Trento ha ospitato nell’ultimo fine settimana la settima edizione del Festival dello Sport organizzato dalla Gazzetta dello Sport. Durante i 130 incontri con gli oltre 200 ospiti nazionali e internazionali erano presenti numerosi protagonisti di atletica del passato e del presente.

Nadia Battocletti e Gabriella Dorio

Nadia Battocletti ha fatto da padrona di casa nella sua città durante l’incontro chiamato “Nate per correre”, al quale l’atleta trentina ha partecipato insieme a Gabriella Dorio, campionessa olimpica sui 1500 metri a Los Angeles 1984.

Durante la magica estate del 2024 Battocletti ha vinto due ori agli Europei di Roma sui 5000 metri e sui 10000 metri con i record italiani su entrambe le distanze rispettivamente con 14’35”29 e 30’51”29 diventando la prima donna italiana a conquistare due titoli nella stessa edizione. Alle Olimpiadi di Parigi Battocletti ha conquistato l’argento sui 10000 metri con il nuovo record italiano di 30’43”35. Pochi giorni prima Nadia ha sfiorato il podio olimpico anche sui 5000 metri migliorando il record italiano con 14’31”64 dopo aver cullato per qualche ora il sogno della medaglia dopo la squalifica di Faith Kipyegon poi revocata. Nadia è di Cavareno nella Val di Non e studia ingegneria edile all’Università di Trento con successo raggiungendo votazioni altissime.

Nadia Battocletti: “Il successo si costruisce con fatica, dedizione e lavoro. Dopo la medaglia olimpica ho sentito di essere diventata un esempio per gli altri ragazzi. Questo mi rende felice e orgogliosa, quasi come vincere una gara. Sono felice di fare una doppia carriera, da atleta e da studentessa. E’ importante allenare sia il corpo sia la mente”.

Durante l’incontro Battocletti e Dorio hanno parlato della loro passione per l’atletica e di alcuni aspetti in comune delle loro carriere, come il fatto di essere state allenate da membri delle loro famiglie. Gabriella è stata allenata dal fratello, mentre Nadia è seguita dal padre Giuliano, bronzo ai Mondiali under 20 di Lisbona 1994.

Gabriella ha parlato delle difficoltà iniziali prima dell’esordio alle Olimpiadi.

Gabriella Dorio: “La Federazione non mi voleva portare alla mia prima Olimpiade. Ero piccolina ed ero allenata da mio fratello, cosa che ai tempi non era ben vista, ma riuscii lo stesso ad andarci e mi piazzai al sesto posto”.

Nadia ha ricordato il suo primo incontro con Gabriella Dorio in occasione dell’esordio in una grande manifestazione internazionale agli Europei under 18 dove si piazzò al sesto posto sui 3000 metri. Dorio era accompagnatrice e tutor Fidal dei giovani talenti della nazionale azzurra.

Nadia Battocletti: “Alla rassegna continentale del 2016 Gabriella era la nostra accompagnatrice. Non fui contenta di quel risultato ma delle lezioni che mi diede lei sì”.

Gabriella ha incontrato Nadia di nuovo in occasione delle Olimpiadi di Parigi.

Gabriella Dorio: “Mi sudano le mani solo a ripensarci. Ero seduta all’altezza della batteria dei 100 metri. L’ho guardata in faccia e ho capito che stava per succedere qualcosa. Nadia era determinata. Il mio istinto me l’aveva suggerito e ho iniziato a piangere prima dell’arrivo. Se solo ci fossero stati 20 metri in più avrebbe potuto riprendere Chebet. Fin dalle gare con gli esordienti a Cles Nadia correva già forte in modo naturale. Poi ha avuto una crescita nel fisico e nella testa nelle categorie under 18 e under 20. Deve esserci sintonia tra testa, gambe e cuore. Nadia ha la fortuna di avere un padre-allenatore bravissimo, anche se molti dicevano che non avrebbe funzionato. Nadia e suo padre sono cresciuti insieme e ne abbiamo visto i frutti”.

Battocletti ha ripercorso i momenti difficili che hanno preceduto le Olimpiadi di Parigi a causa dell’infortunio e le sensazioni vissute durante la finale olimpica dei 10000 metri conclusa al secondo posto dietro a Beatrice Chebet ma davanti alla regina della maratona olimpica di Parigi Sifan Hassan.

