Alfio Giomi - Marta Zenoni (foto Colombo Fidal)
Alfio Giomi - Marta Zenoni (foto Colombo Fidal)

Tutti gli appassionati di atletica sanno che Alfio Giomi, da oltre 6 anni, ne è il massimo esponente, ma pochissimi sanno, realmente, come si svolge la vita del Presidente di una delle più importanti Federazioni Sportive Italiane.

Ho avuto varie volte il piacere di incontrarlo, nel suo ufficio a Roma in Fidal e tutte le volte che ne sono uscito mi son sempre domandato come facesse a seguire, in prima persona, tutto quello che sta dietro alla gestione della Federazione stessa.

Intendiamoci, c’è modo e modo di fare il Presidente e mi sento di affermare che il Suo sia il migliore, poichè affronta tutto in maniera estremamente positiva, nel senso che trasmette a chi gli sta intorno un senso di innata dolcezza unita alla sanguigna passione che, ben si intende, nutre per l’Atletica.

Personalmente, la prima immagine che ebbi di Lui fu, nel 2015, a Tallinn, durante gli Europei under 23 , quando discese velocemente le scalinate dello stadio per correre ad abbracciare Giovanni Galbieri che aveva appena vinto la finale dei 100 metri.

Entusiasmo assoluto, dunque, che ha sempre viaggiato di pari passo con la costante dedizione nei confronti della Federazione e di tutto quanto comporta svolgerne il ruolo di Presidente.

Alfio Giomi vive, da oltre 6 anni, in una foresteria, dentro il centro federale dell’Acqua Acetosa a Roma, e passa tutto il suo tempo, tra riunioni e viaggi in giro per l’ Italia e per il mondo, senza sabati o domeniche di riposso, il tutto per un compenso di poche decine di migliaia di euro all’anno, avendo abbandonato, di fatto, la sua residenza a Grosseto e ogni attività che ivi svolgeva.

Da quando è Presidente ha cercato di dare un’impronta di grande morigeratezza, imponendo di contenere, ove possibile, le spese generali quali ad esempio quella delle trasferte; lui e tutti i componenti del consiglio viaggiano, in treno in seconda classe, in aereo in economy e alloggiano in alberghi non certo di lusso.

Infine, quel che nessuno racconta è che, tra i suoi mille impegni, cerca sempre di stare vicino a tutti gli atleti, di ogni tipo di fascia e, per citare un ultimo episodio, dopo la brutta storia del Campionato Italiano della 10 Km. di Canelli, ha personalmente chiamato il ragazzo che, a parte Pietro Riva, aveva avuto una lussazione a una spalla, per offrirgli il suo sostegno diretto.

Tra un anno e mezzo il suo mandato cesserà e ci sarà un nuovo Presidente: mi auguro, in primo luogo, che il suo cuore e la sua passione sportiva siano identici a quelli di Alfio Giomi.

 

 

 

 

 

 

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