Il vento gelido rallenta i maratoneti a Valencia

La gara spagnola non ha regalato i soliti straordinari risultati cronometrici

Lawrence Cherono e Nancy Jelagat hanno firmato la doppietta del Kenya alla Valencia Trinidad Alfonso Marathon in una mattinata baciata dal sole ma spazzata da un vento freddo che ha condizionato i tempi.

Sono mancati i super crono finali dell’anno scorso quando si impose Evans Chebet in 2h03’00, anche se la maratona spagnola si è confermata come una delle più veloci del mondo con sette atleti al di sotto delle 2h06’, sedici in meno di 2h08’ e ventiquattro in meno di 2h10’ nella gara maschile.

Cherono si è confermato su grandissimi livelli vincendo per quattro secondi in 2h05’12 al termine di un arrivo allo sprint con l’etiope Chalo Deso e la notizia non sorprende in quanto, nella sua carriera, ha collezionato 15 podi su diciotto maratone disputate.

Il trentatreenne keniano detiene, peraltro, l’ottavo miglior tempo di sempre sui 42,195 chilometri con l’eccellente 2h03’04 realizzato sempre a Valencia l’anno scorso.

Le sue dichiarazioni dopo il traguardo: “Sono davvero contento della vittoria. Le condizioni di oggi non erano ideali a causa del vento, ma mi sono divertito. Tornerò a Valencia per migliorare il personale”.

Cherono, nato il 7 agosto 1988, è cresciuto a Baringo nella Rift Valley dove suo padre allevava le mucche e come tanti ragazzini come lui in quella parte del mondo, ha iniziato a correre per arrivare in tempo a scuola. Due fratelli più grandi di lui hanno gareggiato a livello professionistico, uno di questi era Benson Cherono che si piazzò al terzo posto a Boston nel 2005 e lui ne volle seguire l’esempio.

Cherono vinse a Siviglia al debutto in maratona in 2h09’39 nel 2015. Seguirono un secondo posto alla Maratona di Lanzhou e un settimo posto a Shanghai sempre nello stesso anno. Nel 2016 si piazzò secondo alla Maratona di Hongkong e vinse a Praga in 2h07’24”. Nel corso dell’autunno di cinque anni fa si classificò secondo a Hengshui e migliorò dopo 12 anni il precedente record del percorso della Maratona di Honolulu di Jimmy Muindi con 2h09’39”.

Si mise in luce per la prima volta nel 2017 quando si classificò secondo a Rotterdam in 2h06’21” pochi mesi prima di trionfare sempre in terra olandese alla Maratona di Amsterdam in 2h05’09”. L’anno successivo si classificò al settimo posto a Londra prima di vincere ancora ad Amsterdam con il record personale di 2h04’06”.

Nel 2019 Cherono mise a segno la doppietta nelle due classiche maratone Majors statunitensi vincendo a Boston in 2h07’57” dopo un arrivo allo sprint con il vice campione del mondo e tre volte vincitore di Boston Lelisa Desisa e a Chicago in 2h05’45” in un’altra gara molto combattuta decisa negli ultimi 200 metri. Grazie al secondo posto a Valencia nel Dicembre si è guadagnato il posto nella squadra keniana per le Olimpiadi di Tokyo, dove si è classificato al quarto posto in 2h10’02” dietro al keniano Eliud Kipchoge, all’olandese Abdi Nageeye e al belga Bashir Abdi.

Ho realizzato il mio sogno. Sono davvero felice di aver rappresentato il Kenya alle Olimpiadi. Ho sempre desiderato di poter gareggiare per il mio paese. La competizione per entrare in squadra in queste manifestazioni è molto dura. La pandemia ha negato molte opportunità di gareggiare ad alto livello e di guadagnare. Non è stato facile allenarmi da solo perché l’atletica richiede un lavoro di squadra”.

Dopo passaggi in 14’44” al 5 km e 29’27” al 10 km il due volte vincitore della Maratona di New York Geoffrey Kamworor ha perso il contatto nei confronti di un gruppo numeroso comprendente Cherono, Norbert Kigen, Gabriel Geay, Kinde Atanaw, Chalu Deso e Herpasa Negasa, che sono transitati al 21 km in 1h02’18”. Kamworor era nel gruppo degli inseguitori insieme a Philemon Kacheran, a Sondre Moen, Amanal Petros e Hamid Ben Daoud a 44 secondi dal gruppo di testa.

L’andatura è rallentata nella frazione tra il 20 e il 30 km corsa in 30’03”. Kamworor e Kacheran hanno ridotto lo svantaggio nei confronti dei primi.

Dopo il ritiro dei pacemaker a otto chilometri dalla fine, la gara è diventata una lotta a quattro tra Cherono, Atanaw, Daso e Geay. A quattro chilometri dalla fine Deso ha preso un leggero vantaggio nei confronti degli avversari, ma il trio formato da Cherono, Atanaw e Geay ha recuperato sull’etiope. Alle loro spalle Kacheran e Kamworor hanno continuato ad avvicinarsi al quartetto di testa.

