Per Jacobs anche l’onere dell’impresa leggendaria

    La colata d’oro di Marcell e il tafazzismo italiano

    Marcell Jacobs ha vinto l’oro sia dei 100 metri che della staffetta 4×100 e, come spesso accade quando si vinca, si sono anche scatenate voci contro, dubbi ed allusioni dettate dalla smania dei giornalisti “avversari” di coprire le mancate vittorie della propria nazione, specie quando si tratti di discipline così importanti, oltretutto di fronte a un vincitore assolutamente non pronosticabile alla vigilia.

    La cosa non dovrebbe stupire più di tanto, le opinioni sono libere e se si allude al doping senza documentare con fatti e riscontri concreti, sono solo chiacchiere al vento.

    Però anche noi italiani non è che dobbiamo fare tanto gli offesi, alzi la mano chi non ha mai sollevato dubbi su prestazioni di campioni esteri che poi non sono mai risultati positivi. E ci piace anche fare il gioco di puntare il dito su tutti sapendo che, prima o poi, per qualcuno quel sospetto diventerà certezza, pur nella consapevolezza che così è molto facile fare previsioni.

    Nell’era del web le chiacchiere inopportune rimangono a disposizione, come evidenzia un post FB di Franco Fava (ex azzurro ora stimato giornalista), che qualche giorno fa ha ricordato la dichiarazione del Presidente del CONI Malagò a difesa di Jacobs.

    Le considerazioni di alcuni giornalisti sono fonte di dispiacere e anche di grande imbarazzo sotto tutti i punti di vista. Parliamo di atleti che vengono sottoposti sistematicamente e quotidianamente nel villaggio a tutti i controlli antidoping: dispiace e dimostra come non sia stata accettata la sconfitta“.

    Sacrosante parole che, come sottolineato nel post, dovrebbero essere dirette anche all’interno del CONI, perché un collaboratore di nome Sandro Donati, appena il 22 Luglio scorso dichiarava al quotidiano Alto Adige.

    Quest’anno nei 100 i tempi sotto i 9”90 fioccano, vengono polverizzati tutti i record: è tutto molto strano. L’atletica non è nata ieri, i record sono sempre più difficili da battere, non può essere che all’improvviso arrivino atleti che li frantumano“.

    Fava al termine del suo breve ma significativo scritto, ha auspicato anche una smentita dell’allenatore di Monte Porzio Catone, che in un passato non troppo recente aveva fatto allusioni pure sul campionissimo Usain Bolt.

    Forse per un consiglio arrivato dall’alto, qualcosa in sostegno del campione olimpico (non proprio una smentita) è poi arrivata anche da Donati con una intervista su Tuttosport dove ha dichiarato.

    Dubbi su Marcell? Da che pulpito!

    E qui sarebbe da essere soddisfatti, ma se vestissimo la Union Jack o la bandiera a stelle e strisce, potremmo facilmente ribattere ad un allenatore che, pur senza colpe, ha uno sfortunato e triste record di tre squalifiche doping per tre atleti da lui allenati (Charity Opara e Tina Iheagwam nel 1992, Schwazer nel 2016).

    Marcell Jacobs (foto Colombo/FIDAL)
    Marcell Jacobs (foto Colombo/FIDAL)

    Comunque, Donati rimane per tantissimi un paladino dell’antidoping e un allenatore immune da distrazioni, ed ha anche collaborato nel progetto dello “scudo aerodinamico” che avrebbe aiutato Jacobs nei suoi allenamenti, per cui se con il suo istinto da 007 avesse annusato qualcosa di strano sul velocista azzurro, lo avrebbe subito denunciato.

    Il problema è che noi italiani abbiamo sempre riso del personaggio comico Tafazzi, quello inventato dal famoso attore Giacomo Poretti, che rappresenta l’antonomasia del comportamento autolesionistico, ma spesso non ci rendiamo conto che stiamo guardando in uno specchio.

