La leggenda Kipchoge racconta la sua impresa di Berlino

Le dichiarazioni del primatista del mondo e l'approfondimento di tutta la gara

Eliud Kipchoge ha demolito di mezzo minuto il suo primato del mondo fermando il traguardo vicino alla Porta di Brandeburgo in un sensazionale 2h01’09 nella quarantottesima edizione della BMW Berlin Marathon.

Quattro anni fa il trentasettenne keniano aveva stabilito il suo precedente primato con 2h01’39 sempre nella capitale tedesca, che si conferma la città dei record in quanto, per la nona volta nella storia, e l’ottava di fila dal 2003, la miglior prestazione maschile di sempre è caduta proprio a Berlino su un percorso velocissimo e piatto dove, le condizioni climatiche ideali unite alla perfetta organizzazione e al sostegno del pubblico lungo il tracciato, hanno sempre favorito la realizzazione di grandi tempi, e va sottolineato come siano stati battuti anche tre record femminili.

Tutti i primati del mondo, dal 2003 in poi a partire dal primato di Paul Tergat (2h04’55), sono stati battuti sotto la Porta di Brandeburgo, due volte da Haile Gebrselassie (2h04’26 nel 2007 e 2h03’59 nel 2008), una a testa da Patrick Makau (2h03’38 nel 2011), da Wilson Kipsang (2h03’23 nel 2013), da Dennis Kimetto (2h02’57 nel 2014), e naturalmente le ultime due della leggenda keniana vincitore anche delle ultime due Olimpiadi.

Kipchoge è passato al 5° km in 14’14 con 10 secondi di vantaggio sulla tabella di marcia del suo record del mondo e con lui, facevano parte del gruppo di testa, gli etiopi Guye Adola e Amdalak Belihu, mentre erano leggermente attardati l’eritreo Samuel Russom e i keniani Bethwel Yegon e Mark Korir.

Kipchoge, Adola e Belihu sono transitati in 28’23 al 10° km, con una proiezione finale davvero sensazionale da 1h59’43”. Il terzetto aveva un vantaggio di 29 secondi su Russom e 32 secondi su Kipchumba. Addirittura diciassette atleti stavano viaggiando ad un ritmo da 2h05’38.

Al 15° km Kipchoge è passato in 42’23 con una proiezione finale da 1h59’40, inferiore addirittura al tempo non omologato di 1’59”41 realizzato a Vienna nella gara non ufficiale perché ottenuta con lepri a rotazione e rifornimenti liberi. In occasione del record del mondo realizzato nel 2018 Kipchoge transitò al 15 km in 43’38.

Kipchoge e Belihu sono passati al 20 km in 56’45 con una proiezione al di sotto dei 2 minuti. Kipchoge ha fatto registrare il passaggio alla mezza maratona in 59’50. Mai si era passati al di sotto dell’ora al passaggio ai 21 km in una maratona ufficiale.

L’etiope Andamlak Belihu è stato l’unico a cercare di tenere testa al campione olimpico al passaggio al 25 km in 1h11’08”, mentre Adola (vincitore l’anno scorso a Berlino e secondo nel 2017 dietro a Kipchoge) è rimasto attardato di quattro secondi.

Kipchoge ha corso in solitaria dopo il 25 km, quando l’ultimo dei tre pacemaker si è fermato e, malgrado una leggera flessione nella seconda metà gara, ha corso alla media di 2’52” al chilometro, transitando da solo in testa in 1h25’40 al 30 km con un vantaggio di 31 secondi su Belihu e al 35 km in 1h40’10. La proiezione finale a quel punto è salita a 2h00’29 con Kipchumba che era staccato di 2 minuti e 23 secondi.

