In una serata ventosa e nuvolosa è ricominciata ieri allo Stade Olympique de la Pontaise, a Losanna, la Diamond League 2022 che vedrà ancora un solo meeting di avvicinamento, quello di Bruxelles del 2 settembre, prima delle finali assolute previste per il 7 e 8 successivo nel Letzigrund Stadion di Zurigo.
C’era grande attesa per la presenza di tantissimi campioni e non sono certo mancati grandi spunti tecnici, anche se le condizioni climatiche non ideali hanno condizionato alcune competizioni come quelle della velocità pura e del salto in alto maschile, dove il campione olimpico e recente campione europeo, Gianmarco Tamberi, non è riuscito ad andare oltre il quinto posto con la misura di 2.20, in una gara però dai contenuti modestissimi dove è bastato un salto di 2,24 all’ucraino Andriy Protsenko per vincere.
Le migliori prestazioni sono arrivate dal triplo femminile con la primatista iridata Yulimar Rojas, dai 200 maschili dove Noah Lyles pur non avendo avvicinato i suoi miglior crono dell’anno ha dominato senza problemi, dal peso maschile con Joe Kovacs che ha infranto l’imbattibilità all’aperto del suo connazionale campione del mondo Ryan Crouser, dai 400 ostacoli femminili con la tre volte oro europea Femke Bol, ma soprattutto grazie a un’altra eccezionale prestazione del 21enne Jakob Ingebrigtsen nei 1500 metri.
Il fenomenale mezzofondista norvegese, reduce dalla vittoria nei 1500 e nei 5000 ai Campionati Europei, in una stagione che l’ha visto anche conquistare il titolo mondiale sui 5000 a Eugene oltre all’argento sui 1500, ha pensato solo all’ultimo di gareggiare a Losanna ma, tale decisione tardiva, ha dato i suoi frutti in quanto l’atleta ha fatto registrare il tempo più veloce al mondo di quest’anno con 3’29″05, sconfiggendo un forte gruppo di concorrenti.
In testa a 600 metri dall’arrivo, il campione olimpico sulla distanza ha mantenuto il ritmo previsto di 3’30 indicato dalla tecnologia wavelight sulla pista e, al suono della campana, ha preceduto di qualche passo i suoi avversari seguendo le luci lungo il rettilineo posteriore, e le ha lasciate dietro di sé a 200 metri dalla fine, andando a vincere nettamente davanti al keniano Abel Kipsang e all’australiano Stewart McSweyn.
Tutti i primi otto sono scesi sotto i 3’34, con Kipsang che ha fatto segnare 3’29″93 e McSweyn 3’30″18. Il britannico Josh Kerr, bronzo olimpico, si è classificato quarto in 3’32″28 e il keniano Timothy Cheruiyot, quattro volte campione della Diamond League, settimo in 3’32″91.
Le parole di Ingebrigtsen, solo parzialmente soddisfatto: “È stata una gara piuttosto buona. Per fortuna il pacemaker ha spinto per i primi 700 metri. Il rischio era che il ritmo rallentasse quando avesse smesso, quindi ho dovuto spingere ed è andata bene. Penso che avrei potuto andare più veloce“.
200 metri maschili
Lo statunitense Noah Lyles non aveva fatto misteri di voler puntare a un grande crono, anche migliore del suo fantastico 19″31 della vittoriosa finale dei mondiali in Oregon, ma le condizioni climatiche non ideali e, forse, una condizione non più al massimo lo hanno fermato su un pur eccellente 19″56 per mantenere la sua stagione imbattuta nella disciplina.
In uno scontro tra campioni del mondo, l’oro dei 400 metri Michael Norman si è piazzato secondo in 19″76 e il campione mondiale indoor dei 400 Jereem Richards terzo in 19″95.
Salto triplo femminile
La ventiseienne venezuelana Yulimar Rojas, che a marzo aveva saltato 15,74 m di record mondiale assoluto per vincere il suo terzo titolo iridato indoor a Belgrado, ha superato nuovamente i 15 metri con 15,31 m al quinto turno.
Ha aperto con 14,99 m all’inizio di una serie che le ha visto effettuare anche quattro nulli, ma questo non ha avuto importanza perché ha vinto con 67 cm di vantaggio sulla giamaicana Shanieka Ricketts, due volte argento mondiale (14,64 m), e sull’ucraina Maryna Bekh-Romanchuk, campionessa europea (14,31 m).
Getto del peso maschile
Prima della gara di ieri sera, l’ultima volta che lo statunitense Ryan Crouser, primatista e campione del mondo nella specialità, aveva perso una gara all’aperto era stata nel 2019, durante l’epica finale dei Campionati del Mondo di Doha.
