Ileana Salvador (foto trofeo Giorgio Bravin-Roma giugno 1989)
Ileana Salvador (foto trofeo Giorgio Bravin-Roma giugno 1989)

Si è molto parlato, in questi giorni, della grande ex marciatrice azzurra Ileana Salvador, in quanto dopo la realizzazione, da parte di Antonella Palmisano, della nuova miglior prestazione italiana nei 10 chilometri di marcia su strada, domenica scorsa a Modena con 41’28, si è scritto, e lo abbiamo fatto anche noi, che il precedente primato apparteneva a Rossella Giordano con 41’38, crono realizzato nel 1997.

Il precedente primato era sancito, infatti, dalle statistiche ufficiali della FIDAL per cui, quando qualcuno ci ha fatto notare, sulla nostra pagina Facebook, che il precedente limite era invece di Ileana con 41’30, ho subito pensato, dopo aver effettivamente appurato quel crono sul sito di World Athletics, a qualche problema che avesse, in qualche modo, impedito l’omologazione del tempo stesso.

In realtà, dopo poche ore dalla gara della Palmisano, la Salvador ha postato, sulla sua pagina Facebook, un comunicato molto duro, rivendicando quel primato ed anche altri, ma esprimendo, in ogni caso, rammarico per essersi sentita sempre totalmente dimenticata dalla massima Federazione Italiana.

Ileana ha anche fatto, successivamente, un breve commento sulla nostra pagina Facebook in merito a un mio primo articolo sull’argomento e, quindi, le ho subito scritto chiedendole se fosse disponibile a essere intervistata da me sull’argomento.

Ileana, che vive da anni in Svezia e lavora all’Ambasciata Italiana a Stoccolma, mi ha subito risposto e si è resa disponibile, chiedendomi di pubblicare integralmente quello che è il suo pensiero sull’argomento.

Lo faccio con grande piacere, per me è un onore essere entrato in contatto con lei ed anche di aver avuta, da lei, la promessa che tra qualche giorno faremo un’intervista più diretta in cui si parlerà ancora di questo tema, ma anche di altro.

Le parole di Ileana

Accetto volentieri una tua intervista soprattutto per mettere chiarezza su una questione che qualcuno ha definito “una polemica inutile” da parte mia. Intendo spiegarti le ragioni del mio sfogo.

Ho scritto quel post su fb, in quanto ho avuto occasione più di una volta di comunicare alla FIDAL che alcuni miei risultati (tempi e record) erano o imprecisi o omessi o addirittura attribuiti ad altre, ma ho verificato che, negli anni, non sono mai state fatte le opportune verifiche e rettifiche e mi rincresce notare che queste problematiche riguardino sempre e soltanto la sottoscritta.

Non sto ora a precisare di quali errori si tratta in quanto ci si dilungherebbe troppo.

Addirittura il mio profilo IAAF ora WA, presenta omissioni di medaglie e risultati mondiali e prestazioni personali errate. Anni fa mi ero rivolta alla persona che curava i profili e mi era stato seccamente risposto, con nonchalance, con le testuali parole che ora riporto che: “quando ci sarebbe stato il tempo, cioè mai, il mio profilo sarebbe stato corretto”.

Mi irrita, alla soglia dei sessant’anni dover sprecare le mie energie a sistemare errori che si sono perpetrati negli anni. Sono sempre stata una persona umile. Non ho mai sbandierato, nemmeno su Facebook, tutto il mio curriculum, sebbene io sia la marciatrice italiana che ha vinto più medaglie di tutte, che ha fatto record mondiali, europei, italiani su tutte le distanze e che ha vinto in totale più titoli italiani di tutte.

Sono stata premiata due volte a Montecarlo dal Principe Alberto per i miei record mondiali.

Lavoro all’Ambasciata d’Italia a Stoccolma e il nostro Ambasciatore, appassionato di atletica leggera, ha scoperto soltanto per caso e con sorpresa, che io sono quella Ileana Salvador.

Vorrei anche precisare che essendo diventata cittadina svedese, dopo i quarant’anni, ho vinto 4 titoli e partecipato a 3 nazionali svedesi.