Nadia Battocletti: “Il giorno prima ho avvertito delle fitte molto forti. Non volevo gareggiare, ma mio padre non la pensava così. Una volta entrata in gara è cambiato tutto. Mi pareva di essere un falco. Negli ultimi 600 metri mi sentivo leggera e ho pensato: ‘Sono arrivata fino a qui. Perché non provarci ? Ho cercato di stare all’interno per staccare le altre e dare tutto negli ultimi 200 metri. Dopo la gara sono andata da mia mamma”.

Le prossime Olimpiadi si svolgeranno a Los Angeles nell’estate 2028, esattamente 44 anni dopo l’edizione californiana dei Giochi Olimpici dove Dorio trionfò nella finale dei 1500 metri dopo il quarto posto sugli 800 metri. La campionessa veneta si è commossa nel ricordare la grande impresa sulla pista del Coliseum di Los Angeles.

“Piango facilmente. Ho versato tante lacrime anche a Los Angeles. Piansi mezza giornata dopo gli 800 metri non per la gioia ma per la rabbia per gli errori commessi. Partii in testa perché non avevo la volata finale, ma commisi l’errore di prendere fiato per gli ultimi 200 metri. Appena abbassai il ritmo, mi superarono quasi tutte. Poi cercai di recuperare, presi due gomitate e conclusi la gara al quarto posto. Allora pensai: ‘Se ho corso male negli 800 metri, posso fare bene nei 1500 metri. Tra quattro anni si tornerà a Los Angeles. Non sono più tornata in quella città ma ci tornerei soltanto per vedere Nadia. Le auguro il meglio”, ha ricordato Gabriella Dorio.

Carl Lewis:

Carl Lewis, altro eroe dell’Olimpiade di Los Angeles 1984, era presente sul Palco dell’Auditorium Santa Chiara di Trento in uno degli eventi più attesi del Festival di Trento. Il “Figlio del Vento” è stato il terzo grande campione dell’atletica statunitense invitato al Festival dello Sport dopo Bob Beamon nel 2022 e Mike Powell nel 2023. Lewis ha scritto il suo nome nei libri di storia dell’atletica vincendo nove ori e un argento alle Olimpiadi e otto ori, un argento e un bronzo ai Mondiali. Alle Olimpiadi di Los Angeles vinse quattro ori sui 100 metri, 200 metri, salto in lungo e staffetta 4×100 eguagliando la leggenda Jesse Owens. Ha vinto quattro ori olimpici nel salto in lungo a Los Angeles 1984, Seul 1988, Barcellona 1992 e Atlanta 1996 diventando il secondo atleta della storia dopo il discobolo Al Oerter a trionfare in quattro edizioni diverse della rassegna a Cinque Cerchi.

Carl Lewis: “Aver emulato Jesse Owens è stato straordinario. Ho avuto l’opportunità di conoscerlo da ragazzo. Mi ha ispirato anche perché ha lottato per i diritti civili. Il salto in lungo è la gara più difficile, più tecnica ma a Los Angeles era quella in cui mi sentivo più tranquillo perché ero preparato. Quei successi mi permisero di spingere l’atletica, di promuoverla”.

Lewis ha ricordato di come ha iniziato ad appassionarsi al salto in lungo.

“La passione per il salto in lungo è nata quando ero bambino. Mia mamma portava me e mia sorella Carol allo stadio. Lei si allenava, mentre io giocavo con la sabbia come se fossi in spiaggia. Sono orgoglioso di aver vinto per quattro volte l’oro olimpico nel salto in lungo. Alle Olimpiadi di Atlanta stavo per essere eliminato nelle qualificazioni, poi mi dissi se davvero volevo essere eliminato da dei ragazzini. Così riuscii prima a qualificarmi e poi a vincere l’oro con 8.50m. Mike Powell è stato uno dei miei migliori amici. Il suo record del mondo di 8.95m è il primato più incredibile della storia. Se non ci saranno cambiamenti non verrà battuto. Non sono per niente d’accordo con la proposta di togliere l’asse di battuta per misurare i salti dal punto di stacco. E’ pensata solo per rendere più facile battere un record che ora nessuno tenta più. Cambierebbe l’approccio al salto. Dovrebbero poi restituire i centimetri anche a me e a Mike, e andremmo oltre i 9 metri. Ma non lo faranno”.

