Sarah Giomi
Sarah Giomi

Quando arrivano notizie di questo genere si rimane, sempre, un po’ scossi perché si pensa subito al tentativo di effettuare un inganno, a scapito di tanti atleti che si allenano con passione e sacrificio, partendo sempre dal presupposto che i casi di doping riscontrati sono infinite volte inferiori di quelli reali.

La mia posizione, come è ovvio che sia, è molto dura nei confronti di chi bara e spesso trovo ridicole alcune scuse addotte per giustificare la positività a questa o quella sostanza.

In questo caso, però, non mi sento per niente di dare un giudizio negativo perché, dalle poche righe lette in giro su Sarah, ne emerge il ritratto di una ragazza veramente appassionata della corsa e dello sport, con dei valori che non possono centrare con qualcosa di così negativo come l’assunzione di una sostanza dopante.

La vita atletica della Giomi, peraltro, è iniziata solo due anni fa, a 32 anni, quando ha capito quanto le piacesse correre e come fosse portata per ottenere dei buoni risultati. Il culmine dei suoi sforzi e dei suoi sacrifici era stato proprio il titolo italiano di maratona, conquistato a Ravenna il 10 di Novembre con un tempo non straordinario 2:40’10, ma che ha rappresentato, in ogni caso, il suo PB.

Sarah ha avuto un passato di passerelle, ha partecipato a un’edizione di Miss Italia, ha fatto la modella per qualche anno, ma poi ha scelto una vita piena di contenuti umani, visto che lavora per la Caritas di Bolzano e, poi, anche di quelli sportivi per i quali, al fine di conciliare il lavoro con i duri allenamenti, fa degli enormi sforzi.

Nelle urine della fondista sono state trovate molecole di prednisone e prednisolone, glucorticoidi proibiti soltanto in competizione e contenuti in farmaci come il Deltacortene, usati per curare artriti, allergia e asma in forma grave e alcune forme di anemia.

Sono convinto si sia trattato di una distrazione o una mancata informazione ai medici dell’antidoping e, comunque, per una simile violazione, se l’atleta ammette la colpa o l’ignoranza, la squalifica può variare, visti i casi più recenti, tra i due e i dieci mesi.

Purtroppo la perdita del titolo italiano è certa e anche l’annullamento del tempo cronometrico, ma l’augurio è che Sarah sappia subito riprendersi da questo brutto incidente di percorso.

Sport OK Junior