Nella prima gara dopo l’oro mondiale, il Meeting di Zurigo valido quale tappa della Diamond League, Gianmarco Tamberi detentore negli ultimi 2 anni del Trofeo, ma che quest’anno non parteciperà alle finali in programma a Eugene, si piazza al quarto posto nel salto in alto con la misura di 2,28 superata al terzo tentativo, in una serata per lui non brillantissima come del resto non lo è stata per vari atleti reduci dal mondiale, evidentemente un po’ scarichi, mentre certamente scarico non è stato il qatarino Mutaz Barshim, bronzo iridato, che ha vinto con 2,35 per poi fallire due prove a 2.37 e una a 2.40, davanti al 2,33 del neozelandese Hamish Kerr, rimasto fuori dalla finale di Budapest, e al 2,31 del coreano Woo Sang-hyeok.

Nel salto triplo femminile le due azzurre finaliste ai Mondiali si confermano sopra i quattordici metri, con la migliore di loro che è stata Dariya Derkach, settima con 14.18 mentre in ottava posizione ha chiuso Ottavia Cestonaro con 14.11, nella gara vinta dalla campionessa olimpica e mondiale Yulimar Rojas con 15.15 davanti alla giamaicana Shanieka Ricketts con 14,78 e alla cubana Liadagmis Povea con 14,73.

Veramente poco brillante, invece, il giovanissimo talento azzurro Mattia Furlani, evidentemente stanco e molto scarico mentalmente alla fine di una stagione che gli ha regalato tantissimo, che non va oltre i 7,53 per l’ultimo posto nella competizione vinta, ancora una volta all’ultimo salto, dal fenomeno greco Miltiadis Tentoglu con 8,20.

In due gare non valide per il trofeo del Diamante, nei 400 metri buon secondo posto per il primatista italiano Davide Re con 45″49 preceduto soltanto dal 45″28 del norvegese Havard Ingvaldsen, sesto alla rassegna iridata, mentre è stato quinto nei 110 ostacoli Lorenzo Simonelli che ha colpito l’ultima barriera e si è sbilanciato, chiudendo in 13″60 nella gara dominata dallo svizzero Jason Joseph con il record nazionale di 13″08.

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