodano. Kevin si allena a Montpelier sotto la guida del coach francese Bertrand Valcin.
Si rivelò con la vittoria ai Mondiali di Bressanone nel 2009. In carriera ha vinto l’oro mondiale a Londra 2017 e due argenti olimpici a Rio 2016 e Tokyo 2021 e gli ori agli Europei indoor 2017 a Belgrado e ai Mondiali Indoor di Birmingham 2018 . Ha battuto il record del mondo di Ashton Eaton con 9126 a Talence nel 2018 con 9126 punti. Coltiva la passione per il basket NBA e i Boston Celtics.
Kevin Mayer: “Non voglio dormire. Voglio semplicemente bere per festeggiare questa vittoria. Avevo molta pressione in ciascuna prova perché mi sono preparato per questi mondiali in due mesi e non ho avuto tempo per prepararmi al meglio per le prove dei 400 metri e del salto in alto. Gara dopo gara ho ritrovato la fiducia”.
Staffetta 4×400 femminile
Il giovanissimo team statunitense formato da Talitha Diggs, Abby Steiner, Britton Wilson e Sydney McLaughlin ha conquistato la medaglia d’oro secondo pronostico in un eccellente 3’17”79. McLaughlin ha corso l’ultima frazione in uno strepitoso 47”91 solo due giorni dopo aver vinto la finale dei 400 metri ostacoli con un sensazionale 50”68.
Sydney McLaughlin: “E’ una sensazione davvero irreale. Abbiamo corso con un team molto giovane con atlete appena uscite dal college universitario. Il team è stato messo insieme all’ultimo momento dopo una lunghissima stagione NCAA. E’ la nuova generazione dell’atletica statunitense. Non c’era modo migliore di finire questi mondiali”.
Le giamaicane Candice McLeod, Janieve Russell, Stephanie Ann McPherson e Cherokee Young hanno vinto l’argento in 3’20”74 battendo le britanniche Victoria Ohuruogu, Nicole Yeargin, Jessie Knight e Laviai Nielsen (3’22”64)
La giovane formazione italiana composta da Anna Polinari, Ayomide Folorunso, Virginia Troiani e Alice Mangione ha concluso al settimo posto in un eccellente 3’26”45, prestazione non troppo lontana dal record italiano di 3’25”16 realizzato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016.
Queste le frazioni delle azzurre: Polinari 52”46, Folorunso, 50”77, Troiani 52”37 e Mangione 50”88. Da sottolineare la grande prova di Folorunso, che ha affrontato la sesta gara di questi mondiali dopo aver raggiunto la finale nella 4×400 mista e la semifinale nei 400 ostacoli (dove ha battuto il record italiano con 53”34.
Staffetta 4×400 maschile
La formazione statunitense composta da Elija Godwin, Michael Norman, Bryce Deadmon e Champion Allison ha trionfato nella staffetta 4×400 in 2’56”17 davanti alla Giamaica (2’58”58).
Queste le frazioni dei quattro staffettisti del team a stelle e strisce: Godwin 44”28, Norman 43”88, Deadmon 43”82 e Allison 44”43. Da sottolineare anche la frazione del giamaicano Christopher Taylor cronometrata in 43”98. Gli statunitensi hanno vinto l’undicesimo oro su diciotto edizioni dei Mondiali.
Michael Norman: “E’ stato un grande mondiale per il team statunitense, specialmente a livello maschile dopo le delusioni di precedenti campionati, E’ stata davvero una svolta positiva. Ho sentito molta energia. Ho vissuto una grande esperienza ed è stato fantastico interagire con i nostri fans”.
Champion Allison: “Ero affamato e sono contento di aver portato a casa la vittoria per il mio team”.
I “diables rouges” del Belgio che schierava i fratelli Dylan e Kevin Borlée hanno vinto la seconda medaglia di bronzo ai Mondiali in 2’58”72 ripetendo il piazzamento di Doha 2019. Il Giappone si è piazzato al quarto posto stabilendo il record asiatico con 2’59”51.
Kevin Borlée: “E’ stata una grande gara in uno stadio fantastico. E’ stato fantastico vincere un’altra medaglia per il nostro paese. Siamo ben preparati. Stiamo portando avanti questa tradizione da anni. E’ fantastico per un paese così piccolo.”
35 km di Marcia maschile
Il campione olimpico in carica della 20 km Massimo Stano ha regalato all’Italia la seconda medaglia di questi campionati vincendo la 35 km di marcia in 2h23’14 con un secondo di vantaggio sul giapponese Masatora Kawano, che ha battuto il primato asiatico con 2h23’15”. Lo svedese Perseus Karlstrom ha vinto il secondo bronzo di questi campionati dopo quello sui 20 km migliorando il personale con 2h23’44” e ha celebrato il podio indossando l’elmo da vichingo blu e giallo.
L’equadoregno Brian Pintado si é piazzato al quarto posto stabilendo il record sudamericano con 2h24’37”. Il cinese He Xianghong ha tagliato il traguardo in quinta posizione in 2h24’45 (record asiatico). Il bronzo olimpico della 50 km Evan Dunfee ha stabilito il record nord americano con 2h25’02”.
L’Italia ha vinto la prima medaglia d’oro iridata all’aperto dal 2003 quando Giuseppe Gibilisco vinse nel salto con l’asta a Parigi.
Massimo Stano: “Dedico la medaglia d’oro a mia moglie, a mia figlia e alla mia compagna di allenamento Antonella Palmisano, che non era qui ma che avrebbe potuto lottare per la vittoria se non si fosse infortunata. Sono felice di aver vinto la medaglia su una distanza diversa rispetto alla 20 km. Si potrebbe pensare che vincere da campioni olimpici è scontato, ma non lo è assolutamente”.
Tutti i risultati