Road to Tokyo: Ahmed Abdelwahed

Potrebbe essere il primo azzurro dell'atletica a debuttare alle Olimpiadi

Il 30 luglio alle ore 9 di Tokyo, che sono le 2 italiane, inizieranno le prove dell’Atletica delle 32esime Olimpiadi moderne che sono cominciate proprio nella giornata di oggi.

La prima gara in programma saranno le batterie dei 3000 siepi maschili dove saranno impegnati ben tre italiani, i gemelli Osama e Ala Zoghlami, palermitani e il romano Ahmed Abdelwahed, certamente una delle più piacevoli sorprese di questo 2021 dell’atletica azzurra.

Al di là del nome e cognome un po’ complicati da pronunciare, Ahmed è nato in Italia nel 1996 da genitori egiziani emigrati ed avendo sempre vissuto a Roma, ha iniziato con l’atletica, all’epoca delle medie, nella sezione giovanile del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle, intitolata a Gaetano Simoni che fu Presidente della Fidal all’epoca delle Olimpiadi di Roma 1960.

Si scopre abbastanza presto portato per le specialità del mezzofondo e, in particolare, per le siepi, e inizia la sua vera attività agonistica da allievo sulla distanza di quella categoria, i 2000 metri, dove ottiene anche titoli italiani e, soprattutto, il 2 dicembre del 2013 nella capitale del Brasile, Brasilia, la medaglia d’oro alle Gymnasiadi.

Da juniores, 18 e 19 anni, non riesce però a dare continuità alla sua carriera sportiva e abbandona anche per un certo periodo a causa di motivi personali, ma poi gradatamente riprende e nel periodo da promessa, dai 20 ai 22 anni, ottiene varie medaglie e titoli ai campionati nazionali, affrontati anche nelle gare al coperto sui 3000 ovviamente senza siepi.

La prima grande affermazione internazionale la ottiene il 16 luglio del 2017 agli Europei under 23 di Bydgoszcz (Polonia), dove conquista un’ottima medaglia d’argento nei 3000 siepi con il tempo di 8’37″02, dietro all’altro azzurro Yohanes Chiappinelli.

Ahmed Abdelwahed (foto archivio)
Ahmed Abdelwahed (foto archivio)

Nel 2018 migliora il suo personale, sempre sulle siepi, con 8’26″02 conquistando la finale ai campionati europei di Berlino, prima grande manifestazione internazionale assoluta a cui partecipa.

A fine 2020, dopo aver passato qualche anno a Camerino per motivi universitari, decide di tornare ad allenarsi a Roma, al centro sportivo Castelporziano che l’aveva visto sin da ragazzino, con il suo storico allenatore Vittorio Di Saverio.

Il 2021 ha rappresentato certamente l’anno della sua grande esplosione agonistica iniziata il 19 maggio al Golden Spike Ostrava dove ha ottenuto il minimo olimpico diretto con il tempo di 8’21″54, ma soprattutto il 10 giugno, a Firenze, quando in occasione del Golden Gala Pietro Mennea, ha ulteriormente polverizzato il proprio personale portandolo a 8’12″04, quarta miglior prestazione italiana di tutti i tempi in una specialità che ha visto grandissimi campioni quali, su tutti, il grande Francesco Panetta che detiene il primato nazionale con il crono di 8’08″57 che gli fece vincere, nel 1987, i Mondiali a Roma.

L’ultima gara, prima di partire per il Giappone, Ahmed l’ha corsa il 9 luglio a Montecarlo, nel corso della Diamond League monegasca, dove ha ottenuto un altro eccellente crono di 8’14″86, il secondo della sua carriera.

Siamo, quindi, particolarmente lieti di proporre in uno degli ultimi Road to Tokyo, questa intervista, fatta peraltro prima del meeting di Montecarlo, all’azzurro che, forse, sarà il primo italiano a scendere sulla pista delle Olimpiadi.

Il programma gare dell’Atletica prevede, infatti, per venerdì 30 luglio alle 9 locali, 2 italiane, le batterie dei 3000 siepi e, a seconda della composizione delle serie, Abdelwahed potrebbe essere il primo azzurro a rompere il ghiaccio.

Ciao Ahmed e grazie per la disponibilità. Tu sei una delle maggiori sorprese di questo 2021 e, in effetti, hai migliorato il tuo personale sui 3000 siepi di circa 14 secondi. Come ti spieghi questa trasformazione e te lo aspettavi?

Ciao e grazie veramente a te per l’attenzione. Rispondendo subito all’ultima domanda, devo dirti di si, nel senso che pensavo, per vari motivi, che questo sarebbe stato un buon anno ed io ci contavo molto, anche perché l’appuntamento olimpico è uno dei quelli che passa raramente e quando accade bisogna farsi trovare pronti.

Quindi eri conscio del fatto di stare bene, ma cosa è cambiato rispetto al passato?

Alla fine del 2020 sono ritornato ad allenarmi al Centro Sportivo Castelporziano del mio Gruppo delle Fiamme Gialle, dopo aver passato alcuni anni a Camerino per motivi di studio, avendo frequentato il corso di Laurea in Giurisprudenza.

Sono così tornato ad allenarmi con il mio primo allenatore, Vittorio Di Saverio e questo ritorno al passato, oltre al fatto di essere tornato a casa e di avere anche più tempo per dedicarmi agli allenamenti, mi ha generato degli ulteriori stimoli a fare di più.

