Eccellente prestazione di Nadia Battocletti a Bruxelles nella sua prima esperienza da senior in un Campionato Europeo di corsa campestre, con l’azzurra che finisce una gara estremamente complicata anche da un punto di vista ambientale e di terreno molto fangoso, chiudendo al secondo posto dietro soltanto alla fortissima norvegese, già oro nella scorsa edizione di Venaria Reale, Karoline Bjerkeli Grovdal prima sui 9 km del percorso in 33’40 davanti all’italiana argento in 34’25 e alla britannica Abbie Donnelly terza in 34’42.

E’ la prima volta in 29 edizioni di questa manifestazione che un’atleta italiana abbia conquistato una medaglia nella categoria assoluta, e questa impresa è stata realizzata da Nadia con la solita generosa applicazione di ogni più residua energia, con l’italiana che ha perso terreno dopo i 3500 metri dalla Grovdal, al suo terzo titolo consecutivo, ma anche dalla Donnelly che però è riuscita a tenere sempre a distanza accettabile, per poi raggiungerla all’inizio dell’ultimo giro e staccarla sino al prestigioso argento finale.

Nella classifica a squadra femminile l’Italia è stata quinta, considerato il venticinquesimo posto di Valentina Gemetto in 36’48 e il ventottesimo di Anna Arnaudo con 36’52, mentre tra le altre azzurre da segnalare il trentatreesimo posto di Rebecca Lonedo in 37’05 e il ritiro di Federica Zanne ed Elisa Palmero con alla fine, la vittoria della Gran Bretagna con 18 punti davanti a Spagna con 37, Belgio con 38 e poi la Francia con 39 e appunto l’Italia con 55.

Le dichiarazioni di Battocletti: “Oggi ho anche imparato a ballare la samba nel fango. Già il percorso era complesso, poi ci si è messo il fango a dare quello sprint in più. Le traiettorie erano perse, ho provato a recuperare qualcosa nella parte in cui il terreno era più resistente ma non sono riuscita a seguire il primo gruppetto quando si sono staccate.

Appena ho preso la Donnelly mi sono detta che non dovevo mollare neanche un centimetro. Se bruciano le gambe, falle bruciare di più’. E alla fine per festeggiare mi sono buttata nel fango e me lo sono passato anche sulle guance. Ho vissuto una stagione lunghissima, partita dal cross e dalle indoor, passata per la pista e la strada, e terminata di nuovo con il cross. È stata ricca ma soprattutto di passaggio, per farsi trovare alle Olimpiadi nel massimo della forma. Con la gara di oggi credo di aver raggiunto un altro step mentale che può fare la differenza”.

Nadia Battocletti (foto Grana/FIDAL)
Nadia Battocletti (foto Grana/FIDAL)

La gara maschile

Tredicesimo posto per Yeman Crippa con 30’47 nella competizione vinta dal francese Yann Schrub in 30’17 in una gara in cui il campione europeo dei 10000 metri in pista non è mai stato nel vivo della competizione, anche perché il terreno fangoso oltre ogni limite non era certo adatto ad atleti come Yeman sicuramente non specialista di queste discipline.

Alla fine dei 9 km secondo posto per il norvegese Magnus Myhre con 30’20 davanti al belga Robin Hendrix  in 30’22 mentre delude anche il favorito della vigilia, il belga di origini keniane Isaac Kimeli undicesimo in 30’46, che però può consolarsi con l’oro a squadre del Belgio, mentre l’argento è stato della Francia e il bronzo della Norvegia, con anche gli altri italiani poco brillanti rappresentati dalla 29ma posizione di Luca Alfieri in 31’15 e la 49ma di Iliass Aouani in 31’58, che ha determinato un ottavo posto assoluto finale.

A completare il quadro azzurro il 50mo posto di Pasquale Selvarolo con 32’02 il 68mo di Italo Quazzola in 33’13 e il ritiro di Yassin Bouih.

Le dichiarazioni di Crippa: “Veramente tosta ero venuto qui molto convinto di fare una bella gara, però il percorso di oggi ha fatto tanta selezione. Col fango non riuscivo a muovermi, ci ho provato in tutte le maniere: riuscivo a correre un po’ meglio soltanto dove non c’era. Questa gara è la conferma che nel cross non conta soltanto essere preparati ma anche saper affrontare certi percorsi”.

Yeman Crippa (foto Grana/FIDAL)
Yeman Crippa (foto Grana/FIDAL)

La staffetta mista 4×1500 metri

Leggera delusione per una gara dove l’Italia partiva da campione uscente e dove si sperava di potersi riconfermare, ma la competizione è diventata particolarmente tattica per la possibilità lasciata dal nuovo regolamento di schierare chi si volesse, tra uomo e donna, per cui si sono create situazioni particolari, che unite alle condizioni ambientali molto difficili e al fatto che, all’ultimo, si sia dovuto sostituire il titolare Ossama Meslek con Mohad Abdikadar, non hanno forse creato tutte le situazioni ideali per fare meglio del quarto posto finale ottenuto.

Alla fine è partita per prima Gaia Sabbatini, in seconda Abdikadar poi Marta Zenoni e infine Pietro Arese nella gara alla fine vinta dalla Francia in 19’44 davanti a Olanda 19’46, Gran Bretagna 19’48 a gli azzurri con 20’06.

Le parole di Sabbatini: “Gara molto difficile, penso di non aver mai fatto una gara più tosta di questa, con il fango che arriva alle caviglie e non riesci a staccare i piedi da terra. Ma tatticamente credo che siamo stati bravi”.

Le dichiarazioni di Abdikadar: “Questo nuovo regolamento ci ha scomposto un po’, ma ho dato il 100% e sono dispiaciuto”.

Le emozioni di Zenoni: “Per ora ci accontentiamo del mio ritorno in Nazionale ma le ambizioni erano altre. Testa alle prossime”.

Le parole di Arese: “Tutti noi non siamo nati crossisti, siamo tutti atleti abituati a correre in pista. Un percorso come quello di oggi che aveva un limitatore di velocità nel fango, più uno cercava di spingere e più ti rallentava e non ha fatto emergere le nostre migliori caratteristiche. Il distacco era tanto ma io in primis non sono riuscito a colmarlo”.

Marta Zenoni (foto Grana/FIDAL)
Marta Zenoni (foto Grana/FIDAL)

Tutti i risultati

Sport OK Junior