Grande personale di Federica Del Buono sui 1500 metri: 4’03″45

Ottima prova della mezzofondista azzurra che ottiene anche il minimo diretto per i mondiali

Eccellente prestazione ieri sera di Federica Del Buono, che ha chiuso il cerchio della sua definitiva rinascita agonistica iniziata circa 18 mesi fa, e ha realizzato il personale nei 1500 metri con l’ottimo crono di 4’03″45 nel meeting di Castellon, valido quale prova Challenger di Continental Tour, classificandosi al terzo posto dietro all’etiope Lemlem Hailu, prima con 4’00″32, e all’australiana finalista olimpica Linden Hall seconda in 4’00″58.

Federica, con tale prestigioso risultato, è diventata la quarta italiana di tutti i tempi ed ha ottenuto soprattutto il minimo di partecipazione per i Mondiali di Eugene in Oregon, fissato a 4″04″20, che si disputeranno dal 15 a 24 luglio.

Per la mezzofondista azzurra, nata a Vicenza il 12 dicembre 1994, la città spagnola di Castellon de la Plana diventa a questo punto il paese delle sue meraviglie in quanto, proprio l’anno scorso il 29 giugno, nello stesso meeting era riuscita con un’altra bellissima gara tutta in rimonta ad ottenere un buon quarto posto, con il crono di 4’08″67 che, esattamente nell’ultimo giorno utile per i punteggi relativi al ranking mondiale di World Athletics, le aveva poi consentito di agguantare l’ultimo posto utile per qualificarsi alle sue prime Olimpiadi.

Quest’anno però, Federica si è nettamente superata, battendo il suo personale sulla distanza che risaliva addirittura al 2014 con 4’05″32, e ottenendo direttamente lo standard di accesso per i suoi primi mondiali senza dover attendere nessun calcolo ulteriore.

La sua è la storia di un’atleta che aveva mostrato, sin da giovanissima, un talento straordinario, anche perché dotata dei geni di due ex atleti di buon livello, e per lei tutti gli esperti avevano sempre presagito un futuro luminoso che, in effetti, aveva cominciato a manifestarsi l’8 marzo del 2015 a Praga, quando ottenne la medaglia di bronzo agli Euroindoor, nei 1500 metri, in una gara vinta dall’attuale bi-campionessa del mondo ed olimpica Sifan Hassan.

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Purtroppo però la carriera della Del Buono, già dal 2013, è stata spesso costellata da problemi fisici di vario genere tra cui, giusto per citarne un paio, una tendinite al flessore dell’alluce che le ha precluso la partecipazione alla sua prima importante manifestazione mondiale, quale i Campionati Iridati 2015 nello stesso anno di Praga, e un altro importante che le ha negato la gioia delle Olimpiadi di Rio 2016.

In ogni caso l’atleta, nonostante vari stop legati agli infortuni, è sempre riuscita a gareggiare sino all’inizio dell’autunno 2016, anche se i suoi migliori risultati cronometrici li ha ottenuti nell’estate del 2014 con quello già citato sui 1500, battuto ieri sera, e il 2’00″58 sugli 800 metri che ancora resiste.

Dalla fine del 2016 però, della mezzofondista si è sentito parlare molto poco, e l’atleta è apparsa solo in qualche occasione istituzionale come, ad esempio, tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, nel periodo in cui si era trasferita per la prima volta a vivere ed allenarsi a Roma, in occasione dell’inaugurazione del campo sportivo intitolato al grande ex telecronista dell’Atletica,Paolo Rosi, all’Acqua Acetosa.

Di Federica, poi, sempre meno notizie e nessuna ipotesi di rientro agonistico che, a un certo, punto appariva sempre più lontano oltre che complicato dal fatto che tanti anni di lontananza dalle gare stavano, probabilmente, cominciando a minare le sue convinzioni e motivazioni, perché spesso il talento può non bastare.

Ma poi, all’improvviso, senza alcun annuncio particolare, Federica si è presentata alla partenza di una gara su strada di 10 chilometri, nel novembre 2019, per testare le buone sensazioni che le derivavano da una certa continuità negli allenamenti che aveva da poco ripreso a Vicenza, sua città natale, dove era tornata a farsi seguire tecnicamente dalla madre Rossella Gramola.

