L’analisi sulle prestazioni degli atleti azzurri agli Europei di Monaco

Crippa leader assoluto della squadra azzurra nella manifestazione continentale tedesca

Il mezzofondista trentino di origini etiopi, Yeman Crippa, è stato certamente il grande protagonista della brillante spedizione azzurra ai Campionati Europei svoltisi a Monaco di Baviera, con le sue 2 medaglie conquistate, quella d’oro sui 10.000 metri e quella di bronzo sui 5000.

Yeman aveva rinunciato a disputare i mondiali in Oregon per alcuni piccoli problemi fisici che gli avevano consigliato di puntare tutte le sue energie sulla manifestazione continentale, e tale scelta è stata ampiamente premiata con il massimo risultato ottenibile, visto che sui 10.000 partiva con il miglior tempo di accredito, mentre sui 5000 era comunque totalmente chiuso per la vittoria finale dal campione del mondo Jacob Ingebrigtsen.

Quello di Yeman è stato il terzo oro, in ordine cronologico, ottenuto dall’Italia mentre il primo era stato conquistato sui 100 metri da Marcell Jacobs che, a dispetto di una condizione teoricamente non ottimale in virtù dei problemi muscolari dichiarati, ha dominato la finale con l’eccellente crono di 9″95, sua miglior prestazione dell’anno.

Il terzo massimo gradino del podio è stato infine raggiunto da Gianmarco Tamberi che ha avuto il coraggio di provarci nel salto in alto, pur essendo reduce da un periodo post mondiali molto debilitante a causa dell’insorgere del Covid, reagendo con la sua infinita determinazione nei momenti che più contano, anche aiutato da una gara dai contenuti tecnici non eccelsi che nulla toglie, naturalmente, alla sua grande impresa.

Due le medaglie d’argento, di cui una auspicabile nel senso che era il massimo che si poteva prevedere e auspicare, quella di Andrea Dallavalle nel salto triplo, superato solo dal fenomenale campione del mondo e olimpico, il portoghese Pedro Pablo Pichardo, mentre quella di Ahmed Abdelwahed sui 3000 siepi, forse, avrebbe potuto essere del metallo più pregiato visto che il suo era l’accredito migliore tra gli iscritti, ma lo stesso atleta romano, di origini marocchine, ha fatto capire di essere strafelice non essendo giunto all’appuntamento europeo nella miglior condizione possibile.

Dei bronzi maschili, per quello di Osama Zoghlami sulle siepi poteva valere il discorso fatto su Abdelwahed, nel senso che l’azzurro partiva dal secondo tempo di accredito, e lo stesso vale anche per Filippo Tortu, partito da un crono sui 200 metri in stagione migliore di Hughes e peggiore di Mitchell-Blake che però l’aveva ottenuto in condizioni di vento perfette, per cui ci si poteva aspettare qualcosa di meglio come da lui stesso dichiarato con rammarico nel dopo gara.

Gli altri due terzi posti sono stati conquistati sui 20 km di marcia da un sorprendente Matteo Giupponi che è andato ben al di là di ogni più rosea previsione nella miglior gara della sua carriera, e l’ultimo come già scritto da Crippa sui 5000.

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Vediamo sotto nel dettaglio, diviso per settori, come si sono comportati gli altri nostri rappresentanti che vogliamo citare ed encomiare tutti, a prescindere dal risultato finale ottenuto.

