Podio Maratona Londra 2020 (foto organizzatori)
Podio Maratona Londra 2020 (foto organizzatori)

L’etiope Shura Kitata ha vinto la Virgin Money London Marathon in 2h05’41” precedendo di un solo secondo il keniano Vincent Kipchumba al termine di un emozionante arrivo allo sprint sul rettilineo finale del Mall nei pressi di Buckingham Palace.

Kitata si affacciò sulla ribalta internazionale nel 2017 quando vinse le maratone di Roma in 2h07’30” e di Francoforte in 2h07’50”.

L’anno successivo si classificò secondo alla Maratona di New York in 2h06’01” a due secondi dal connazionale Lelisa Desisa. Nel 2019 si classificò quarto a Londra. La vittoria di Londra è la prima nella carriera di Kitata in una maratona del circuito delle World Majors.

Shura Kitata: “Mi sono preparato bene per questa gara. Kenenisa Bekele mi ha aiutato nelle settimane precedenti e mi ha dato consigli. Mi ha detto come spingere il ritmo nell’ultima parte della gara.

Sono davvero felice della vittoria. L’anno scorso avevo commesso l’errore di non fare la colazione. Mangiai soltanto un po’ di frutta ed ero davvero affamato. Al 35 km sentii lo stomaco vuoto. Ero senza energia. Volevo tornare a Londra e vincere la gara. Sono contento di aver mantenuto la promessa”.

Kipchumba si è confermato ad alti livelli dopo le vittorie di Vienna e di Amsterdam nel 2019.

Dal punto di vista statistico è stata la gara più incerta alla Maratona di Londra dal 2003 quando Gezahegne Abera batté Stefano Baldini con lo stesso tempo.

Ha fatto notizia l’ottavo posto del primatista mondiale e campione olimpico Eliud Kipchoge, che ha perso l’imbattibilità sulla maratona che durava da dieci gare consecutive.

Non perdeva dalla maratona di Berlino del 2013, dove fermò il cronometro in 2h04’05” ma dovette inchinarsi di fronte al connazionale Wilson Kipsang, che nell’occasione realizzò l’allora primato del mondo con 2h03’13”.

La gara è entrata nel vivo a 5 km dalla fine quando il campione olimpico e primatista del mondo Eliud Kipchoge non è riuscito a reagire al cambio di ritmo del quartetto formato dagli etiopi Lemma, Geremew, Kitata e Wasihun.

La lotta per la vittoria si è decisa allo sprint in un finale emozionate tra Kitata, Lemma e Kipchumba. Kipchumba ha provato a sorpassare Kitata, ma l’etiope ha reagito vincendo in volata per un secondo.

Lemma ha completato il podio in 2h05’45” precedendo il secondo classificato della passata edizione Mosinet Geremew (2h06’04”), gli altri due etiopi Mule Wasihun (2h06’08”), Tamirat Tola (2h06’41”) e il keniano Benson Kipruto (2h06”42), che si è preso la soddisfazione di precedere Kipchoge di sette secondi. Lemma ha ripetuto i terzi posti delle ultime due maratone disputate a Berlino nel 2019 (2h03’36” record personale) e a Tokyo nel Marzo 2020 (2h04’51”.

Kipchoge ha corso la seconda maratona più lenta della sua carriera. Curiosamente andò più piano soltanto in occasione della vittoria alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, quando fermò il cronometro in 2h08’44”, ma allora contava solo vincere la medaglia d’oro e il tempo era secondario.

Eliud Kipchoge: “Sono davvero deluso ma fa parte dello sport. Si è tappato l’orecchio dopo il 25 km e ho avuto crampi alla gamba e all’anca. Avevo cominciato bene. Faceva freddo ma non voglio dare la colpa al clima. Volevo dimostrare alla gente che c’è sempre speranza dopo un periodo difficile per tutti. La sconfitta non è la fine del mondo”.

Il norvegese Sondre Moen (ex primatista continentale con 2h05’48” a Fukuoka) è stato il migliore degli europei in nona posizione con 2h09’01”.

Il campione europeo di maratona di Zurigo 2014 Daniele Meucci si è ritirato al trentaduesimo chilometro.

Brigid Kosgei ha vinto la gara femminile in 2h18’58”, tempo più lento di 38 secondi rispetto al 2h18’20” con il quale trionfò l’anno scorso ma in condizioni climatiche diverse.

Considerato il freddo e la pioggia, il tempo della primatista mondiale acquista ancora più valore. Nelle liste mondiali stagionali Kosgei ha fatto registrare la terza prestazione mondiale dell’anno alle spalle di Lonah Salpeter e di Birhane Dibaba, che hanno corso rispettivamente in 2h17’45” e in 2h18’35” a Tokyo lo scorso 1 Marzo.