Lewis allena ora il velocista britannico di origini indiane Louie Hinchliffe all’Università di Houston in Texas. Sotto la guida di Lewis, Hinchliffe ha conquistato il titolo NCAA in 9”95 sui 100 metri a Austin e il bronzo con la staffetta 4×100 alle Olimpiadi di Parigi oltre a correre in 9”97 nella tappa della Diamond League di Londra. Durante l’incontro del Festival dello Sport di Trento Lewis ha parlato dell’atletica di oggi facendo i complimenti a Marcell Jacobs e non ha risparmiato critiche alla staffetta statunitense.

Carl Lewis: “Faccio i complimenti a Jacobs, perché andare ai Giochi Olimpici da campione in carica non era facile, ma è stato bravo. Provo un senso di frustrazione per la staffetta 4×100 statunitense che non riesce a vincere l’oro olimpico da 20 anni. E’ il segno che manca il senso appartenenza ad una squadra”.

Lewis ha partecipato alla Cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi insieme ad altre leggende dello sport come i tennisti Serena Williams e Rafael Nadal e la ginnasta Nadia Comaneci.

“I Giochi di Parigi sono stati memorabili e voglio che le Olimpiadi di Los Angeles siano l’edizione più grande di sempre. Non se sarò io l’ultimo tedoforo. Non lo si saprà fino all’ultimo”.

Eddy Ottoz e Lorenzo Simonelli:

Uno degli incontri più divertenti del Festival dello Sport ha visto per protagonisti Eddy Ottoz e Lorenzo Simonelli, che si sono finalmente conosciuti sul Palco del Palazzo della Regione di Trento in un incontro generazionale. Il valdostano Ottoz e il romano Simonelli hanno scritto la storia italiana dei 110 metri ostacoli vincendo entrambi il titolo europeo della specialità a 55 anni di distanza.

Eddy vinse due ori consecutivi a Budapest 1966 e ad Atene 1969 oltre al bronzo olimpico a Città del Messico 1968.

Ottoz stabilì il record italiano con 13”46, tempo che rimase imbattuto fino al 1994 quando il figlio Laurent lo migliorò con 13”42 al meeting ISTAF di Berlino. Eddy ha ripercorso a distanza di tanto tempo la sua carriera ricordando in particolare le due vittorie europee.

Eddy Ottoz: “A Budapest fu tutto piuttosto facile, mentre ad Atene non avrei dovuto nemmeno esserci. La mia carriera si era di fatto conclusa con il bronzo olimpico di Città del Messico dell’anno precedente, ma alcune circostanze mi portarono a riprendere. Così arrivò la doppietta europea per certi versi inattesa, scaturita anche dopo che in finale mi venne attribuita una falsa partenza che palesemente non era mia. Allora erano concesse per fortuna due partenze false prima della squalifica”.

Lorenzo ha conquistato l’oro nella sua città a Roma 2024 migliorando il record italiano per la terza volta in due settimane con l’eccellente tempo di 13”05 e ha concluso la stagione con il brillante secondo posto nella finale della Diamond League a Bruxelles alle spalle dell’amico-rivale francese Sasha Zhoya. Durante l’inverno Simonelli ha vinto l’argento ai Mondiali indoor di Glasgow sui 60 metri ostacoli con il record italiano 7”43 alle spalle del campione olimpico e mondiale Grant Holloway. Lorenzo è allenato da Giorgio Frinolli, figlio di Roberto Frinolli, che vinse il bronzo olimpico a Città del Messico 1968 sui 400 metri ostacoli e fu compagno di nazionale di Ottoz.

Eddy ha dichiarato di essere un grande fan di Lollo Simonelli.

Eddy Ottoz: “Lorenzo ha cambiato le prospettive. Nessuno, prima di lui, aveva fatto compiere alla specialità un salto di qualità così importante. Credo che abbia ancora margini di miglioramento, anche se progredire nei 110 metri ostacoli è sempre molto complicato.

Lorenzo Simonelli: “Nella finale europea sono volato in 13”05, a suggellare mesi magici cominciati con l’argento ai Mondiali indoor. Non sono un grande studioso della storia dell’atletica ma Eddy è un mito e le sue parole mi lusingano”.

Simonelli ha appena ripreso la preparazione per la stagione 2025 che culminerà con i Campionati del Mondo.