Kacheran ha raggiunto il gruppo di testa a 2 km dalla fine con una frazione cronometrata in 29’52” tra il 30 e il 40 km.

La gara si è risolta in uno sprint a tre tra Cherono, Deso e Kacheran, mentre Atanaw e Geay hanno perso terreno e sono stati superati da Kamworor.

La lotta per la vittoria si è decisa a 500 metri dalla fine quando Cherono ha sferrato l’attacco decisivo superando Kacheran e Deso.

I primi sette classificati sono scesi sotto le 2h06”. Sedici atleti hanno corso in meno di 2h08’ e ventiquattro hanno infranto la barriera delle 2h10’.

Il keniano Philemon Kacheran ha completato il podio migliorando il personale di 46 secondi con 2h05’19” con quattro secondi di vantaggio sul tre volte campione mondiale di mezza maratona Geoffrey Kamworor, che ha migliorato il personale di 49 secondi portandolo da 2h06’12” (tempo realizzato al debutto sulla distanza a Berlino nel 2012) a 2h05’23” nella sua prima maratona dopo l’incidente in moto nel Giugno del 2020.

Gli altri tre atleti in grado di scendere al di sotto delle 2h06’ sono stati l’etiope Abebe Negewo (quinto in 2h05’27”), l’eritreo Goitom Kifle (2h05’28”) e l’etiope Kinde Atanaw (2h05’54”).

Il tanzaniano Gabriel Geay (protagonista alla Maratona di Milano dello scorso 16 Maggio) ha tagliato il traguardo in 2h06’10” battendo il brasiliano Daniel Do Nascimento, che ha battuto il record sudamericano con 2h06’11” e l’etiope Herpasa Negasa (2h06’20”). Il tedesco Amanal Petros ha migliorato il suo record tedesco per la seconda volta in sei settimane fermando il cronometro in 2h06’27”.

Lo spagnolo Hamid Ben Daoud ha eguagliato il primato spagnolo di maratona detenuto da Ayad Lamdassem fermando il cronometro in 2h06’35”.

Francesco Agostini si è classificato al settantacinquesimo posto in 2h16’31” precedendo di dodici posizioni Alessio Terrasi (2h19’00”).

Jelagat demolisce il personale nella gara femminile

La keniana Nancy Jelagat ha trionfato nella gara femminile in 2h19’30”. Woldu ha debuttato in maratona a 25 anni con un ottimo 2h20’16 battendo la connazionale Beyenu Degefa (2h23’04”, anche lei al debutto sulla distanza).

Le pacemaker sono transitate al 5 km in 16’26” e in 32’55” al 10 km ad un’andatura sostenuta che lasciava presagire un attacco alla barriera delle 2h20’. Durante le fasi iniziali della gara Jelagat, Bornes Chepkirui e Rahma Tusa hanno corso molto vicine alle lepri anche per proteggersi dal vento. Il gruppo delle più forti è passato in 1h09’41” alla mezza maratona.

Solo nella seconda metà gara il gruppo di testa si è ridotto e al 30 km sono rimaste da sole Jelagat e l’etiope Etagegne Woldu.

Dopo il 33 km Jelagat ha sferrato l’attacco decisivo. La keniana ha costruito la vittoria con due frazioni molto simili corse in 1h09’41” e in 1h09’50” e ha chiuso la gara in 2h19’31” nella sua undicesima gara sulla distanza.

Jelagat aveva un personale di di 2h36’22” realizzato alla Maratona di Treviso del 2019. Non era tra le favorite della vigilia anche se di recente aveva migliorato il record personale sulla mezza maratona correndo in 1h05’21” a Berlino e aveva corso la 10 km di Herzogenaurach sempre in Germania in 30’50”.

Nancy Jelagat: “Era la mia prima volta a Valencia. Ho migliorato il mio personale di 14 minuti. Non posso chiedere di più. Prometto di tornare qui l’anno prossimo”.

La tre volte vincitrice della Maratona di Roma Rahma Tusa ha tagliato il traguardo al quarto posto in 2h23’20”.

La due volte campionessa europea di corsa campestre Fionnuala McCormack si è classificata al quinto posto migliorando il record personale di quasi tre minuti con 2h23’58”.

McCormack ha stabilito il secondo miglior tempo irlandese di sempre dopo il primato nazionale detenuto da Catherina McKiernan, che corse in 2h22’23” ad Amsterdam nel 1998. McCormack aveva stabilito il precedente personale di 2h26’47” a Chicago nel 2019.

Giovanna Epis ha demolito il primato personale con un eccellente 2:25:20 classificandosi al decimo posto.

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