Jacobs e Tamberi: le possibili ragioni delle scelte di World Athletics

    Grande risonanza mediatica sulla scelta della massima federazione mondiale di escludere i due azzurri dalle 10 nomination per l'atleta dell'anno

    Dopo aver dato, ieri, in anteprima la notizia dei nomi dei 10 uomini candidati ufficialmente da World Athletics per il titolo di Atleta dell’anno da assegnare nel mese di dicembre, si è scatenata su tutti i media italiani, cartacei e online, un’ondata di profonda indignazione per l’esclusione di almeno un azzurro vincitore di medaglia d’oro olimpica, nella fattispecie incentrando l’attenzione su Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi che, indubbiamente, avrebbero certamente meritato di avere un posto tra la decade candidata.

    Abbiamo cercato di capire le ragioni di tale scelta e quali possano essere stati i ragionamenti alla base e, per cominciare, abbiamo diviso gli atleti scelti in due gruppi, quelli che era impossibile non nominare e quelli su cui si poteva avere qualche dubbio nel senso che erano certamente meritevoli, ma potevano anche essere sostituiti appunto da uno dei due nostri azzurri, o da tutti e due.

    Gli imprescindibili, dunque, sono certamente il probabile vincitore finale, il norvegese Karsten Wahrolm che, a parte l’oro olimpico è sceso sotto i 46 secondi nei 400 ostacoli, poi Armand Duplantis e Jacob Ingebritsen, gli altri due giovanissimi fenomeni europei, tutti campioni olimpici e sempre presenti nelle maggiori competizioni mondiali, ma senza dubbio non si poteva minimamente mettere in discussione il pesista statunitense Ryan Crouser che non perde mai e lancia sempre a misure stratosferiche, e il vincitore della maratona olimpica il keniota Eliud Kipchoge, perché lo spirito dei giochi a cinque cerchi è strettamente legato alla distanza dei 42,195 chilometri.

    Degli altri cinque si è certamente voluta premiare l’impresa di un super atleta quale il canadese Damian Warner che ha superato i 9000 punti nel decathlon poi, il nome del campione olimpico dei 5000 metri, l’ugandese Joshua Chepetegei, può essere legato anche a motivi politici di territorio nella misura di voler dare un riconoscimento anche a un secondo africano, mentre gli ultimi tre atleti, tutti europei anch’essi, Daniel Stahl, lanciatore del disco svedese, Pedro Pichardo triplista portoghese e Miltiadis Tentoglou lunghista greco, tutti peraltro campioni olimpici e vincitori di varie gare di Diamond League oltre che del titolo europeo indoor nel caso degli ultimi due, erano quelli con cui certamente si sarebbero potuti giocare un posto Jacobs e Tamberi ma anche, ci si consenta di affermare, con il canadese Andre De Grasse, campione olimpico dei 200 metri, medaglia di bronzo nei 100 e nella staffetta, nonché grande protagonista in Diamond League sia sui 100 che sui 200 per tutta la stagione estiva.

    Ora, proprio l’assenza di De Grasse che, oltretutto, nel ranking mondiale generale di World Athletics riveste il terzo posto assoluto dietro Warholm e Crouser, testimonia come non si siano volute premiare, al maschile, le gare più veloci che da ogni parte sono considerate le più spettacolari e seguite dell’Atletica, specie durante le Olimpiadi e questo, senza entrare nel merito del perché, è già una spiegazione sull’esclusione di Marcell campione olimpico dei 100.

    Rimanendo su Jacobs poi riteniamo che la sua stagione all’aperto sia stata considerata troppo breve nella misura in cui, al di là dello straordinario exploit a cinque cerchi, ha disputato per vari motivi solo una gara di Diamond e, probabilmente, il fatto che dopo Tokyo abbia deciso di chiudere le competizioni non è stato bene visto dai selezionatori del premio di World Athletics che hanno forse premiato chi ha continuato anche se, di fatto, anche il lunghista greco Tentoglou si è fermato dopo Tokyo.

    Per quanto riguarda Gimbo, ovviamente, tale discorso non vale perché il campione olimpico del salto in alto ha anche vinto il Trofeo della Diamond League assegnato a Zurigo, onorando al meglio il suo titolo di Tokyo, per cui potremmo dire che appare più sorprendente la sua esclusione rispetto a quella di Jacobs anche se l’unica considerazione da fare è che l’azzurro ha avuto in tutto l’anno un rendimento molto altalenante, passando da prestazione grandissime ad altre modeste ma, quando contava, ha sempre reso al 100% delle sue possibilità.

    Un altro motivo, magari banale, per cui nessuno dei due italiani sia stato selezionato potrebbe anche essere stata la difficoltà di scegliere tra uno dei due, in quanto entrambi per vari motivi non potevano essere nominati e questo, alla fine, può avere fatto pendere da una certa parte l’ago della bilancia.

    Infine, ultima delle possibili motivazioni per una scelta discutibile ma non totalmente ingiustificabile, quanto accaduto dopo la famosa ordinanza del Giudice sulle indagini preliminari di Bolzano che aveva deciso di non rinviare a giudizio Alex Schwazer per frode sportiva, sulla base di determinate sue convinzioni che indubbiamente mettevano in cattivissima luce World Atheltics.

    Probabilmente, allora, non è stata ben presa da qualche esponente della massima federazione mondiale il fatto che le massime istituzioni sportive italiane non abbiano preso la distanza e, in una situazione di dubbio quale poteva essere quella di cui stiamo parlando, quanto accaduto allora potrebbe avere avuto un suo peso.

     

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