Velocità e staffette

  • Chituru Ali: grande esperienza del 23enne velocista comasco che raggiunge una prestigiosa finale nei 100, dove poi chiude in ottava posizione, e porta la staffetta 4×100 sul campo alla finale, anche se poi la squadra azzurra viene beffata dalla discutibile decisione di far ricorrere da sola la Turchia in orario con condizioni climatiche ben migliori.
  • Eseosa Desalu: raggiunge l’obiettivo minimo prefissato della semifinale dei 200 metri, dando anche delle buone sensazioni, ma poi viene eliminato dimostrando in ogni caso una condizione non eccezionale, come del resto ai mondiali in Oregon.
  • Diego Aldo Pettorossi: bravissimo il 25enne velocista emiliano che studia negli States, che si qualifica per le semifinali, massimo obiettivo della vigilia, alla sua prima grande esperienza internazionale sui 200 metri
  • Matteo Melluzzo: buona la prestazione del giovanissimo siciliano che contribuisce all’inutile qualificazione iniziale della 4×100 per la finale
  • Lorenzo Patta: il campione olimpico della 4×100, unico titolare in gara nella batteria, si comporta bene e corre una buona prima frazione.
  • Hillary Wanderson Polanco Rijo: vale lo stesso discorso di Melluzzo, ma va ancor più elogiato essendo stato coinvolto nel clima agonistico pochissimi minuti prima della partenza, per l’improvviso forfait di Jacobs.
  • Lorenzo Benati: eliminato nella batteria dei 400 metri, contribuisce però alla qualificazione della staffetta 4×400 alla finale, correndo nella batteria che la qualifica.
  • Davide Re: brillante nella batteria dei 400 metri va in semifinale con il suo stagionale di 45″26, ma sarebbe stato meglio se si fosse risparmiato invece di sprintare alla fine con il suo compagno di allenamento, lo svizzero Petrucciani che poi non solo è andato in finale ma ha anche conquistato l’argento. Alla fine Davide in semifinale mostra quindi i suoi limiti di condizione ed esce con un crono superiore ai 46 secondi, per poi correre anche la finale della staffetta 4×400 con l’Italia che chiude ottava.
  • Edoardo Scotti: si qualifica per la semifinale dei 400 senza entusiasmare e non lo fa nemmeno nel turno successivo uscendo con un modesto 46″49. Anche lui corre la finale della 4×400.
  • Vladimir Aceti: corre sia semifinale che finale della 4×400 mettendo la sua ben nota grinta.
  • Brayan Lopez: vale lo stesso discorso di Vladimir.
  • Pietro Pivotto: bravissimo anche il 27enne bresciano, esordiente in nazionale assoluta, che contribuisce nella batteria alla qualificazione della 4×400.
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Mezzofondo

  • Simone Barontini: una delle grandi sorprese del mezzofondo azzurro in quanto su di lui c’erano poche aspettative sul fatto che potesse superare anche solo le batterie degli 800 metri e invece conquista addirittura la finale dove chiude settimo anche con il proprio personale.
  • Catalin Tecuceanu: per il neo azzurro, di nascita rumena, c’era al contrario di Barontini una certa attesa dopo la buona prova ai mondiali di Eugene, dove era approdato alle semifinali, ma il 22enne che risiede da tantissimi anni in provincia di Padova, non trova la sua miglior giornata ed esce in batteria.
  • Pietro Arese: altra grandissima sorpresa positiva con il giovane torinese che conquista prima una insperata finale e poi la corre con estrema autorità, sfiorando di un soffio il podio e chiudendo quarto con il proprio personale.
  • Ossama Meslek: eliminato nella semifinale dei 1500 metri in cui, peraltro, viene anche squalificato.
  • Pietro Riva: anche lui come Crippa impegnato sulla doppia distanza dei 5000 e 10.000 metri, si comporta onorevolmente nella prima con il tredicesimo posto, e molto bene nella seconda con la quinta posizione.
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Ostacoli e siepi

  • Hassane Fofana: ottiene quanto di massimo si potesse pensare, la semifinale dei 110 ostacoli per poi uscire onorevolmente con il buon crono di 13″56, suo secondo miglio risultato in stagione.
  • Lorenzo Ndele Simonelli: eliminato nelle batterie dei 110 H per il 20enne ostacolista era solo la prima importante esperienza nella categoria degli assoluti.
  • José Reynaldo Bencosme: accede direttamente alla semifinale dei 400 ostacoli e viene eliminato con onore sfiorando la finale con 49″50.
  • Giacomo Bertoncelli: eliminato nelle batterie dei 400 ostacoli con un crono lontano dai suoi migliori tempi stagionali.
  • Mario Lambrughi: parte dalle batterie, contrariamente a Bencosme, e supera il primo turno per poi uscire in semifinale con lo stesso 49″50 del connazionale.
  • Ala Zoghlami: settimo nella finale dei 3000 siepi completa l’ottimo trittico degli azzurri.
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Salti