    Ed ecco che, senza attendere lo scoop tardivo del Times, in Italia già da tempo in molti sapevano che Giacomo Spazzini, imprenditore bresciano e fondatore della Gs Loft (Loft srl), società “di consulenza per il tuo benessere psicofisico” che risulta collaborare alla preparazione di Jacobs da settembre 2020, sarebbe indagato in una inchiesta su ricette fasulle e farmaci anabolizzanti.

    La notizia dell’indagine precede di mesi l’avvio della collaborazione, infatti è a marzo 2020 che il Comune di Milano pubblicò nel suo sito ufficiale questo comunicato stampa sull’operazione “Muscle Bound”, informativa che quindi doveva essere arcinota e da cui, tra le altre cose, si legge che per dei non precisati trattamenti venivano prescritti con leggerezza farmaci come l’ormone della crescita, cosa ben lontana dallo sport che ci piace.

    Sia chiaro che Giacomo Spazzini è innocente fino a prova contraria, la sua posizione potrebbe essere archiviata e lo stesso, in una recente intervista su Repubblica, ha anche specificato che in questa inchiesta sarebbe estraneo e solo “parte lesa”, in quanto ingannato da un collaboratore truffaldino che si sarebbe finto medico, e ció comunque non evidenzia una sua particolare attenzione nella scelta dei medici con cui lavorare.

    L’imprenditore bresciano, che spesso è stato descritto erroneamente come “nutrizionista”, e non è chiaro se si limiti a fare l’imprenditore o se abbia i titoli per fare anche altro di più strettamente legato alla preparazione di uno sportivo, è comunque molto noto ed esposto sui social, con pagina instagram trasparente dove mostra chiaramente le foto dei suoi notevoli muscoli da bodybuilder, e dei sorprendenti progressi delle persone che si sono affidate al suo “metodo”.

    Marcell Jacobs (foto World Athletics)
    Marcell Jacobs (foto World Athletics)

    Non è neanche un segreto la collaborazione con Jacobs, ampiamente pubblicizzata in rete con numerosi articoli già dal suo inizio, e culminata con un post ben dettagliato che lo stesso Spazzini ha pubblicato dopo la vittoria olimpica di Marcell sui 100 metri, oltre al fatto che, sempre dopo tale storico evento, il web sia stato inondato anche da un bel po’ di interviste in cui Spazzini descrive il rivoluzionario “metodo Ibrido” usato per Jacobs.

    E allora c’è da preoccuparsi? Assolutamente no, visto che Jacobs risulta pulito in quanto sempre controllato dall’antidoping come tutti gli altri atleti del mondo, e non servono nemmeno le banalità giornalistiche dei 18 controlli antidoping “tutti negativi” (di certo ne basta solo uno positivo per essere squalificati e se ci fosse stato lo avremmo saputo) o i dubbi sul fatto che il campione olimpico, neanche dopo la vittoria agli europei indoor, fosse stato inserito nell’RTP internazionale (cosa inusuale, ma era comunque nel Registered Testing Pool nazionale sotto il controllo di NADO Italia e doveva sempre fornire le reperibilità, oltre al fatto che i risultati dei suoi controlli siano sempre stati caricati in ADAMS, a disposizione anche della WADA e dell’antidoping di WA).

    Ci piace comunque farci del male, perché nell’articolo di Repubblica che parla dell’inchiesta su Spazzini, c’è la risposta dello staff di Jacobs in merito a questa collaborazione oggetto di vari interrogativi da parte della stampa estera, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti per finire anche in Australia.

    Da quando è emersa la vicenda, Marcell è seguito da un altro professionista dello studio“.

    Risposta che lascia un po’ perplessi perché è singolare in ogni caso che un atleta del Gruppo Sportivo della Polizia, di cui il Direttore Tecnico è anche l’attuale Vicepresidente FIDAL Sergio Baldo, cominci a collaborare a settembre 2020 con un qualsiasi studio di consulenza alimentare/fisico/sportiva senza prima verificare se c’è, per caso, un fatto che possa minimamente creare imbarazzo.

