Nella Maratona di Boston, la più antica 42,195 km del mondo giunta alla sua 127esima edizione, dominio da parte di Evans Chebet che si è imposto nella gara facente parte di una delle sei Major del calendario internazionale con il crono di 2h05’54, da considerare eccellente in considerazione della pioggia battente e del classico percorso fatto di numerosi saliscendi, il tempo più veloce della competizione dal 2011 quando Geoffrey Mutai trionfò in 2h03’02.

Con il secondo trionfo consecutivo a Boston, città del Massachusetts, il trentaquattrenne keniano ha completato una tripletta nelle tre gare statunitensi più blasonate del circuito World Marathon Majors avendo vinto in precedenza Boston e New York nel 2022.

E’ un successo che parla anche un po’ italiano perché Chebet è gestito dal manager trentino Gianni Demadonna ed è allenato dal tecnico bresciano Claudio Berardelli che allena anche Benson Kipruto, primo a Boston nel 2021 e terzo classificato nell’edizione di quest’anno.

L’atleta è il sesto a livello maschile in grado di vincere due edizioni consecutive e il primo dai tempi di Robert Cheruiyot, che si impose per tre anni di fila nel 2006, 2007 e 2008. Gli altri, in grado di realizzare questa impresa, furono Auréle Vandendriesche (1963 e 1964), Bill Rodgers (1978, 1979 e 1980), Ibrahim Hussein (1991 e 1992) e Cosmas Ndeti (1993, 1994, 1995).

Lo svolgimento della gara ha visto un gruppo di testa, comprendente 11 corridori, partire fortissimo transitando in 28’52 al 10° km e al passaggio intermedio dei 21,097 km in 1h02’19. Chebet e il due volte campione olimpico e primatista del mondo Kipchoge facevano parte del gruppo di testa che è passato al 30° km in 1h29’23.

Kipchoge ha poi perso terreno dopo un tratto collinare molto difficile che mette a dura prova la resistenza dei maratoneti, non riuscendo a prendere una bottiglietta d’acqua ad uno dei rifornimenti e rimanendo in ritardo di 16 secondi nei confronti del gruppo di testa al 32° km.

Il gruppo di testa si è ridotto a soli cinque atleti al passaggio del 35° km in 1h44’19, Chebet, Benson Kipruto, il primatista tanzaniano Gabriel Geay, il keniano John Korir e l’etiope Andualem Belay mentre Kipchoge era ormai attardato di oltre un minuto.

La gara si é decisa a 4 km dalla fine quando sono rimasti al comando Chebet, Geay e Kipruto con il primo che ha lanciato l’attacco decisivo ad un chilometro dalla fine prima di tagliare il traguardo in Boylston Street.

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Geay ha superato Kipruto nei metri finali conquistando il secondo posto in 2h06’04. Il tanzaniano ha lo stesso personale di Chebet avendo corso in 2h03’00” sempre a Valencia nel 2022. L’anno precedente si piazzò al sesto posto a Milano in 2h04’55”.

Kipruto ha completato il podio chiudendo al terzo posto in 2h06’06. Albert Korir ha concluso forte tagliando il traguardo in 2h08’01” davanti al marocchino Touhair Talbi (2h08’35”).

Kipchoge si è piazzato al sesto posto in 2h09’23 (il suo tempo più lento tra tutte le maratone disputate) nella prima gara della sua carriera a Boston. Il fuoriclasse keniano ha perso soltanto tre maratone sulle diciotto disputate in carriera. Non usciva sconfitto su questa distanza dall’Ottobre 2020, quando si piazzò ottavo a Londra. Kipchoge ha vinto quattro volte a Londra e a Berlino, una volta a Tokyo e una volta a Chicago e gli mancano solo i successi a New York e a Boston per completare l’en plein di vittorie nelle sei Majors.

Le parole di Chebet dopo la vittoria: “Mi alleno con Benson Kipruto. E’ un mio amico. Siamo come fratelli. Ad un chilometro dalla fine gli ho detto: andiamo a conquistare la vittoria. Sono contento perché conosco bene il percorso. Ho vinto l’anno scorso e quest’anno. Forse tornerò qui l’anno prossimo”.

