Silvia Salis: lo sport nel sangue

Una grande atleta diventata ora Vicepresidente del CONI

Silvia Salis è una ex specialista del lancio del martello disciplina, in cui vanta un personale di 71,93 quarta miglior prestazione italiana di tutti i tempi, che le ha permesso di vincere numerosissimi titoli italiani, un oro e un bronzo ai Giochi del Mediterraneo oltre a tante partecipazioni internazionali, tra cui spiccano quelle delle Olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012.

Silvia, che compirà 36 anni il prossimo 17 settembre, ha dovuto però interrompere definitivamente la sua carriera agonistica nel 2017, dopo un paio di anni di sofferenze continue per una grave infiammazione cronica (simile alla pubalgia) dell’adduttore che, nelle fasi più acute, le impediva addirittura di avere una vita normale anche fuori dalla pedana di allenamento.

Tuttavia, proprio in quegli anni in cui aveva provato, in tutti i modi, a recuperare alternando lunghi periodi di stop a terapie di ogni genere, l’amore per l’Atletica si era ancor più rinforzato e nato, dentro di lei, il desiderio di continuare ad essere protagonista, pur se in un ruolo diverso.

Nel 2016, quindi, la sua candidatura a consigliere federale e la conseguente elezione che l’ha vista protagonista molto attiva della vita della FIDAL sino alla scadenza del mandato, nel gennaio di quest’anno.

Un’esperienza fondamentale, per Silvia, che ha iniziato quale rappresentante degli atleti, ma che si è distinta molto bene anche nell’ambito del marketing e della comunicazione di cui è da sempre appassionata e competente.

 

Tantissime le sue iniziative, nei suoi quattro anni da consigliere, a favore degli atleti specie i più giovani, anche con contributi di vario genere e su tutti ricordiamo il suo progetto “AllenaMente” che ha visto ben 4 edizioni sino al 2020, riservato agli atleti universitari che vestissero la maglia azzurra nella categoria under 23 e che non fossero tesserati per Gruppi Militari.

 

Silvia Salis (foto da pagina personale facebook)
Silvia Salis (foto da pagina personale facebook)

Quest’anno, al termine del suo mandato di consigliere federale, il grandissimo onore di essere nominata ai vertici del CONI, il massimo organismo italiano dello sport, quale Vicepresidente vicario e questa è un’altra vittoria dell’Atletica Italiana, l’anticipo in qualche modo di quel che sarebbe accaduto qualche mese dopo grazie agli straordinari risultati dei nostri atleti e delle nostre atlete.

Siamo veramente felici che abbia trovato il tempo, tra i suoi molteplici impegni, di rispondere alle nostre domande al rientro da Tokyo dove ha assistito alla prima settimana di gare olimpiche, ironia della sorte non a quelle dell’Atletica.

Ciao Silvia, hai vissuto le Olimpiadi come atleta e adesso come Vicepresidente del CONI, la tensione e le emozioni sono le stesse?

La tensione è diversa perché trovarsi come attore principale di una gara ti coinvolge fisicamente, in tutti i sensi. Come Vicepresidente è una tensione più di supporto, partecipativa. Le emozioni sono sempre intense. Quando vedi i cinque cerchi è tutto emozionante.

Quale gara ti è piaciuta di più vedere?

A livello affettivo la gara che ho seguito con più partecipazione è la pallanuoto perché è uno sport che mi piace tantissimo. Essendo io ligure e mio padre pallanuotista ho sempre giocato con lui al mare, in più abbiamo avuto sempre grandi squadre. L’allenatore del sette bello poi è un mio grandissimo amico, Sandro Campagna.

Dal punto di vista tecnico entrare al Budokan di judo, che è come il Maracanà per il calcio, è stata una grande emozione. Ma qualsiasi competizione è stata una grandissima emozione.

Hai iniziato la tua carriera politica nel 2016 quando sei diventata la rappresentante degli atleti nel consiglio federale FIDAL, ti aspettavi di arrivare dove sei adesso?

Non posso dire che mi aspettassi di trovarmi a 35 anni Vicepresidente del CONI. È un passaggio che, nella mia vita, avrei voluto fare ma non pensavo sicuramente di arrivarci così presto. È stata una grande emozione, un grande orgoglio ed è ovviamente una grande responsabilità.

Silvia Salis (foto da pagina personale facebook)
Silvia Salis (foto da pagina personale facebook)
Quando hai capito di voler intraprendere anche una carriera politica?

Probabilmente durante quella specie di processo antidoping che abbiamo ingiustamente subito in 28. Mi sono fatta portavoce di quel gruppo e, ai tempi degli studi in passato, sono stata rappresentante di classe. Ho frequentato scienze politiche, la politica mi è sempre interessata, sono sempre stata quel tipo che ha la vocazione della rappresentanza.

Sicuramente durante quel buco nell’acqua che è stato quel procedimento, facendomi portavoce, ho capito che comunque volevo spendermi nel rappresentare gli altri.

Abbiamo visto che stai correndo molto, ci dobbiamo aspettare di vederti nuovamente con il pettorale magari in qualche gara su strada?

Corro molto anche perché con le giornate super piene la corsa, avendo una palestra in casa è l’allenamento che riesco a gestire meglio a tutte le ore.

Ho fatto una 10km a Praga mentre mio marito stava girando un film. L’ho trascinato, ovviamente controvoglia, mi ha seguito solo perché erano i primi momenti del fidanzamento. Quella è stata la mia unica volta con un pettorale, ma non è detto che non ce ne siano altre.

Silvia Salis (foto da pagina personale facebook)
Silvia Salis (foto da pagina personale facebook)
Perché credi che pochi giovani e soprattutto poche ragazze giovani decidano di avvicinarsi a ruoli dirigenziali? Cosa pensi che si possa fare?

Il punto è che più giovani ci saranno in posizioni come quella nella quale sono io, più donne ci saranno. Ci sarà un effetto di ispirazione. I giovani hanno bisogno di vedere che anche in giovane età si può accedere a un certo tipo di cariche, che possono arrivarci sia i ragazzi che le ragazze, gli uomini e le donne. In modo da poter pensare che quella è una carriera che possano fare.

Hai 35 anni e sei il numero 2 del CONI, è un traguardo enorme. Cosa vedi nel tuo futuro?

Questa carica è già stata un’enorme sorpresa e onore. In questi anno di mandato ho intenzione di prepararmi e conoscere il più possibile questo mondo ed essere all’altezza dell’incarico che ho ricevuto.

Da piccola volevi diventare il sindaco di Genova, invece sei diventata la prima donna Vice presidente del CONI e la prima Vicepresidente proveniente dall’atletica. Quali sono i valori che ti ha insegnato l’atletica che ti hanno poi aiutata in questa seconda fase della tua carriera sportiva?

Quando volevo diventare sindaco era abbastanza strano per i tempi, invece ora ci sono abbastanza sindache. Diciamo che ho sempre avuto questo interesse già in tenera età. Quello che mi porto dietro è la capacità di pianificare a lungo termine, di stringere i denti e andare avanti tra le difficoltà che qualsiasi lavoro ti metta davanti.

Questo lo insegna tutto lo sport, non solo l’atletica. Chi ha praticato sport, soprattutto chi lo ha fatto di mestiere ad alto livello, sviluppa una capacità di resistere a imprevisti e alle cose negative che non vanno come si vorrebbe e di riuscire ad avere una visione ad ampio raggio.

Riescono ad immaginarsi il tempo che verrà, che è una cosa che pochi lavori ti insegnano come lo sport.

Silvia Salis (foto FIDAL archivio)
Silvia Salis (foto FIDAL archivio)
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