L’incredibile caso di Mariko Yugeta

Un'eccezionale maratoneta di 62 anni

Mariko Yugeta è una sportiva giapponese che compirà il prossimo 13 maggio, tra meno di un mese, 63 anni ma, a dispetto del fatto che venga considerata un’atleta master F60, categoria dai 60 ai 64 anni, ottiene delle prestazioni cronometriche strabilianti che le permettono di competere in importanti maratone.

Mariko, pochi giorni fa, ha realizzato l’ennesimo record mondiale della sua categoria, sui 42,195 chilometri, con 2h52’01, un crono che le permetterebbe di competere in un campionato italiano assoluto, senza minimamente sfigurare, ma oltretutto, in contrasto con la regola fisiologica per cui uno/a specialista di maratone non dovrebbe correrne più di tre/quattro all’anno, lei dall’inizio del 2021 ne ha già concluse tre, tutte sotto le 2 ore e 55 minuti, limite molto significativo per una donna.

Veramente una grande impresa atletica che non è certo il risultato di semplice passione tradotta in attività fisica, ma il frutto di varie componenti che traggono anche origine da una forza interiore fuori dal comune.

Abbiamo allora voluto andare leggermente a fondo su questa incredibile storia di sport e abbiamo scoperto come, la motivazione principale che ha spinto l’atleta verso qualcosa che ormai è diventata quasi una professione, sia stato il rimpianto per quanto non ottenuto nella sua prima maratona di circa 40 anni fa.

Yugeta cominciò a correre da ragazzina e fece varie gare, ai tempi del liceo e dell’università, a livello nazionale come mezzofondista in pista, arrivando anche ai Campionati Nazionali Giapponesi, ma venne affascinata dalla prima maratona femminile internazionale di Tokyo nel 1979.

All’epoca, in realtà, la disciplina dei 42,195 chilometri non era nemmeno inserita nel programma olimpico femminile e lo sarebbe stato, cinque anni dopo, a Los Angeles 1984, ma Yugeta, seduta sui sedili dello Stadio delle Olimpiadi del 1964, sotto la pioggia battente, guardò con grande emozione le atlete donne finire la maratona d’élite, uno spettacolo molto raro nel mondo di quel momento.

Tutte le donne che hanno finito sembrava avessero provato la vera felicità e allora ho pensato che avrei voluto farla anche io“. Questo il ricordo di Mariko.

E infatti nel 1982 Yugeta corse la maratona internazionale femminile di Tokyo, terminando in 3h09’21. Aveva 24 anni.

L’avevo fatta non sapendo nulla su come correre una maratona o sull’alimentazione, e ho finito la benzina nella seconda metà della gara in cui ho dovuto rallentare.

Tutte le altre atlete contro cui avevo gareggiato in pista erano andate sotto le tre ore, ma io non ci riuscii. Fu infinitamente frustrante. Negli anni successivi continuai a correre ma quella sensazione non andò più via“.

Questo ciò che racconta oggi Mariko di quella maratona del 1982 che, evidentemente, non aveva preparato più di tanto, ma che corse solo per il piacere di farlo e con il desiderio di arrivare al traguardo con lo sguardo felice delle atlete che aveva visto anni prima anche se, poi, non fu così perché il crono finale condizionò di fatto quella che, forse, avrebbe potuto essere una brillante carriera agonistica.

Ovviamente sappiamo pochissimo della vita di questa donna e delle sue reali intenzioni di allora, salvo che la sua esistenza è sempre stata legata, in qualche modo, al mondo dello sport e dell’attività fisica, facendo come professione l’insegnante di educazione fisica, mentre nell’ambito personale è stata certamente un’ottima moglie e madre avendo avuto ben quattro figli.

Ma Yugeta non dimenticò quell’unica maratona corsa durante la sua giovinezza, con il rimpianto di non aver raggiunto quel limite cronometrico che aveva nella testa, di correre sotto le 3 ore e, in qualche modo, continuò a correre senza però disputare delle gare ufficiali.

Poi, nel 2013, all’età di 55 anni il ritorno agonistico in una maratona con un tempo di poco superiore alle 3 ore, 3h04’32, che migliorava però il tempo di 31 anni prima e allora, probabilmente, la consapevolezza di poter tentare qualcosa di inimmaginabile, a dispetto degli anni che passavano.

In realtà dopo quel ritorno sono passati altri 3 anni prima di rivedere Mariko sulla distanza della maratona, nel 2016, per fare un tempo molto simile a quello del 2013 ma poi, il 26 febbraio 2017, proprio a Tokyo, la realizzazione del suo grande sogno, 2h58’15 sui 42,195 chilometri, a 58 anni.

Poteva essere l’appagamento agonistico definitivo e invece, Mariko ha trovato da questo eccezionale risultato ulteriori stimoli per andare avanti, conferendo alla sua attività sportiva connotati sempre più professionali al punto che, adesso, viene anche seguita da un team di alimentaristi che è lo stesso che segue il primatista del mondo della maratona
Eliud Kipchoge.

Da allora, in ogni caso, ha continuato a battere i record, diventando la prima donna over 60 anni ad abbattere la barriera delle tre ore, portandosi fino alle 2h52’01 dell’altro giorno e, oltretutto, correndo tre volte in tre mesi sotto le 2 ore e 55 minuti.

Ma lei continua anche la sua attività di insegnante di educazione fisica, ricevendo sempre grande sostegno dai suoi stessi studenti che la incoraggiano con messaggi di ogni genere.

Sul fatto della sua età Yugeta è molto filosofica e serena, e a tal proposito ama dire.

Non l’ho mai sentita veramente. Eseguo allenamenti in pista con gli studenti delle scuole superiori a cui insegno, e posso tenere testa ai diciassettenni, quindi non penso davvero all’età“.

Quale sia il suo segreto ovviamente non si può sapere esattamente, salvo immaginare che  abbia una genetica di una persona di età inferiore, e che abbia una cura del suo fisico molto attenta in ogni aspetto della vita, come si può capire da queste poche parole.

La circolazione sanguigna e la flessibilità sono di fondamentale importanza. È qui che il processo di invecchiamento colpisce davvero le persone“.

L’incredibile sequenza della Yugeta nel 2021

  • 31 gennaio Maratona di Osaka: 2H52’13 
  • 14 marzo Maratona di Nagoya: 2H54’31
  • 10 aprile Itabashi Trial Marathon: 2H52’01
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