L’etiope Amane Beriso Shankule e il debuttante keniano Kelvin Kiptum hanno vinto la quarantaduesima edizione della Valencia Marathon Trinidad Alfonso, gara del circuito World Athletics Platinum, stabilendo entrambi la terza migliore prestazione di sempre al mondo rispettivamente con i crono di 2h14’58, al femminile, e 2h01’53 al maschile.
I due atleti sono stati delle sorprese in quanto non erano certo considerati i favoriti, e in pochi si aspettavano che potessero vincere realizzando oltretutto simili prestazioni cronometriche.
Per i colori azzurri da evidenziare sempre ieri la grande prestazione di Giovanna Epis che ha tagliato il traguardo in quindicesima posizione con un eccellente 2h23’54, a soli dieci secondi dal record italiano stabilito da Valeria Straneo nel 2012.
La maratoneta veneziana, che vive da anni a Legnano e si allena a Milano con Giorgio Rondelli, ha migliorato di 1 minuto e 26 secondi il primato personale realizzato lo scorso anno sullo stesso percorso con 2h25’20.
Epis, che diventa la terza italiana di sempre sulla distanza dei 42,195 km dopo Straneo e la compianta Maura Viceconte, che corse in 2h23’47 nel 2000, ha coronato così un’ottima stagione 2022 nella quale ha vinto l’oro ai Giochi del Mediterraneo di Orano e si è piazzata quinta agli Europei di Monaco di Baviera, con anche il personale sulla mezza maratona di 1h10’15, ottenuto a Crema nella fase di avvicinamento alla gara di Valencia.
Giovanna è transitata al 5° km in 17’05, al 10° in 34’05, al 15° in 51’10, al 20° in 1h08’06 e alla mezza maratona in 1h11’54 con oltre un minuto di vantaggio rispetto alla gara del record personale dell’anno scorso e, considerando che Straneo era passata in 1h11’44 in occasione della gara del suo record italiano a Rotterdam, il distacco dal primato è praticamente rimasto invariato nella seconda metà della gara.
Epis, che è passata successivamente al 25° km in 1h25’12, al 35° km in 1h59’25 e al 40° in 2h16’22, ha corso quasi tutta la gara insieme alla croata Bojana Bjeljac finita al quattordicesimo posto in 2h23’39, per cui se non avesse ceduto leggermente nel finale rispetto all’atleta che l’ha poi preceduta, avrebbe realizzato il primato italiano.
Tornando alla vincitrice Beriso, aveva un record personale di 2h20’48 realizzato a Dubai nel 2016 e si è migliorata di quasi sei minuti in una gara strepitosa nella quale sette atlete sono scese al di sotto delle 2 ore e 19 minuti. Da evidenziare il particolare incredibile che l’etiope non aveva disputato gare dal gennaio 2020 all’agosto 2022 e, nella sua prima maratona dopo la lunga pausa, aveva corso in 2h25’05 a Città del Messico lo scorso 28 agosto.
Beriso, che vanta sulla mezza maratona un record personale di 1h08’43 realizzato alla Roma Ostia Half Marathon del 2015, ha tagliato il traguardo in prossimità del Museo delle Arti e delle Scienze di Valencia in 2h14’58” diventando la terza atleta di sempre dopo Brigid Kosgei e Ruth Chepngetich a scendere al di sotto delle 2h15’.
La vincitrice ha mancato il record del mondo di Brigid Kosgei di 54 secondi. Ha tolto 2 minuti e 18 secondi al precedente record del percorso stabilito nel 2020 dalla keniana Peres Jepchirchir con 2h17’16”.
La primatista mondiale dei 5000 e dei 10000 metri e di mezza maratona Letesenbet Gidey si è piazzata al secondo posto realizzando il miglior tempo di sempre per una debuttante in maratona e il sesto crono di sempre con 2h16’49, mentre la keniana Sheila Chepkirui ha tagliato il traguardo in terza posizione in 2h17’29 precedendo di sette secondi l’etiope Tadu Teshome, a sua volta miglioratasi con 2h17’36.
