Nella seconda conclusiva giornata delle finali di Diamond League disputate a Eugene in Oregon, Leonardo Fabbri ha chiuso la sua splendida lunghissima stagione nel getto del peso con un’altra fantastica misura di 22.31, a soli 3 centimetri dal suo personale realizzato in occasione dell’argento iridato di Budapest, terza volta per lui oltre i ventidue metri in poche settimane.

La gara per il Trofeo del Diamante è stata vinta dallo statunitense Joe Kovacs con 22.93, peraltro più volte battuto da Leo quest’anno, mentre il primatista e campione del mondo Ryan Crouser si è piazzato secondo con 22,91 e il neozelandese Tom Walsh terzo con 22,69.

Da ricordare ovviamente come Fabbri sia atterrato in Oregon solo un paio di giorni fa e abbia dovuto assorbire 9 ore di fuso in pochissimo tempo, per cui la sua impresa assume un valore ancor maggiore.

L’altra azzurra in gara nella serata, la primatista italiana dei 400 ostacoli Ayomode Folorunso, ha chiuso al sesto posto con il crono di 54″68, nella gara vinta dalla fenomenale campionessa mondiale Femke Bol che ha terminato la sua fantastica stagione ricca di successi di ogni genere, dominando con il record del meeting di 51″98, terza prestazione europea di sempre dopo le sue prime due, oltre che decima assoluta al mondo.

Dietro alla Bol vincitrice del terzo Trofeo del Diamante consecutivo, la statunitense argento mondiale Shamier Little in 53″45 e la giamaicana Rushell Clayton con 53″56, fotocopia del podio mondiale di Budapest.

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Le altre gare

Ancora superlativo Jakob Ingebrigtsen, impresa nell’impresa, al primato europeo dei 3000 metri con 7’23″63 dopo aver battuto la sera prima quello sul miglio, avendo anche provato ad attaccare quello del mondo, tentativo però svanito dopo i passaggi non in linea con quanto preventivato, ma il finale ha entusiasmato per lo spalla a spalla tra il norvegese e l’etiope Yomif Kejelcha, alla fine separati da un centesimo, 7’23″64 per lui e record nazionale.

Dietro, in un’altra fantastica gara, record americano per Grant Fisher in 7’25″47, e ben sette atleti sotto i 7’30. Per Ingebrigtsen non ci sono aggettivi, basti ricordare che il limite europeo di oggi è il settimo ottenuto dal norvegese quest’anno nella stagione outdoor, due nei 1500 metri, due nei 3000, uno nel miglio, il record mondiale nei 2000 e la miglior prestazione mondiale sulle due miglia.

Tra le miglior prestazioni mondiali della serata, menzione speciale per la miglior gara di salto in alto donne della stagione, con Yaroslava Mahuchikh e Nicola Olyslagers entrambe salite a 2,03 (record oceanico per l’australiana), dopo un’avvincente rincorsa all’ucraina, una sola macchia a 2,03 e vincitrice del trofeo per il secondo anno di fila, laddove alla Olyslagers sono serviti tre tentativi per aver ragione della misura e aver rischiato di chiudere anzitempo lo show con tre prove a 1,98.

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World lead anche negli 800 maschili vinti dal keniano argento iridato Emmanuel Wanyonyi, con 1’42″80 a centrare il record del meeting e prevalere negli ultimi dieci metri sul campione mondiale Marco Arop, al record canadese in 1’42″85 e sull’algerino Sedjati con personale di 1’43″06.

Nei 200 metri uomini vittoria del campione olimpico il canadese Andre De Grasse, che chiude in 19″75, dimostrando una straordinaria condizione forse un po’ tardiva essendo finita la stagione.

Nel mezzo di giro di pista al femminile secondo Trofeo del Diamante in due giorni per la giamaicana Shericka Jackson, sabato regina dei 100 metri, che avvicina il suo personale con un altro eccellente 21″57, primato del meeting e ottava prestazione assoluta sulla distanza.

Nei 110 metri ostacoli l’ennesima world lead di questa strepitosa seconda giornata delle ‘finals’ di Eugene, centrata dal giamaicano Hansle Parchment in 12″93 con il solito finale che non lascia scampo alla coppia di ostacolisti USA che con il giamaicano hanno occupato il podio mondiale di Budapest, Grant Holloway  secondo con 13″06 e Daniel Roberts  terzo con 13″07.

Sorpresissima nel disco maschile, con l’australiano Matthew Denny che attende l’ultimo turno per lanciare al primato nazionale di 68,43 e lasciare senza diamante la coppia favorita, lo sloveno Ceh con 67,64 e lo svedese campione del mondo Stahl con 67,36.

Nel lungo maschile il Trofeo del Diamante resta in Europa, dopo i successi dello svedese Montler e del greco Tentoglou, grazie al versatile talento dello svizzero Simon Ehammer, vincitore con 8,22 sul giamaicano iridato a Doha Tajay Gayle, stessa misura (ventosa) ma con un secondo risultato (8,08) inferiore all’8,10 dell’elvetico.

Conferma il successo dell’anno scorso anche la dominicana iridata di Budapest Marileidy Paulino, netta vincitrice dei 400 metri in 49″58 davanti all’argento mondiale Kaczmarek seconda in 50″38) e all’olandese Klaver terza con 50″47.

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