Sabbatini stella tra le stelle del Prefontaine Classic: 4’01″93 nei 1500 metri

Per l'azzurra il miglior tempo in Italia sulla distanza dal 1982

Ottima prestazione della mezzofondista Gaia Sabbatini nei 1500 metri del Prefontaine Classic di Eugene, il più prestigioso meeting mondiale di Diamond League, dove l’azzurra ha dimostrato ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, di aver raggiunto una notevole dimensione internazionale.

In una gara tiratissima dominata dalla campionessa olimpica, la keniana Faith Kipyegon con lo straordinario crono di 3’52″59, miglior tempo dell’anno nel mondo, Gaia ottiene un brillante decimo posto con il personale di 4’01″93 ma soprattutto è la prima delle atlete europee, nettamente davanti oltretutto, alla fortissima britannica Laura Muir undicesima con 4’04″45.

Con tale prestazione, ottenuta tra l’altro dopo un viaggio oltreoceano di svariate ore e una differenza di fuso dall’Italia di 9 ore, che certamente non può non aver in qualche modo influito sulla sua prestazione, Sabbatini ha consolidato il secondo miglior tempo della storia italiana di questa specialità, non si correva così forte dal 1982, avvicinando ulteriormente il mitico record italiano di Gabriella Dorio di 3’58″63 del 25 agosto 1982, anno in cui la campionessa olimpica di Los Angeles 1984 aveva anche realizzato 3’59″02 ad Atene.

La 22enne azzurra, che compirà 23 anni il prossimo 10 giugno, dimostra la solita straordinaria grinta e determinazione, senza alcun timore reverenziale come sempre di fronte ad atlete straordinarie, e non si scopone in una competizione tirata subito su ritmi frenetici da una lepre che aveva il compito di trainare la Kipyegon e l’etiope Gudaf Tsegay, mentre tutte le altre rimangono subito ampiamente dietro.

Gaia rimane nel cuore del gruppo, dando sempre impressione di lucidità e controllo, nella volata finale, dimostra di avere ancora grandi energie chiudendo con l’ottimo crono che migliora, tra l’altro, il suo precedente personale di 4’02″25 realizzato nella semifinale dei Giochi Olimpici di Tokyo, quando aveva sfiorato la finale.

Gli altri due azzurri impegnati nel mezzogiorno dell’Oregon, i pesisti Zane Weir e Nick Ponzio che si sfidano ormai continuamente con l’uno o l’altro davanti, stavolta mancano i ventuno metri nel peso con l’italo sudafricano al quinto posto assoluto grazie a un lancio di 20.92, davanti all’italo statunitense che si ferma a 20.87, in sesta posizione, nella gara vinta dal fenomeno Ryan Crouser che supera i ventitre metri, 23,02 di miglior prestazione mondiale dell’anno, mentre al secondo posto si piazza l’altro statunitense Joe Kovacs anche lui con un ottimo lancio a 22,49.

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Nella gara dei 100 metri orfana di Marcell Jacobs, assente per i guai muscolari dopo il meeting di Savona, ci sono invece sette americani, un canadese e uno sprinter del Botswana, che corrono la loro sfida con vento praticamente assente e il cielo nuvoloso da dove scende anche una pioggia leggera ma fastidiosa, che rende la pista bagnata.

Vittoria netta, a braccia alzate, per Trayvon Bromell con 9″93 davanti a Fred Kerley, l’unico altro velocista sotto i 10 secondi (9″98). Quindi Christian Coleman (10″04), Noah Lyles (10″05), il botswano Letsile Tebogo (10″12), l’altro junior Erriyon Knighton qui meno devastante del previsto (10″14), Kyree King (10″16), Kenneth Bednarek (10″18) e il canadese Andre De Grasse (10″21).

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Nei 100 metri al femminile, Elaine Thompson-Herah non lascia scampo alle avversarie: la regina di Tokyo fulmina tutte le concorrenti con una volata da 10″79 (+0.7), imprendibile per la statunitense Sha’Carri Richardson (10″92) e la giamaicana Shericka Jackson (10″92).

Otto le migliori prestazioni mondiali del 2022 centrate al Prefontaine Classic con,oltre la già citata eccellente prestazione dei 1500 femminili e del peso maschile, il record della Diamond League nei 400 metri di un eccazionale Michael Norman (Usa), capace di sfoderare un eccellente 43″60.

È una cavalcata solitaria quella del ventunenne etiope Berihu Aregawi che nei 5000 fugge via dopo un paio di chilometri e spinge fino all’ultimo metro per agguantare il miglior crono dell’anno e la sua prima discesa sotto i 13 minuti: 12:50.05.

Il mezzofondo non tradisce nel tempio di Eugene con i mondiali stagionali anche negli 800 per la britannica Keely Hodgkinson (1’57″72), nei 3000 siepi per la kazaka ex keniana Norah Jeruto (8’57″97 nono tempo di sempre), nel miglio per il norvegese Jakob Ingebrigtsen (3’49″76), padrone del Bowerman Mile. Sontuoso anche il brasiliano Alison Dos Santos che danza tra le barriere dei 400hs in 47″23.

Serata da ricordare per Martina Caironi che si migliora di 35 centesimi e si riprende il record del mondo dei 100 metri T63 con 14″02, sfilandolo all’amica e rivale Ambra Sabatini che aveva trionfato a Tokyo con 14″11.

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