Altre tre atlete sono scese al di sotto delle 2h19: la keniana Fancy Chemutai (quinta in 2h18’11), l’etiope Tiruye Mesfin (sesta in 2h18’47), l’etiope Tigist Girma (settima in 2h18’52).
Da sottolineare l’ottavo posto dell’etiope Etagegne Woldu (2h20’03), il nono posto dell’etiope Dolshi Tesfu (2h20’40) e il decimo della marocchina Majida Maayouf (2h21’01), mentre la quarantaseienne australiana Sinead Diver ha migliorato il record nazionale con 2h21’34.
Dodici atlete sono scese al di sotto della barriera delle 2h22’ nella miglior gara di sempre per densità di risultati.
Le dichiarazioni di una raggiante Epis: “Non mi sembra vero. Quasi non mi rendo conto di averlo fatto io questo crono. Sono contentissima di aver concluso nel migliore dei modi l’anno più bello della mia vita per i risultati e per il matrimonio con Luca Tocco.
Sapevo di poter correre forte. Per me era una gara contro me stessa e ho sentito un po’ la tensione. E’ la prima maratona che ho fatto senza rilassarmi, sempre a tutta, ma sarà sempre più così.
Sono un po’ calata nel finale e ho cercato di sprintare quando mi sono accorta che il primato italiano era vicino, ma la gioia per questo primato personale è più grande di tutto. Sembra strano a dirsi ma questa è la maratona in cui mi sono sentita peggio. Al ventesimo chilometro ho avuto problemi intestinali, che sono riuscita a gestire.”
Amane Beriso: “Non riesco ancora a crederci. E’ stato tutto fantastico: il percorso, il clima e il pubblico. Sono soltanto un po’ delusa perché ad un certo punto ho sperato di poter battere persino il record del mondo ma il lavoro dei pacemaker non è stato ottimale. Voglio provarci in futuro”.
Shelia Chepkirui: “Ho corso una buona gara. Le condizioni erano favorevoli. Sono felice di aver corso in meno di 2h18’. E’ un risultato incoraggiante perché era la mia prima maratona”.
Tra le altre interessanti prestazioni da segnalare quello della spagnola Mary Galimany, che ha migliorato il record spagnolo con 2h26’14” a 37 anni, ma soprattutto il record europeo master F50 della 50enne dottoressa valdostana Catherine Bertone, che ha tagliato il traguardo in trentesima posizione in 2h34’14.
La gara è partita a 3’12 al chilometro e il gruppo di testa è transitato al 5 km in 16’03”, al 10 km in 32’01 e al 15 km in 46’03. Beriso e Gidey hanno percorso la prima metà gara in 1h07’08” con una proiezione di poco superiore alla tabella di marcia per battere il record del mondo. Il ritmo è aumentato nei chilometri successivi.
Le due atlete etiopi hanno percorso la frazione tra il 25 e il 35 km in 31’44 e sono transitate in 1h51’21 quando mancavano sette chilometri alla fine. A quel punto avevano soltanto sette secondi di ritardo rispetto al record del mondo di Brigid Kosgei stabilito a Chicago nel 2019 con 2h14’04.
Beriso ha piazzato l’allungo decisivo al 37° km e si è involata verso il successo, mentre Gidey ha ceduto poco prima del 35°.
La gara maschile
L’edizione 2022 della Valencia Marathon ha prodotto una grande densità di risultati con nove atleti al di sotto delle 2h06’, dodici atleti al di sotto delle 2h07’, diciotto atleti al di sotto delle 2h08’ e ventidue crono in meno di 2h09’.
Il keniano Kelvin Kiptum ha trionfato a sorpresa nella gara maschile in 2h01’53 stabilendo il miglior tempo di sempre al debutto in maratona. Kiptum ha avvicinato di 44 secondi il record del mondo di Eliud Kipchoge.
Kiptum diventa il terzo atleta di sempre ad infrangere la barriera delle 2h02’. Più veloce di Kiptum nella storia sono stati Kipchoge (primatista del mondo con 2h01’09” a Berlino lo scorso Settembre e vincitore sempre nella capitale tedesca nel 2018 con 2h01’39) e Bekele (primo a Berlino in 2h01’41”).
