La scelta del tipo di scarpa da corsa è senza dubbio importante sia in allenamento che in
gara.
In primis una scelta sbagliata può portare a problemi fisici e infortuni. Secondariamente, nel podismo la scarpa è il mezzo attraverso cui ci si relaziona con l’ambiente esterno: un certo tipo di calzatura può migliorare o peggiorare la prestazione.
Spesso si sente parlare di scarpa da allenamento e scarpa da gara, ma esattamente a
cosa ci si riferisce?
Generalmente le scarpe da gara sono meno pesanti rispetto gli altri modelli e la loro leggerezza è associata ad una performance migliore, come dimostrato dagli studi secondo cui, riducendo la massa, diminuisce anche il costo energetico del gesto atletico. In sostanza, con una scarpa più leggera si fatica meno.
Tuttavia bisogna considerare che per rendere una scarpa più leggera spesso sono
“sacrificate” parti relative agli ormai straordinariamente innovativi sistemi di
ammortizzamento.
Un ammortizzamento superiore migliora l’economia di corsa, che è considerato uno dei fattori determinanti la prestazione atletica, soprattutto per le gare sulle distanze più lunghe.
Mancando questi sistemi, si evince dunque che non sempre una scarpa leggera risulta la scelta ottimale.
Da un punto di vista preventivo, gli studi evidenziano che con le scarpe leggere le forze di
reazione al suolo sono superiori, di conseguenza il carico per il corpo risulta maggiore ed
aumenta il rischio di infortunio.
Un altro aspetto da valutare è la superficie di corsa: nel caso si corresse su percorsi
dissestati e sterrati, è raccomandabile indossare scarpe con supporti protettivi al fine di
evitare infortuni come le distorsioni alla caviglia.
I supporti protettivi sono relativamente pesanti, infatti questa categoria di scarpe non rientra tra i modelli leggeri. In tal caso quindi la corsa risulterà particolarmente faticosa, sia per il terreno che per la pesantezza delle scarpe, ma la salute sarà preservata.
Ma vediamo nel dettaglio quando sarebbe opportuno usare un tipo di scarpa rispetto ad un altra, dividendole nelle tre principali categorie: leggere, intermedie e pesanti.
Utilizzo delle scarpe leggere
Questo tipo di calzatura, con basso ammortizzamento (o addirittura le scarpe
chiodate, nel caso di atleti più esperti) va usata esclusivamente su pista e per allenamenti a
carattere anaerobico alattacido (es. 8x 80 metri con recupero 3 minuti) o per le sedute
di potenza lattacida (es. 4x 200 metri con recupero 10 minuti).
I ritmi sono molto “veloci” e i volumi complessivi relativamente ridotti, inoltre a velocità elevate solitamente si mantiene una buona forma di corsa che non richiede supporti o particolari sistemi protettivi.
Utilizzo delle scarpe intermedie
Vale a dire quelle né troppo leggere né troppo ammortizzate. Ideali per allenamenti di capacità lattacida (es. 10x 400 metri recupero 1 minuto) o di potenza aerobica (es. 6x 1000 metri recupero 2 minuti), su pista o su strada.
In tal caso l’intensità è inferiore e il volume totale superiore, quindi il supporto può rivelarsi utile per la parte finale della seduta, quando la tecnica di corsa peggiorerà in seguito all’accumularsi di fatica.
Utilizzo delle scarpe pesanti
Da indossare, stante le loro capacità protettive, per le sedute a intensità inferiori
(corse a soglia, corse lunghe, corse di recupero, riscaldamenti e defaticamenti).
Questi allenamenti si corrono solitamente in ambienti in cui seguire un ritmo preciso risulta
difficile (salite, discese, fondo sterrato, curve, etc.), di conseguenza correre con scarpe
più pesanti può essere un ottimo modo di allenare la forza degli arti inferiori senza
preoccuparsi di seguire determinate velocità che invece si ricercano, per esempio, in
pista.
Infatti, quanto più pesante è la scarpa, tanto maggiore è il lavoro muscolare.
In conclusione, ritengo che tra i particolari a cui sia necessario prestare attenzione le
scarpe abbiano un ruolo fondamentale per l’atleta, sia in ottica di miglioramento che di
salute.