Quando hai ottenuto il tuo grande risultato al Golden Gala, ho sentito che ringraziavi tutti quelli che avevano sempre creduto in te e che ti avevano aiutato in ogni momento. A chi ti riferivi?

Diciamo che il ritorno a Roma, in inverno, mi ha creato qualche piccolo problema a livello personale perché il mio allenatore di quando ero a Camerino, non aveva preso bene il fatto che avessi deciso di tornare ad allenarmi con Vittorio e questo, essendo io una persona molto sensibile, mi ha generato per un po’ un certo disagio interiore.

Ma, ovviamente, ho avuto vicino tutte le persone che mi vogliono bene e mi piace, su tutti, citare il mio fratellino Ibraim che ha cominciato a correre anche lui, e che spesso mi accompagna negli allenamenti rappresentando un grande stimolo per me, come io spero di essere un buon riferimento per lui.

Raccontami un po’ dei tuoi inizi

Ho cominciato veramente per gioco, eravamo un bel gruppo di ragazzi sui 13/14 anni e facevamo tutti un po’ tutto, specie quando si dovevano fare i campionati di società cadetti dove io mi sono cimentato anche nel salto con l’asta.

Poi, avendo una buona resistenza aerobica di base e una certa predisposizione nel superamento degli ostacoli, si è deciso di farmi provare con le siepi ed è cominciata la mia storia agonistica con i 2000 metri, che è la distanza che si corre sino ai 17 anni, per poi passare ai 3000 dai 18.

Sinceramente non ti spaventa un po’ saltare la riviera che, vista dalla TV non si percepisce bene quanto sia profonda ma, da vicino, oltre ad essere lunga quasi 4 metri (3,66) è anche profonda (70 centimetri sotto l’ostacolo), sembrando quasi una piscinetta per bambini.

E’ chiaro che, all’inizio, può sembrare molto complicato ma si comincia da ragazzini e poi diventa veramente un’abitudine, e quasi sempre si riesce ad arrivare addirittura fuori dalla riviera, senza nemmeno toccare l’acqua con il piede, salvo particolari situazioni di stanchezza.

Quali ritieni siano i tuoi punti di forza e le tue debolezze?

Ovviamente per fare una simile disciplina devi avere una grandissima resistenza aerobica e una grande elasticità nei movimenti delle anche che ti permetta di superare gli ostacoli in corsa, senza problemi, ma anche una buone reattività dei piedi, utile molto anche nel superamento della riviera.

Credo di essere abbastanza dotato in tutto questo, mentre certamente il mio difetto maggiore è l’incostanza perché, pur avendo solo 25 anni, mi è capitato di perdermi un po’ ogni tanto, nel senso di non trovare le giuste motivazioni per sacrificarmi quanto serve per sfruttare al massimo le mie potenzialità e, infatti, quest’anno che sono riuscito a fare tutto quanto mi ero riproposto, ho subito avuto riscontri importanti.

Ahmed Abdelwahed (foto FIDAL)
Ahmed Abdelwahed (foto FIDAL)
Quanti allenamenti fai alla settimana?

Mi alleno quasi tutti i giorni, a parte la domenica, e tre volte alla settimana faccio la doppia seduta alternando lavori di corsa con altri di forza e tecnica.

Tra l’altro, pur essendo un mezzofondista, per le mie caratteristiche fisiche non ho bisogno per entrare nella miglior forma di fare un numero eccessivo di chilometri alla settimana e, nei momenti di massimo carico, mi fermo a 90/100.

Per me è molto importante, poi, curare aspetti anche interiori per riuscire a dare il meglio di me e, in tal senso, faccio molti esercizi di yoga e di mobilità articolare che, uniti anche a sedute di meditazione che ho imparato a fare, mi danno in gara ancora maggiore convinzione nei miei mezzi

Quali sono le tue passioni al di fuori dell’Atletica?

Sono un’atleta professionista e cerco di fare più cose possibili in funzione di questa mia attività anche perché, specie quando studiavo a Camerino, di tempo per altro me ne rimaneva ben poco.

Adesso che sono tornato a Roma, ho ripreso ad uscire con i miei amici di sempre e comunque mi piace anche molto leggere in quanto è un’altra di quelle cose che mi allarga lo spirito, consentendomi di dare il meglio in tutto quello che faccio.

Quale obiettivo ti poni per Tokyo dove, tra l’altro, sarai forse il primo azzurro a scendere in pista?

Essere alla mia prima Olimpiade è una soddisfazione enorme perché, come per chiunque, parteciparvi è il sogno di ogni atleta.

Ci saranno avversari straordinari e proverò ad onorare al meglio la mia partecipazione cercando, se possibile, un buon crono oltre che, naturalmente, di accedere alla finale.

Grazie Ahmed, in bocca al lupo per tutto e un’ultima domanda che faccio sempre alla fine delle mie interviste. Hai già delle idee su cosa vorrai fare quando abbandonerai l’Atletica?

No assolutamente no, il mio peggior limite è forse quello di non essere capace di programmare troppo a lunga scadenza per cui, adesso, mi godo il momento che sto vivendo e poi vedremo.

Ahmed Abdelwahed (foto Grana FIDAL)
Ahmed Abdelwahed (foto Grana FIDAL)
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