“Dalle Olimpiadi di Parigi ho imparato la lezione. Ho capito che non bisogna mai sottovalutare nulla. Bisogna sempre rimanere focalizzati sull’obiettivo senza mai distrarsi. Il prossimo anno non commetterò lo stesso errore. Sarà una stagione lunghissima dalle indoor alla stagione all’aperto. Ci saranno gli Europei indoor di Apeldoorn, i Mondiali indoor di Nanchino, la Coppa Europa di Madrid e Mondiali di Tokyo. Voglio che sia persino migliore di quella appena terminata. Tengo molto anche alla staffetta 4×100 perché riusciamo a fare gruppo. Siamo stati recentemente insieme per una vacanza in Sardegna. Sarà difficile scegliere gli atleti da inserire nella squadra ma lotterò per restare nel gruppo”.

Ryan Crouser e Leonardo Fabbri:

Il campione europeo del getto del peso Leonardo Fabbri ha incontrato di nuovo l’amico-rivale Ryan Crouser durante l’incontro “A peso d’oro” nella Sala Depero di Trento. Crouser ha vinto tre medaglie d’oro olimpiche consecutive a Rio de Janeiro 2016, Tokyo 2021 e Parigi 2024 superando il record di vittorie in questa specialità alle Olimpiadi detenuto dagli statunitensi Perry O’Brien e Ralph Rose e dal polacco Tomas Majewski, che hanno vinto due titoli olimpici ciascuno.

Ryan Crouser: “Il mio sogno è vincere il quarto oro olimpico davanti al pubblico di casa a Los Angeles. Sarà difficile ma ci proverò con le unghie e i denti. Sarebbe bello concludere la carriera con un’altra medaglia olimpica. La stagione 2024 non è stata facile perché ho avuto infortuni al gomito, al braccio e ai pettorali. Negli Stati Uniti l’atletica non è così popolare come in Europa. Spero che nel frattempo il getto del peso possa acquisire più popolarità. I social sono importanti ma a parlare sono soprattutto i risultati degli atleti”.

Crouser proviene da una famiglia di lanciatori. Suo padre Mitch Crouser si piazzò al quarto posto ai Trials olimpici nel lancio del disco nel 1984 mancando di poco la qualificazione per la squadra olimpica ai Giochi di Los Angeles 1984. Lo zio Brian Crouser gareggiò in due Olimpiadi nel lancio del giavellotto. L’altro zio Dean Crouser gareggiava a ottimi livelli nel getto del peso e nel lancio del disco. I cugini Sam e Haley Crouser sono stati giavellottisti. Crouser salì sulla ribalta per la prima volta nel 2009 quando vinse l’oro ai Mondiali under 18 a Bressanone. Nella sua carriera ha vinto anche due ori ai Mondiali di Eugene 2022 e di Budapest 2023 e ha stabilito il record del mondo con 23.56m al meeting di Los Angeles nel 2023.

Ryan Crouser: “Ho iniziato con altri sport come il football americano. Mio padre e mio zio mi hanno avvicinando all’atletica insegnandomi la tecnica ma senza mettermi pressioni. Disputai la mia prima gara al di fuori degli Stati Uniti in occasione dei Mondiali under 18 di Bressanone dove vinsi l’oro”.

Leonardo Fabbri: “Sono cresciuto in una famiglia di sportivi. Mio padre era un velocista. Ho iniziato con il calcio e volevo giocare soprattutto a questo sport. Mi sono poi innamorato dell’atletica. I miei genitori mi hanno sempre supportato e mi seguono ogni volta che gareggio nelle competizioni più importanti.

Fabbri ha battuto due volte Crouser in Diamond League a Londra con 22.52m e nella Finale di Bruxelles con il record italiano di 22.98m, misura che ha migliorato di tre centimetri il suo precedente primato realizzato il 15 Maggio al meeting di Savona con 22.95m.

Crouser si è complimentato con Fabbri e con il suo allenatore Paolo Dal Soglio

Ryan Crouser: “Leonardo ha avuto un processo di crescita esemplare. Tecnicamente parlando ho molto da invidiargli. Grazie al suo allenatore Paolo Dal Soglio ha costruito un lancio, che è da prendere a modello”.