  • Christian Falocchi: eliminato nelle qualifiche del salto in alto.
  • Marco Fassinotti: finalista nel salto in alto dove poi chiude all’ottavo posto.
  • Max Mandusic: eliminato nel salto con l’asta a misure basse ma condizionato da un problema fisico che gli impediva un’adeguata rincorsa e stacco.
  • Tobia Bocchi: bravissimo, sfiora il podio nel triplo con un eccellente quarto posto.
  • Emmanuel Ihemeje: ottima qualificazione per la finale del triplo con 17,20, miglior misura di tutti, ma poi si spegne nell’atto conclusivo e chiude nono, non riuscendo ad accedere ai tre salti finali.
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Lanci e prove multiple

  • Sebastiano Bianchetti: eliminato in qualificazione avrebbe potuto ottenere di più se avesse lanciato ai limiti delle sue possibilità-
  • Leonardo Fabbri: il gigante fiorentino sta cercando di ritrovarsi dopo un anno e mezzo complicato e certamente, la finale raggiunta dove si classifica poi settimo con lo stagionale di 20.72, è di buon auspicio per un futuro in cui potrà certamente avvicinare, se non superare, i suoi migliori limiti.
  • Nicholas Ponzio: poteva ottenere il bronzo se fosse solo riuscito ad esprimersi sulla misura di qualificazione dei mondiali di Eugene, quando lanciò a 21.35 metri, ma si ferma poco sotto i 21 e chiude con un onorevole, pur con rammarico, quarto posto.
  • Roberto Orlando: eliminato nelle qualificazioni del giavellotto.
  • Dario Dester: strepitoso europeo per lui, che si piazza al settimo posto finale nel decathlon ma è l’unico azzurro che ottiene un record italiano di 8218 punti che supera il vecchio primato nazionale del 1996.
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Maratona e Marcia

  • Iliass Aouani: il problema del poliedrico atleta milanese, impegnato su distanze che variano dai 5000 metri alla 42,195 metri, passando anche dalle corse campestri, è che da un anno e mezzo ci si aspetta sempre da lui prestazioni che sorprendano ma, purtroppo, a Monaco non ha trovato la sua miglior giornata chiudendo in 19esima posizione.
  • René Cuneaz: chiude la sua fatica nella maratona con un buon 22esimo posto.
  • Daniele D’Onofrio: ritirato nella maratona.
  • Stefano La Rosa: per lui una 33esima posizione finale.
  • Daniele Meucci: forse ci si aspettava qualcosa di più dall’ex campione europeo della maratona di Zurigo 2014 ma è, in ogni caso, il migliore degli azzurri impegnati con il suo 14esimo posto.
  • Andrea Cosi: brillante partecipante nella 20 km di marcia chiude in un ottimo decimo posto.
  • Francesco Fortunato: il migliori degli azzurri nella 20 km di marcia con la sua ottima quinta posizione.
  • Massimo Stano: era ovviamente il favorito nella gara della marcia di cui è campione olimpico e si credeva che, dopo il trionfo mondiale nella 35 km, non avrebbe avuto problemi ad imporsi nella 20. Così non è stato, ha trovato una giornata critica chiudendo all’ottavo posto ma onorando sino in fondo la competizione e gli avversari con grande sportività.
  • Michele Antonelli: ritirato nella 35 km di marcia.
  • Teodorico Caporaso: ritirato nella 35 km di marcia.
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Atleti che non hanno partecipato

  • Lapo Bianciardi: (riserva 4×400)
  • Matteo Raimondi: (riserva 4×400)
Sport OK Junior