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Altra straordinaria impresa del saltatore italo cubano Andy Diaz, che è riuscito ieri nel primo pomeriggio statunitense di Eugene in Oregon nel suo obiettivo di bissare il successo dell’anno precedente nel triplo, conquistando il secondo Trofeo consecutivo della Diamond League con la migliore misura di 17,43.

La gara ha preso subito la giusta direzione per l’allievo di Fabrizio Donato, anche lui presente a sostenere il suo atleta, con il salto della vittoria già al primo tentativo, con il campione del mondo Hugues Fabrice Zango del Burkina Faso secondo con 17,25, mentre al terzo posto si è classificato lo statunitense Donald Scott con 16,84.

Grande prestazione anche nel salto triplo femminile da parte di un’atleta italiana, con Dariya Derkach che per la prima volta in carriera è atterrata oltre i quattordici e mezzo, al personale di 14,52 realizzato nell’ultimo salto, in una gara in cui ha offerto una serie particolarmente solida, anticipando il 14,52 con un percorso da 14.17, 14.23, nullo, 14.36 e un altro nullo, con il salto finale che ha aggiunto cinque centimetri al suo precedente limite di 14,47 degli Assoluti di Rovereto del 2021, mentre ne mancano soltanto tre allo standard olimpico diretto per le Olimpiadi di Parigi 2024.

Questa prestazione che le ha dato il quarto posto assoluto della gara, le ha anche permesso di consolidare la quarta posizione nelle liste italiane di sempre all’aperto dopo Magdelin Martinez con 15.03, Simona La Mantia con 14.69 e Fiona May con 14,65.

La vittoria è stata della venezuelana Yulimar Rojas con 15,35 mentre secondo posto per la giamaicana Shanieka Ricketts con 15,03.

La specialista del salto con l’asta donne Roberta Bruni ha chiuso invece al sesto posto, ritirandosi a scopo precauzionale per un fastidio al bicipite femorale, dopo aver saltato 4,56 alla terza e sbagliato 4,71 alla prima.

Le parole di Andy: “Il viaggio è stato difficile, siamo arrivati soltanto diciotto ore prima della gara perché abbiamo ricevuto il visto soltanto questa settimana, ma ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto questo secondo diamante consecutivo. Ci siamo riconfermati a questi livelli, nonostante una finale che non si annunciava facile, con soli cinque atleti, e quindi poco tempo per recuperare tra un turno e l’altro.

Abbiamo provato a gestirla ‘passando’ qualche salto ed è andata alla grande. Abbiamo chiuso la stagione in bellezza e adesso speriamo di poterci vedere a Parigi”.

Le sensazioni di Roberta: “Sono stati giorni tormentati anche dall’influenza ma sono contenta di aver saltato anche nelle difficoltà e al termine di una stagione complicata sotto tanti aspetti. Adesso un po’ di meritato riposo e reset nell’attesa di programmare la prossima stagione che mi porterà a vivere una nuova avventura sportiva e umana.”

Le dichiarazioni di Dariya: “Atmosfera pazzesca, pista anche. Dopo qualche giorno di riposo mi sono sentita meglio, rispetto alle gare che ho fatto la scorsa settimana una dopo l‘altra. È stato bellissimo trovare la misura all’ultimo salto. Finire la stagione in bellezza, con il sorriso, eliminando il brutto ricordo dei nulli di Budapest non ha prezzo. Aveva ragione il mio allenatore che in risposta a tutte le mie lamentele e preoccupazioni mi ha scritto ‘sei in forma’. Ora posso andare a mangiare un po’ di junk food senza sensi di colpa.

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Le altre gare

Sorpresa nei 400 ostacoli maschili con lo statunitense Rai Benjamin vittorioso nell’eccellente crono di 46″39 davanti al campione e primatista del mondo, Karsten Warholm, secondo con 46″53, mentre nei 400 piani successo per il grenadino Kirani James con 44″30, per un trofeo che aveva già conquistato nel lontano 2011.

La keniana Faith Kipyegon ha confermato la sua superlativa stagione e, dopo il doppio oro mondiale e il triplo record del mondo, è diventata anche regina della Diamond League nei 1500 metri dominando con un sensazionale 3’50″72, non lontano dal suo primato mondiale, seguita dall’etiope Diribe Welteji seconda in 3’53″93.

Nei 3000 siepi sempre al femminile vittoria dell’atleta del Bahrain Winfred Mutile Yavi, alla seconda prestazione di sempre con un fantastico 8’50″66, peggiore soltanto dell’8’44″32 corso dalla keniana Beatrice Chepkoech a Montecarlo nel 2018, oggi seconda in 8’51″67.

Lo statunitense Christian Coleman ha superato il connazionale campione del mondo Noah Lyles nella gara dei 100 metri in 9″83, tempo che ha eguagliato la migliore prestazione mondiale corsa da Hughes e Lyles, resistendo al recupero di quest’ultimo e superandolo di 2 centesimi, mentre terzo con lo stesso tempo di 9″85 dietro di soli pochi millesimi è stato il keniano Ferdinand Omanyala.

Nell’alto è volato vola a 2,35 il coreano Woo Sang-hyeok sorprendendo il polacco Norbert Kobielski che ha incrementato di quattro centimetri il suo primato fino a 2,33 alla prima, stessa misura dello statunitense JuVaughn Harrison che però l’ha centrata soltanto alla terza prova.

Nel giavellotto donne, la giapponese Haruka Kitaguchi ha abbinato al titolo mondiale il trionfo in Diamond League con 63.78, mentre tra gli uomini è stato il ceco Jakub Vadlejch a primeggiare con 84,24.

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