Leonardo Fabbri: “Da ragazzino guardavo i video che lo ritraevano in azione. Fino a poco tempo fa Ryan mi pareva un extraterrestre. Oggi che l’ho avvicinato, le sembianze mi sembrano più umane, ma resta un re indiscusso. Stava diventando un’ossessione. Ora ho capito che non è imbattibile. Mi piacerebbe vincere l’oro olimpico a Los Angeles emulando il mio concittadino Alessandro Andrei, ma mi accontenterei dell’argento alle spalle di Ryan ”

Crouser e Fabbri guardano avanti alla prossima stagione che si preannuncia molto intensa e porterà ai Mondiali di Tokyo dal 13 al 21 Settembre.

Ryan Crouser: “Non ho ancora ripreso la preparazione per la prossima stagione. Voglio prendermi più tempo del solito dopo gli infortuni di questa stagione per iniziare al meglio gli allenamenti.”.

Nel 2019 Crouser si trasferì dal Training Centre di San Diego alla University dell’Arkansas a Fayetteville per diventare allenatore volontario per il team della locale università. Uno dei suoi allievi Roje Stona ha vinto la medaglia d’oro olimpica a Parigi per la Giamaica nel lancio del disco stabilendo il record olimpico con 70.00m.

Crouser e Fabbri hanno parlato di alimentazione e di metodologie per rimanere concentrati.

Ryan Crouser: “Assumo una media di oltre 5000 calorie suddivise in cinque-sei pasti. Non ho bisogno di mental coach. Per rilassarmi mi basta andare a pescare”.

Leonardo Fabbri: “Grazie al dietologo Diego Fortuna, ex discobolo azzurro, ho perso 24 chili in due anni. Per rilassarmi seguo i principi del buddismo zen e medito almeno una volta al giorno anche solo per dieci minuti”.

Andy Diaz e Fabrizio Donato:

Andy Diaz, medaglia di bronzo olimpica a Parigi nel salto triplo con 17.64m, ha parlato con grande emozione della sua storia e del rapporto con il suo allenatore Fabrizio Donato, del suo arrivo in Italia dopo aver scelto di abbandonare Cuba. Diaz ha esordito in azzurro salendo sul podio olimpico lo scorso 9 Agosto, esattamente 12 anni dopo il bronzo di Donato a Londra 2012.

Andy Diaz: “L’Italia mi ha dato una seconda possibilità, nella vita e in pedana. Oggi non potrei essere più felice. Quando dopo i Giochi Olimpici di Tokyo sono scappato da un aeroporto spagnolo dove la delegazione cubana faceva scalo sulla via del ritorno, ho preso con me le scarpe per allenarmi, quelle chiodate e ben poco altro. Sognavo di fare l’atleta professionista. Sono sempre stato convinto delle mie possibilità. Sono stato da un conoscente, poi spinto dai racconti di mia mamma che era stata in Europa per lavoro, sono arrivato in Italia. Ho girato il vostro paese in lungo e in largo con sistemazioni di fortuna. Una volta a Roma ho trascorso qualche notte su un marciapiede in attesa di regolarizzare la mia posizione. In quel periodo ho cercato di contattare Fabrizio. Gli ho chiesto di darmi una mano”.

Fabrizio Donato: “Una sera ho ricevuto una strana telefonata via instagram. Andy parlava solo spagnolo e francamente, benché ci fossimo pure affrontati ai Mondiali indoor di Birmingham, non avevo ricordi di lui. Ho coinvolto mia moglie Patrizia Spuri e dopo qualche riflessione, e poiché abbiamo imparato che lo sport è anche solidarietà, abbiamo deciso di ospitarlo”.

Sotto la guida di Donato Diaz ha migliorato il record italiano detenuto dal suo allenatore con 17.75m al Golden Gala nel 2023 e ha vinto due finali di Diamond League nel 2022 e nel 2023.

Andy Diaz: “Fabrizio ha puntato ad incrementare la velocità della mia rincorsa e le prestazioni si sono presto stabilizzate ad alto livello. Mi sono imposto in due finali di Diamond League consecutive a Zurigo nel 2022 e a Eugene nel 2023 e ho vinto le ultime due edizioni del Golden Gala. Ho sottratto il record italiano a Fabrizio con 17.75m al Golden Gala di Firenze. Certe emozioni non le dimenticherò mai. Voglio vincere tutto e arrivare al record del mondo Al Grand Prix di Formula 1 a Monza ho incontrato il figlio di Jonathan Edwards. Gli ho detto che il primato di suo padre ha i giorni contati”

Fabrizio Donato: “Bisogna tenere i piedi per terra ma Andy ha margini di crescita”.

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