La 25enne marciatrice ceca Anežka Drahotová è stata ieri informata, dal Comitato Antidoping della Repubblica Ceca, sul fatto che esiste un riscontro positivo in merito a un caso di doping che la riguarderebbe, risalente all’estate del 2018.
Di che sostanza si tratti, non si sa ancora, probabilmente anabolizzanti secondo l’agenzia ceca “IDNES.cz”, che parla di un’irregolarità nel passaporto biologico.
La violazione sarebbe riferita alla data del 31 luglio 2018, pochi giorni prima della sua partecipazione ai Campionati Europei di Berlino, sulla 20 chilometri, dove ha conquistato la medaglia d’argento.
In una dichiarazione inviata alla stampa dall’avvocato dell’atleta, Jan Štovícek, l’atleta si dichiara non colpevole e aggiunge che non parteciperà più ad alcuna competizione fino a quando la questione non sarà completamente chiarita.
Nello stesso documento, Anežka Drahotová si dichiara sconvolta e afferma di non capire cosa stia succedendo.
“Non è una cosa che faccio! Chiederò l’analisi del campione B e poi farò altri commenti“.
Tomáš Vávra, vicedirettore del Comitato antidoping della Repubblica Ceca, ha affermato, in ogni caso, che “le prove sono chiare“.
La parola passa ora alla federazione ceca di atletica leggera, che dovrebbe istituire il corrispondente processo disciplinare per l’atleta.
Anežka Drahotová, nata il 22 luglio 1995, a soli 25 anni vanta, oltre all’argento nel 2018 a Berlino, un bronzo sempre nella 20 km di marcia agli europei di Zurigo 2014, e anche ben 4 partecipazioni ai campionati del mondo, e una alle Olimpiadi del 2016.
Anežka è rappresentata dallo stesso avvocato, Jan Štovícek, che ha difeso il noto ciclista ceco Roman Kreuziger, sospeso nel 2014 per doping a causa di valori sospetti nel passaporto biologico nel 2011 e nel 2012, ed alla fine prosciolto dalle autorità del suo paese.