Non mi interessa nemmeno che mi si dica che sono stata brava. Ho voltato pagina da parecchi anni. Non mi sono mai sentita una super donna, gli eroi della vita sono ben altri.

Considero l’atletica un bel periodo della mia vita che mi ha regalato gioie, ma anche amarezze però, poiché i miei risultati sudati e ottenuti in maniera pulita sono l’unica eredità che potrò lasciare ai miei figli, non accetto che si modifichi o che si tolgano sulla carta, nemmeno di un nano secondo, prestazioni da me realizzate.

Preciso inoltre che non mi interessa nemmeno innescare polemiche gratuite con la FIDAL, anche perché si rischia di buttare nel “tritacarne” persone che non c’entrano nulla.

Mi ha fatto molto piacere la telefonata di ieri di Marco Sicari ed ho apprezzato il suo approccio verso questa questione e la sua volontà di approfondire la situazione, mentre invece mi hanno ferito le accuse di altri che mi hanno, tra le righe, accusato di essere in malafede e non hanno risposto invece alle mie domande.

In particolar modo mi si dice che il mio tempo di 41’29″4 realizzato a Livorno nel 1993 era da parecchio tempo citato nei vari annuali FIDAL come “distanza dubbia” e perciò omesso dalle graduatorie italiane ma presente in quelle mondiali. Tra l’altro non ho avuto più modo di consultarli dopo il mio trasferimento in Svezia.

Premesso che i tempi realizzati su strada non sono record, ma migliori prestazioni mondiali proprio per le problematiche riguardanti la perfetta esattezza chilometrica, non ho capito cosa significhi: “distanza dubbia” con ciò intendo che, nel dubbio, si va a verificare e poi si riporta con certezza: “percorso più corto”.

Nel dubbio non si vanno a depennare dei tempi. I record, le prestazioni, sono come dei diritti d’autore, a mio avviso, e non vanno cancellati “con leggerezza”.

Oltretutto si trattava di una gara internazionale, non di una garetta di provincia. Presumo che il percorso e la distanza a quel tempo fossero stati accertati e approvati.

Un’altra incongruenza è la seguente: non si comprende come mai tempi sotto i 42, realizzati da altre marciatrici l’anno dopo, sullo stesso posto e sullo stesso percorso, non siamo stati messi in discussione, mentre il mio sì.

In Russia è stato realizzato da una marciatrice russa la prestazione, direi quasi sovrumana, di 41.04 su i 10 km su strada. Nessuno della sua Federazione però si è preso la briga di dichiarare che forse si trattava di distanza dubbia ed ha annullato la prestazione.

Credo che le mie domande siano legittime e meriterebbero una risposta. Preciso che ho alle spalle una storia alquanto lunga di record mondiali ed europei su pista, realizzati e non omologati, direi per motivi futili (del tipo: vi erano meno di tre partecipanti, gara mista… i cui gli uomini tra l’altro erano stati sistematicamente battuti tutti).

Detto questo, i miei applausi ad Antonella Palmisano, che con il suo tempo ha fugato ogni dubbio annullando i tempi di tutte.

Sono felice che sia stata lei a realizzare la migliore prestazione italiana sui 10 km su strada in quanto è una marciatrice dallo stile pulito.

Credo sia doveroso da parte dell’ufficio statistiche della Fidal verificare e sistemare altre imprecisioni che farò nuovamente presente e mi auguro che un giorno si possa finalmente sistemare il mio profilo WA.

In fondo i risultati ottenuti da ciascun atleta, fanno parte del patrimonio dell’atletica italiano e meritano considerazione e rispetto.

Grazie veramente a Ileana che mi ha chiesto di utilizzare come foto di copertina, in alto, quella del suo primato del mondo sui 10 chilometri in pista ottenuto a Roma nel giugno 1989, con 42’39″2, nel corso del Trofeo Giorgio Bravin alla fine del quale, lei venne intervistata dal grande Gianfranco De Laurentis, che sono lieto di poter ricordare a pochi giorni dalla sua scomparsa.
Ileana Salvador (foto archivio storico)
Ileana Salvador (foto archivio storico)
Ileana Salvador (foto archivio)
Ileana Salvador (foto archivio storico)
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