Al passaggio al 40 km in 1h54’53 il battistrada aveva un vantaggio di oltre quattro minuti sul keniano Mark Korir e la proiezione finale indicava 2h00’45, meno di un minuto rispetto al record del mondo, con Belihu che aveva un ritardo di due minuti nei confronti di Kipchoge ma con una proiezione finale eccellente da 2h03’15, ma poi c’è stato un piccolo ulteriore calo negli ultimi 2195 metri che nulla tolgono ovviamente alla straordinaria impresa.

Da rilevare come il trentasettenne keniano abbia vinto quindici maratone sulle diciassette disputate in carriera, compresi i due ori olimpici a Rio de Janeiro 2016 e a Tokyo 2021 e dieci gare del circuito World Marathon Majors e che, a Berlino, aveva già trionfato nel 2015, 2017 e 2018 oltre al fatto che, in ogni caso, alla vigilia della competizione non avesse parlato apertamente di attacco al primato del mondo, ma solo di voler correre semplicemente una buona gara.

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Le dichiarazioni di Kipchoge: “Mi sono sentito bene durante la gara. Ero molto rilassato. Sono davvero felice di aver battuto il primato del mondo a Berlino. Il piano era correre in 1h00’40” ai 21 km. Siamo partiti troppo forte. Ho sentito l’acido lattico nei muscoli. La preparazione è andata bene.

Anche i nuovi materiali hanno funzionato bene. Volevo correre molto velocemente alla mezza maratona. Dopo il trentottesimo km ho capito di poter battere il record del mondo. Le condizioni per correre e l’organizzazione erano perfette. Sono rimasto impressionato dall’enorme sostegno del pubblico. Con questo record voglio avvicinare la gente alla corsa e ispirare le nuove generazioni”.

Alla domanda dei giornalisti circa un attacco alla barriera delle 2 ore nelle prossime edizioni della maratona di Berlino, il keniano ha poi risposto.

Devo ancora realizzare quello che ho fatto e poi pianificherò il mio futuro. Ho ancora molto da dare in futuro. Il mio fisico riesce ancora a reggere i carichi di allenamento. Penso di poter fare ancora meglio. L’obiettivo è il terzo oro olimpico a Parigi nel 2024”.

Kipchoge ha portato a casa un premio totale di 80.000 dollari (30.000 per la vittoria e 50.000 per il record del mondo).

Grazie alle vittorie di Tokyo e Berlino Kipchoge ha messo in cassaforte il primo posto nella classifica del circuito World Marathon Majors.

Detiene i record del percorso nelle maratone di Berlino, Londra e Tokyo e ha vinto alla Maratona di Chicago. Uno dei prossimi obiettivi è vincere a New York e a Boston, le uniche due gare Majors che ancora mancano al suo palmares.

Korir si è piazzato al secondo posto in 2h05’58” davanti all’etiope Tadu Abate (2h06’28”). Belihu ha rallentato nel finale ma ha tagliato il traguardo in quarta posizione in 2h06’40” davanti al keniano Abel Kipchumba (2h06’49”), all’etiope Getachew (2h07’07”). Belihu ha migliorato il precedente personale di 2h09’43”.

Sono scesi sotto le 2h08 i tre giapponesi Kenya Sonota (2h07’14”), Tatsuya Maruyama (2h07’50”) e Kento Kikutani (2h07’56”).

Haftom Welday è stato il migliore dei tedeschi in undicesima posizione con il tempo di 2h09’06”. L’atleta di origini eritree, ma residente ad Amburgo, si è migliorato di oltre quattro minuti diventando il sesto più veloce di sempre a livello tedesco.

Le parole di Welday: “Sono molto felice. Mi ero prefissato l’obiettivo di scendere sotto le 2h10’. Alla fine della gara sono riuscito ad aumentare il ritmo. Il mio obiettivo è partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024”.

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Assefa terza donna di sempre

L’ex ottocentista etiope Tigist Assefa ha vinto la gara femminile con una gara condotta sempre in testa demolendo il primato del percorso con il record etiope di 2h15’37” diventando la terza maratoneta della storia a scendere sotto le 2h16’ dopo la primatista del mondo Brigid Kosgei (2h14’04”) e Paula Radcliffe (2h15’25”). La ventiseienne Assefa ha battuto il precedente record del percorso detenuto dalla keniana Gladys Cherono con 2h18’11” dall’edizione del 2018.

