Omar Craddock (foto world athletics)
Omar Craddock (foto world athletics)

Lo specialista statunitense del salto triplo Omar Craddock, che vanta un personale di 17,68 ottenuto nel 2019, quando ha anche vinto i Giochi Panamericani a Lima, è stato temporaneamente sospeso per non essersi reso disponibile al test antidoping per tre volte in un periodo di dodici mesi.

Questo l’annuncio dell’AIU, Unità di Integrità di Atletica Leggera, per l’ennesimo caso di un atleta che contravviene alle regole del cosiddetto “whereabouts system” che, in estrema sintesi, sono rappresentate dall’obbligo per atleti di particolare interesse internazionale di comunicare uno spazio temporale, di 60 minuti al giorno, in cui possano, in qualsiasi periodo dell’anno, essere testati dagli ispettori dell’antidoping.

Ricordiamo che Craddock fu quarto ai Mondiali 2015 di Pechino e tredicesimo a Doha 2019 non essendo riuscito a qualificarsi per la finale.

L’atleta che ha 29 anni, se non riuscirà a fornire una motivazione a quanto accaduto, potrebbe essere squalificato per due anni, e non partecipare sia alle Olimpiadi di Tokyo che ai Mondiali di Eugene.

È il quarto atleta statunitense a essere sospeso quest’anno per aver violato le norme del whereabouts system. Gli altri tre erano Christian Coleman, campione del mondo dei 100 metri (sospeso due anni), Deajah Stevens (18 mesi) e Gabrielle Thomas, anche se questa è stata, alla fine, scagionata.

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