Agli inizi del 2020 poi, il ritorno in pista con riscontri positivi, e la sensazione di stare uscendo da un tunnel infinito, l’iscrizione ai campionati italiani indoor nei 3000 metri dove partiva con il ruolo di favorita ma, ancora una volta, il destino era in agguato e, proprio nel momento della gara, pochi minuti prima di andare alla partenza, ha dovuto rinunciare per un problema al piede accusato qualche giorno prima.

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Come se non bastasse questa ennesima terribile tegola, per Federica anche le difficoltà derivanti dall’esplosione successiva della pandemia, il lockdown totale tra marzo e maggio, tutta una serie di situazioni che hanno, ovviamente, rallentato gli accertamenti per verificare la reale entità dell’ennesimo infortunio patito

Sola una persona veramente appassionata e determinata avrebbe potuto reagire a così tanta sfortuna e accanimento della sorte, e Federica ci è riuscita approfondendo innanzitutto la natura del suo infortunio, nella misura in cui è riuscita a scoprire che derivava da qualcosa di radicato negli anni passati e che, solo intervenendo in un certo modo, sarebbe potuto essere risolto.

Pur dovendo attendere la fine della prima importante ondata del Covid-19, quindi, nel giugno 2020 si è operata a Bologna con il Prof. Sarino Ricciardello per risolvere un impingement osteo-fibroso tra l’astragalo e lo scafoide del piede sinistro.

Un intervento importante e la ripresa per Federica non è stata certo immediata, con tutta una serie di ulteriori ansie derivanti da dolori che, ai primi allenamenti, hanno continuato a perseguitarla.

Ma poi, all’inizio del 2021, pur con una condizione ancora non ottimale ma con tutto il coraggio e la grinta che non le sono mai scomparse, l’atleta ha ripreso il suo percorso agonistico, riuscendo a dare continuità alla sue partecipazioni in gara dove ha ottenuto risultati sempre più confortanti, che l’anno riportata a manifestazioni importanti quali i campionati italiani indoor ma, soprattutto, a distanza di 6 anni dalla splendida precedente esperienza, a un Campionato Europeo al coperto da lei corso, con grande onore, a Torun dove è stata eliminata in batteria ma lottando sino all’ultimo metro dei 1500.

Con l’inizio della stagione all’aperto però, è partita la grande sfida di Federica, quella di coronare il grande sogno di poter partecipare alla sua prima Olimpiade, la prima grande manifestazione mondiale della sua carriera così tormentata, e l’obiettivo è stato raggiunto come scritto sopra, nell’ultimo giorno utile, quando sembrava che tutto fosse perduto.

L’esperienza di Tokyo 2021 è stata più che positiva per Del Buono che, pur non riuscendo a superare il primo turno eliminatorio, ha lottato sino alla fine ed ha meritato poi di essere chiamata a partecipare ad importanti meeting successivi tra cui il prestigiosissimo Prefontaine Classic di Eugene, tappa statunitense di Diamond League.

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Dall’inizio della nuova stagione l’azzurra si è trasferita di nuovo a Roma, per allenarsi presso il Centro Sportivo Castelporziano del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle, con il tecnico Andrea Ceccarelli che già ha portato a straordinari risultati Gaia Sabbatini, e grazie anche a una stabilità fisica che sembra aver raggiunto stanno arrivando i risultati che merita per la sua grande classe.

Le parole di Federica dopo l’impresa di ieri: “Sono veramente felicissima perché sapevo di valere il minimo e anche per questo sono venuta qui, per cercare il tempo e non i punti per il ranking. In pratica mi sono tirata la gara da sola, visto che davanti sono passate subito molto forte in 31 secondi ai 200 metri e poi hanno dato un cambio ulteriore, quindi mi sono staccata trovandomi in testa al gruppo che inseguiva.

E sono davvero contenta che sia uscito così, sento di avere margine. Finalmente sto cominciando a correre nel modo giusto, con più fiducia, e questa gara oltre al crono mi dà tanto per come l’ho affrontata”.

Nella stessa gara di ieri sera a Castellon de la Plana, bella prova dell’altra azzurra che studia negli States ed ha vinto i campionati Ncaa, Sintayehu Vissa, anche lei al personale con 4’04″64, che ha chiuso al quarto posto ed è diventata a sua volta la settima italiana di ogni epoca.

È l’ennesima conferma di un livello eccellente dei 1500 donne in Italia, con ben cinque atlete che hanno corso in stagione sotto lo standard per gli Europei di Monaco di Baviera, considerando anche Gaia Sabbatini, Elena Bellò e Ludovica Cavalli.

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