Kelvin Kiptum: “Non mi aspettavo di vincere. Non riesco a credere di essere diventato il terzo maratoneta di sempre. Ero ben preparato e volevo dimostrarlo. Questa prestazione è un dono di Dio”.
La gara maschile è partita ad un ritmo da 2’57 al chilometro. Dopo passaggi da 14’42 al 5° km e 29’24 al 10 km, i tre pacemakers Bernard Ngeno, Stanley Rono e Chala Regasa hanno aumentato il ritmo coprendo i successivi 5 km in 14’30. A quel punto c’erano ancora 16 atleti nel gruppo di testa, che comprendeva Tamirat Tola, Chalu Daso e il primatista tanzaniano Gabriel Geay.
Il gruppo di testa è transitato al 21 km in 1h01’42, passaggio leggermente al di sotto delle aspettative.
Al 26° km Tola ha preso il comando seguito da Kiptum, Chalu Deso, Milkesha Mengesha e Alexander Mutiso. Dopo lo split di 2’53 tra il 27° e il 28° km fatto registrare da Tola il gruppo di testa si è ridotto a dieci atleti.
Kiptum ha aumentato il ritmo al 28° km producendo l’attacco che ha ridotto il gruppo di testa. Soltanto Tola e Geay sono riusciti a tenere il passo dello scatenato Kiptum. Il ventitreenne keniano ha piazzato l’allungo decisivo con una frazione di 14’00 tra il 30° e il 35° km prendendo un vantaggio di 15 secondi su Geay.
Kiptum ha costruito la vittoria con una seconda metà gara di 21,097 km cronometrata in 1h00’11. Da sottolineare come nella frazione tra il 30° e il 40° km Kiptum sia stato cronometrato in 28’04.
In carriera aveva realizzato un personale di 58’42 alla mezza maratona di Valencia nel 2020, ma non aveva terminato alcuna gara dall’Ottobre 2021. Lo scorso febbraio si era ritirato nella RAK Ras Al Khaimah Marathon. La vittoria di Valencia è stato il miglior regalo per il compleanno festeggiato due giorni fa.
Geay ha tagliato il traguardo in seconda posizione migliorando il primato tanzaniano, il terzo tempo mondiale del 2022 e l’ottavo crono mondiale all-time con 2h03’00 (tempo che eguaglia il precedente record del percorso detenuto da Evans Chebet nel 2020). Geay aveva un personale di 2h04’55 realizzato alla Maratona di Milano nel 2021. Lo scorso Luglio si è piazzato settimo ai Mondiali di Eugene.
Il keniano Alexander Mutiso ha completato il podio correndo in 2h03’29 al debutto sulla distanza. Mutiso aveva corso la mezza maratona di Valencia in 57’59 nel dicembre 2020.
Tola è sceso ancora sotto le 2h04’ con 2h03’40 sfiorando di un secondo il record personale realizzato ad Amsterdam nel 2021. Il turco Kaan Kigen Ozbilen ha mancato il record personale di 20 secondi con 2h04’36 (ad un minuto esatto dal record europeo del belga Bashir Abdi). Chalu Deso si è piazzato al sesto posto in 2h04’56.
Altri tre atleti sono scesi sotto le 2h06’: il campione del mondo under 20 di corsa campestre Milkesa Mengesha (2h05’29), Ronald Korir (2h05’37) e Philemon Kiplimo (2h05’44).
Goitom Kifle ha completato la top ten in 2h06’09. Da sottolineare anche il tredicesimo posto dello spagnolo Nicolas Navarro in 2h07’01, mentre l’azzurro Daniele D’Onofrio ha tagliato il traguardo al trentaquattresimo posto in 2h12’47.
Valencia si è confermata la città del Running. Anche quest’anno gli organizzatori hanno allestito una gara di altissimi contenuti tecnici in condizioni perfette che hanno permesso ai corridori di realizzare tanti primati personali su un percorso velocissimo.
Marc Roig (responsabile degli atleti élite della Maratona di Valencia): “Ogni anno è sempre più facile convincere gli atleti a venire a gareggiare nella nostra città. Tutti sanno che Valencia è la città del Running. La parte più difficile è scegliere gli atleti da invitare”.
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