Asefa aveva già vinto a Berlino, ma sugli 800 metri in pista in occasione del meeting ISTAF in 2’00”16. In quella stagione l’etiope scese sotto i 2 minuti correndo in 1’59”24. Nel 2016 fu eliminata in batteria sugli 800 metri alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Ha corso i 400 metri in 54”05 ma non ha tempi sui 1500m, 5000m e 10000m. E’ passata alle corse su strada nel 2018 migliorando i record personali di 31’45” sui 10 km e 1h08’24” sulla mezza maratona.

Tigist Asefa: “Sono strafelice di questa vittoria. Non ero preoccupata delle mie avversarie, anche se avevano personali migliori del mio. E’ soltanto la mia seconda maratona. Spero di correre ancora più velocemente nella mia prossima maratona”.

Il gruppo di testa composto da 13 atlete (quattro keniane e nove etiopi) è transitato al 10 km in 32’35” con una proiezione finale di 2h17’33”. Keira D’Amato ha perso terreno rimanendo attardata di 27 secondi rispetto alle atlete al comando.

Sei atlete (Vibian Chepkirui, Tigist Assefa, Sisay Gola, Workenesh Edesa, Tigist Abeyechew e Rosemary Wanjiru) sono passate ai 21 km in 1h08’13”, ben al di sotto del primato del percorso. La proiezione indicava un tempo finale di 2h16’15”. D’Amato è rimasta in tabella di marcia per battere il record statunitense al passaggio alla mezza maratona in 1h09’27”.

Soltanto Assefa e le connazionali Tigist Abeychew e Meseret Gola sono rimaste al comando al passaggio al 30 km in 1h36’41”, con una proiezione finale al di sotto delle 2h16’.

Assefa ha preso il largo sulle connazionali accumulando un vantaggio di 20 secondi al 35 km con un passaggio in 1h52’27” con una proiezione finale da 2h15’34”.

Assefa ha continuato ad aumentare il ritmo nei chilometri nei confronti delle avversarie transitando al 40 km in 2h08’42”.

Prima della maratona di Berlino Assefa aveva un record personale di 2h34’01” realizzato alla Maratona di Riyadh nello scorso Marzo.

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La keniana Rosemary Wanjiru si è piazzata al secondo posto in 2h18’00” con una grande rimonta finale precedendo di tre secondi Abeyechew.

Workenesh Edesa si è piazzata al quarto posto in 2h18’51”. Soltanto alla Maratona di Tokyo dello scorso Marzo quattro atlete erano scese al di sotto delle 2h19’ nella stessa gara.

Keira D’Amato è stata la migliore delle statunitensi in 2h21’48 con una gara in rimonta negli ultimi chilometri davanti alle giapponesi Rika Kaseda (2h21’55”), Ayuko Suzuki (2h22’02”), Sayaka Sato (2h22’13”) e alla keniana Vibian Cepkirui (2h22’31”).

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La somma dei tempi finali dei due vincitori della Maratona di Berlino di 4h16’46” è la migliore della storia a livello mondiale. L’edizione di quest’anno della Maratona di Tokyo era al primo posto in questa speciale statistica.

Alla quarantottesima edizione della Maratona di Berlino hanno preso parte 45527 corridori provenienti da 157 paesi in una giornata perfetta per correre con cielo coperto e una temperatura di 12°C.

Le dichiarazioni di Horst Milde (Direttore della maratona di Berlino): “I momenti gloriosi di quest’edizione sono stati il dodicesimo record del mondo nella storia della maratona di Berlino e il primato della gara femminile. Avevamo previsto il record di Eliud ma non pensavamo che Tigist potesse correre così velocemente nella gara femminile”.

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