Il Kenya ha vinto la gara femminile di Londra per la tredicesima volta nella storia e per il quinto anno consecutivo.

Kosgei e la campionessa del mondo Ruth Chepngetich sono passate a metà gara in 1h08’15”, in tabella di marcia per battere la migliore prestazione di sempre per una gara solo femminile stabilita da Mary Keitany con 2h17’01” nel 2017 a Londra, ma le condizioni climatiche difficili non erano ideali per andare a caccia di primati.

Il testa a testa tra le due keniane si è deciso quando Kosgei ha sferrato l’attacco decisivo staccando Chepngetich di 46 secondi al 35 km. Kosgei ha allungato ulteriormente prendendo un vantaggio di 2’17” su Chepngetich al 40 km.

Kosgei ha vinto a Londra per due anni consecutivi eguagliando Mary Keitany, che si impose nel 2011 e 2012. Keitany vinse successivamente un’altra edizione della London Marathon nel 2017 stabilendo il record mondiale in una gara solo femminile con 2h17’01”. Joyce Chepchumba vinse due edizioni della classica britannica ma non in anni consecutivi nel 1997 e nel 1999.

Nel palmares di Kosgei spiccano il successo a Milano in 2h27’45”, i secondi posti a Chicago nel 2017 in 2h20’22 e di Londra nel 2018 in 2h20’13”, il trionfo a Londra in 2h18’20” e il primato del mondo a Chicago in 2h14’04”.

Lo scorso anno la ventiseienne keniana ha vinto anche la Great North Run in 1h04’28”. Solo Brigid e Paula Radcliffe hanno corso quattro volte in carriera sotto le 2h20’. ‘

Brigid è sposata con Matthew Kosgei ed è mamma di due gemelli di sette anni. E’ allenata da Eric Kimayo. E’ cresciuta insieme a sei fratelli ad Elgeyo Marakwet nella regione della Rift Valley.

Brigid Kosgei: “Ho dato del mio meglio. Il clima non era ideale e ho fatto molta fatica. C’erano molto vento e tanta pioggia durante il percorso. I muscoli si sono raffreddati. Non è stato facile riscaldarsi prima della gara a causa del freddo ed è stato difficile persino finire la gara. Non ho potuto prepararmi al meglio a causa della pandemia. Spero di potermi preparare al meglio l’anno prossimo”.

Iniziò ad appassionarsi alla corsa come tanti ragazzi keniani durante la Primary School.

La scuola distava 10 km da casa mia e per evitare di arrivare in ritardo mi mettevo a correre. Sulla mia strada incontravo degli atleti che si stavano allenando. Mi dicevo che volevo diventare come loro”.

Kosgei e Chepgnetich fanno parte del gruppo di atleti gestiti dal manager bresciano Federico Rosa.

La statunitense Sarah Hall ha compiuto l’impresa di giornata rimontando posizioni nella seconda parte della gara. La moglie del maratoneta statunitense Ryan Hall ha superato l’etiope Ashere Bekele portandosi in terza posizione.

Nei metri finali Hall ha completato la rimonta superando di quattro secondi una stanca Chepngetich.

Il secondo posto di Sarah Hall con il record personale di 2h22’01” è il miglior piazzamento di una maratoneta statunitense a Londra dall’edizione del 2006 quando Deena Kastor trionfò sul traguardo di Buckingham Palace.

Sarah Hall: “E’ un’emozione quasi surreale. Ho avuto sensazioni straordinarie e sono davvero felice del secondo posto. Con il secondo posto di Londra ho riscattato la delusione degli ultimi Trials olimpici statunitensi dove non ho terminato la gara”.

L’etiope Ashete Bekere si è classificata al quarto posto con 2h22’51” precedendo la connazionale Alemu Megertu (2h24’23”) e la statunitense Molly Seidel (2h25’13”). La migliore delle europee è stata l’ucraina Darya Mykhaylova, nona in 2h27’29”.

Purtroppo nessuno spettatore ha potuto seguire la gara lungo il percorso a causa delle norme anti-covid.

Le immagini di St. James’s Park senza pubblico erano davvero insolite per la maratona londinese, che ha da sempre costruito il suo successo sulla partecipazione popolare e sul tifo degli appassionati spettatori britannici. Speriamo che possano tornare l’anno prossimo.

Più in linea con la tradizione della gara londinese la pioggia e il freddo tipicamente britannici (la temperatura alla partenza della gara femminile era di 9°C).

Sara Hall (foto archivio W.A.)
Sara Hall (foto archivio W.A.)
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