La staffetta mista sulla distanza classica della maratona di 42,195 km, ideata quale nuova gara di marcia per le prossimi Olimpiadi di Parigi, sarà certamente una novità anche da un punto di vista spettacolare e, dopo un iniziale scetticismo, comincia a riscuotere molti consensi anche sulla base delle ultime novità regolamentari in materia, per cui si è scoperto che ogni nazione potrebbe qualificare sino a due squadre e questo allargherà certamente le possibilità per vari atleti.

Come da grande tradizione italiana per questo disciplina che tanti allori ha regalato nella storia, e ricordiamo su tutte le due medaglie d’oro di Antonella Palmisano e Massimo Stano nei 20 km di Tokyo 2021, anche questa nuova prova andrà preparata nei minimi dettagli e in tal senso è stato fatto un primo raduno specifico, la settimana scorsa al Centro Sportivo Castelporziano di Roma Ostia, per fare una serie di test miranti ad approfondire gli aspetti di questa nuova gara che vedrà impegnati due atleti, un uomo e una donna che marceranno alternativamente cominciando dalle donne 10,50 km circa alla volta, con l’atleta della frazione finale che sarà un uomo.

L’assoluta novità della competizione ha però suscitato vari interrogativi a cominciare dal ritmo scegliere, da come distribuire lo sforzo, ma probabilmente l’incognita più grande è rappresentata dal tempo della sosta, sicuramente non breve, in cui sarà importante mantenere altissima la concentrazione e trovare anche il giusto modo per alimentarsi al fine di recuperare le energie fisiche.

Per cominciare a rispondere scientificamente a tutte le domande sollevate da tale specialità totalmente inesplorata, i principali rappresentanti azzurri della specialità si sono radunati nel bellissimo impianto sportivo delle Fiamme Gialle per condurre sulla pista di atletica quattro giornate di test, peraltro estesi anche nelle vie adiacenti all’impianto, il tutto sotto l’attenta osservazione del Direttore Tecnico della squadra italiana, Antonio La Torre, tecnico di marcia e quindi grandissimo esperto della disciplina il quale alla fine si è così espresso.

Da citare in particolare, oltre alla presenza dei due campioni a cinque cerchi, anche quella di Francesco Fortunato, Andrea Cosi, Riccardo Orsoni, Andrea Agrusti, Valentina Trapletti, Alexandrina Mihai, Federica Curiazzi, Sara Vitiello.

Massimo Stano

Le dichiarazioni di La Torre “È stato un grande laboratorio a cielo aperto. Come già fatto prima delle Olimpiadi di Tokyo quando abbiamo studiato l’adattamento al fuso orario del Giappone, l’umidità, il sonno, e molti altri aspetti, anche in questa occasione cerchiamo di approfondire e sperimentare il più possibile. In questo senso è fondamentale la sinergia con l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI diretto da Giampiero Pastore, che sta venendo incontro a tutte le nostre richieste, insieme al medico federale Maria Rosaria Squeo che ha condiviso l’elaborazione del progetto”.

Gli esperti al lavoro nei giorni di studi, facenti parte del gruppo valutazione e ricerca, sono stati Stefano Serranò e Marco Tengattini, Stefano Righetti medico per gli aspetti fisiologici, Gaspare Pavei per la biomeccanica, Gennaro Boccia per la valutazione neuromuscolare, Jacopo Vitale per il sonno, in campo insieme agli esperti dell’Istituto Andrea Di Castro e Nicolò Brigati per realizzare un protocollo di valutazione che definisca l’impegno metabolico e l’andamento cinematico del passo di marcia di ciascun atleta.

Tutti i dati raccolti grazie al metabolimetro, la ‘maschera’ che permette di valutare il consumo di ossigeno, o con il test del lattato e l’optojump, saranno studiati a fondo e daranno informazioni utili per il primo impegno in una gara vera e propria in calendario per il 21 gennaio a Modugno in provincia di Bari.

A tale proposito La Torre ha voluto aggiungere: “In quell’occasione raccoglieremo indicazioni serie sulla composizione delle tre squadre azzurre che parteciperanno ai Mondiali di marcia di Antalya il 21 aprile, dove si qualificheranno ventidue staffette per i Giochi. Ogni nazione ne potrà qualificare al massimo due, e noi proveremo a farlo.

Con il metabolimetro indossato dagli atleti nei primi 3 km e negli ultimi 3 km di ogni frazione, riusciamo a valutare quanto stanno spendendo e quale ‘benzina’ stanno consumando. In base a quello, si può tarare la velocità a cui sostenere la prova e le varie strategie.

Tema importante è anche il recupero tra una frazione e l’altra: per ora abbiamo lasciato che i marciatori rimanessero fermi e abbiamo studiato l’integrazione dei carboidrati, facendoli bere dalla borraccia con un timing preciso. La sfida è cercare di capire e intercettare rapidamente il contributo che la scienza dello sport sta dando. Noi gareggiamo con le nostre armi di conoscenza e creatività”.

Antonio La Torre (Foto Montesano Fidal)
Antonio La Torre (Foto Montesano Fidal)
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