    Marcell Jacobs (foto FIDAL/Colombo)
    Marcell Jacobs (foto FIDAL/Colombo)

    L’indagine “Muscle Bound”, quand’anche in futuro si rivelasse una bolla di sapone, era nota da marzo 2020, possibile che il Presidente Stefano Mei non ne fosse già a conoscenza, magari grazie ad una dritta di Sandro Donati che è informatissimo sulle indagini doping (avendo collaborato con svariate procure in Italia) ed è un suo amico fraterno?

    Marcell Jacobs, rientrato in Italia, ha rilasciato a Gazzetta una lunga intervista in cui ha parlato anche del rapporto con Spazzini, che sarebbe stato interrotto non appena si è accorto dell’indagine e ha sottolineato come l’imprenditore, che ha pochi anni più di lui, rientrasse nella sua cerchia di conoscenze sin da ragazzi a Desenzano e che, pur non collaborando da tempo con lui, lo stesso Spazzini si sia fatto probabilmente prendere dall’entusiasmo dopo la sua vittoria sui 100 metri delle Olimpiadi.

    Tutto questo è un chiarimento non totalmente completo, non solo per i motivi già citati, ma anche perché di fatto ad oggi, e sono passati oltre dieci giorni da quando Spazzini ha pubblicato un post ben preciso e dettagliato sulla sua pagina Instagram, lo stesso post è ancora ben presente, mentre se fosse stato solo un attimo di euforia, sarebbe dovuta bastare una telefonata di qualcuno dello staff di Marcell per farglielo rimuovere.

    Estratto dalla pagina Instragram di Giacomo Spazzini (post del 1 agosto 2021)
    Non aveva fiducia in se stesso per credere di raggiungere risultati così ambiziosi, l’obbiettivo era scendere sotto i 10’’, come ho scritto più volte. Da quando abbiamo iniziato insieme, contestualmente alla Mental Coach, tutto è cambiato. Il suo corpo ha iniziato a reagire alla corretta alimentazione con HYBRID METHOD, il metodo che ho costruito anni fa e che costantemente innoviamo. Non mangiava correttamente, da buon goloso si concedeva troppi sgarri che rallentavano un metabolismo che invece aspettava solo di esplodere. Abbiamo lavorato con la ciclizzazione dei nutrienti, con il monitoraggio dei dati e delle analisi, test in pista, con feedback costanti e in tutto questo gli abbiamo insegnato il potere che la disciplina può dare in termini di risultati. Il connubio con il lavoro mentale? È stato devastante! Perché se vuoi vincere un olimpiade, sono i dettagli e la disciplina a fare la differenza. Il tempo iniziava a passare, i risultati in gara ci davano ragione e ora @crazylongjumper è l’uomo più veloce al mondo. Sono davvero fiero ed orgoglioso di avere fatto parte con la mia azienda a questa trasformazione, insieme ad un team di professionisti speciale che ha sempre messo i valori e l’Unione al primo posto. Ci siamo uniti e con un Front man incredibile abbiamo realizzato un sogno. Marcell con la sua prestazione ha fatto sognare tutti gli italiani ed ora, il suo nome, è già storia.#TeamJacobs #TeamSpazzini

    In definitiva, infinito onore al merito del nostro grande bicampione olimpico, ma non ci si stupisca minimamente se debba reggere anche l’onere di essere diventato, in poche ore, uno degli sportivi più famosi del mondo, in quanto è l’inevitabile prezzo da pagare a una gloria così forte ma tanto improvvisa.

    Quindi meglio tacere, non accettando le provocazioni se non si hanno argomenti inattaccabili su cui controbattere, oppure rispondere con dati certi da un punto di vista tecnico o psico fisico quale certamente può essere stata l’influenza avuta dalla mental coach dell’atleta, Nicoletta Romanazzi.

    In caso contrario si rischia solo di alimentare le inevitabili invidie, che equivale a vestire i panni del buon Tafazzi.

    Marcell Jacobs (foto Andrew Boyers)
    Marcell Jacobs (foto Andrew Boyers)
    Sport OK Junior