In carriera Chebet ha corso più velocemente in sei precedenti maratone. Ha un personale di 2h03’00 realizzato in occasione della vittoria sul velocissimo percorso di Valencia nel 2020. Nel 2019 si era piazzato secondo a Milano in 2h07’22 e vinse la Maratona di Buenos Aires in 2h05’00” dopo essersi piazzato tra i primi sei in tutte le maratone disputate.

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La gara femminile

La fuoriclasse keniana Hellen Obiri ha vinto la gara riservata alle donne nella seconda maratona della sua carriera stabilendo il quarto tempo più veloce nella storia della Boston Marathon con un ottimo 2h21’38 al termine di una gara molto combattuta e risolta nei metri finali.

Obiri si era piazzata al sesto posto nella sua unica maratona disputata in carriera a New York in 2h25’49” lo scorso Novembre. Nella sua carriera Obiri ha vinto due medaglie d’oro sui 5000 metri a Londra 2017, l’argento sui 10000 metri ai Mondiali di Eugene dietro a Letesenbet Gidey e a Doha 2019 e due argenti olimpici sempre su questa distanza alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 e di Tokyo 2021 oltre al titolo mondiale di corsa campestre nel 2019 ad Ahrus, l’oro sui 5000m ai Giochi del Commonwealth di Gold Coast 2018 e due medaglie ai Mondiali Indoor (oro a Istanbul 2012 e argento a Sopot 2014 sui 3000 metri). In questa stagione ha vinto le mezze maratone di Ras Al Khaimah in 1h05’05” e di New York in 1h07’21”.

Ha dimostrato in carriera di eccellere su tante distanze stabilendo i personali di 8’20”68 sui 3000 metri a Doha, 14’18”37 sui 5000 metri al Golden Gala di Roma nel 2017 e di 30’10”02 sui 10000 metri ai Mondiali di Eugene 2022. Obiri vive attualmente a Boulder in Colorado, dove si allena sotto la guida dell’ex campione del mezzofondo statunitense Dathan Ritzenheim.

Le dichiarazioni di Obiri: “Sono davvero felice. Inizialmente non volevo venire perché ero indecisa sulla maratona da disputare, ma alla fine ho scelto Boston. Il mio coach Dathan Ritzenheim me l’avevo detto che si sentiva che era la gara giusta per me anche se io pensavo che le mie avversarie fossero troppo forti per vincere. Sono contenta di aver deciso di correre a Boston. Questa vittoria è una sorpresa per me. Sentivo che il mio fisico era pronto.”

A differenza della gara maschile corsa su ritmi iniziali molto veloci, la maratona femminile è partita ad un’andatura relativamente lenta. Un gruppo numeroso di 20 atlete è transitato al 10 km in 34’46” prima di ridursi a undici top runner al passaggio a metà gara in 1h11’29”.

Il gruppo di testa era composto da Obiri, dalla campionessa mondiale Gotytom Gebreslase, dalla primatista etiope e vincitrice della maratona di Valencia Amane Beriso, dalla vincitrice della Maratona di Amsterdam Angela Tanui, dalla medaglia di bronzo iridata di Eugene 2020 Lonah Salpeter, da Ababel Yeshaneh, dalla primatista eritrea Nazret Weldu, dalla vincitrice della maratona di Londra 2021 Joycilne Jepkosgei e dalla statunitense Emma Bates.

Gebrselase e Weldu hanno perso terreno ad otto chilometri dalla fine. Al 37 km sono rimaste in cinque: Salpeter, Beriso, Jepkosgei, Yeshaneh e Bates.

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La gara si è risolta in una lotta a tre tra Obiri, Beriso e Yeshaneh, mentre Jepkosgei, Bates e Salpeter hanno iniziato a perdere terreno. Yeshaneh è caduta ma si è ripresa ricongiungendosi al gruppetto di testa.

Dopo 2h17’ di gara Obiri e Beriso hanno staccato Yeshaneh. Obiri ha staccato Beriso 90 secondi più tardi e si è involata verso il successo in 2h21’38”. Al traguardo è stata festeggiata dalla figlia Tania di sette anni.

Beriso (2h14’58” di personale sulla maratona a Valencia lo scorso Dicembre) ha tagliato il traguardo in 2h21’50”. Salpeter ha superato Yeshaneh nel finale chiudendo la gara in terza posizione in 2h21’57”. Yeshaneh è piazzata al quarto posto in 2h22’00. Emma Bates è stata la migliore delle statunitensi in quinta posizione in 2h22’10”.

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