In quell’occasione, il suo connazionale Joe Kovacs vinse con un lancio di 22,91 m contro i 22,90 m di Crouser, mentre il neozelandese Tom Walsh eguagliò la misura arrivando terzo. Da allora, Crouser e Kovacs si sono affrontati in 14 finali, con la coppia statunitense che ha conquistato i primi due posti in 11 di queste gare ma, questa volta, Kovacs dopo 10 secondi posti è tornato a vincere con 22,65 m ottenuto al secondo turno, con 60 cm di vantaggio su Crouser, che ha poi spiegato di non essersi potuto allenare per tre settimane prima dell’evento a causa della covid.
Il miglior lancio di quest’ultimo di 22,05 m è stato realizzato nel terzo turno, mentre il neozelandese Jacko Gill ha lanciato 21,70 m classificandosi terzo.
L’azzurro Nick Ponzio ha chiuso al settimo posto con un lancio di 20,94.
Le dichiarazioni di Kovacs: “Sono molto soddisfatto di oggi, soprattutto della mia serie di lanci, al di là della miglior misura. È importante lanciare lontano con costanza e oggi ci sono riuscito. Ho in mente di superare i 23 metri, credo che sia arrivato il momento e dovrò avere fiducia in me stesso e iniziare a rischiare di più per riuscirci“.
400 ostacoli femminili
Femke Bol non ha mostrato segni di stanchezza dopo l’impressionante tripletta d’oro nei 400m ostacoli, 400m e 4x400m ai Campionati europei, migliorando il proprio record del meeting con 52″95 e vincendo la gara specialistica di quasi un secondo.
La medaglia d’argento mondiale olandese è andata in testa all’ultima curva e si è allontanata ulteriormente dalle avversarie, la giamaicana Janieve Russell, due volte campionessa del Commonwealth, che ha chiuso al secondo posto in 53″92 e Andrenette Knight al terzo con 54″33.
Le parole di Bol: “È incredibile aver fatto il record del meeting qui e aver corso di nuovo sotto i 53′, soprattutto in questa bellissima città. In realtà ero meno stanca del previsto. Negli ultimi giorni ho passato 11 ore al giorno a letto. Sono contenta di avere qualche giorno di riposo prima dell’ultima gara della stagione a Zurigo“.
100 metri femminili
Il meeting è stato privato dell’attesa rivincita dei 100 metri femminili, dopo che la cinque volte campionessa del mondo Shelly-Ann Fraser-Pryce è stata costretta a ritirarsi per un fastidio ai tendini e la cinque volte medaglia d’oro olimpica Elaine Thompson-Herah, che ha conquistato il bronzo in Oregon, è stata squalificata per una falsa partenza.
A trionfare è stata la statunitense Aleia Hobbs, che ha fatto registrare 10″87 davanti all’argento mondiale dei 100 m e campionessa dei 200 metri Shericka Jackson con 10″88, e a Marie-Josee Ta Lou con 10″89. Anche Tamari Davis, che ha corso due volte sotto il record mondiale under 20 dei 100 a Memphis il mese scorso con un miglior tempo di 10″83, è scesa sotto gli 11 secondi con 10″94 per il quarto posto.
Salto triplo maschile
Andy Diaz Hernandez ha ottenuto la seconda vittoria consecutiva in Diamond League nel salto triplo maschile, dopo il successo in Slesia, trionfando nuovamente con un salto di 17,67 m, a un solo centimetro dal suo personale. I
l campione del mondo indoor Lazaro Martinez si è classificato secondo, migliorando il suo personale all’aperto a 17,50 m, mentre Jordan Alejandro Diaz Fortun si è classificato terzo con 17,44 m.
Lancio del giavellotto maschile
Un solo lancio è bastato all’indiano Neeraj Chopra per vincere con il campione olimpico e medaglia d’argento mondiale che ha scagliato l’attrezzo a 89,08 metri nel primo turno. Ha poi ottenuto 85,18 m prima di un passaggio, un nullo e un altro passaggio, e un ultimo 80,04 m nel turno finale. La vittoria è la prima di Chopra in Diamond League e gli assicura un posto per la finale a Zurigo.
L’argento olimpico della Repubblica Ceca Jakub Vadlejch si è piazzato al secondo posto con 85,88 m al quarto turno, mentre lo statunitense Curtis Thompson ha fatto registrare 83,72 m al primo turno, classificandosi terzo.
Salto con l’asta femminile
La slovena Tina Sutej, bronzo mondiale indoor, e l’australiana Nina Kennedy, che ha recentemente conquistato il titolo del Commonwealth, hanno entrambe superato i 4,70 m nel salto con l’asta femminile, con la Sutej che ha vinto per un errore di meno.
Fresca di vittoria del titolo europeo e di unpersonale di 4,85 m, la finlandese Wilma Murto si è piazzata terza con un salto di 4,60 m, la stessa misura raggiunta dall’azzurra Roberta Bruni, quarta per un maggior numero di errori.
Salto in alto maschile
Il vento ha reso difficile la gara di salto in alto maschile, vinta dall’ucraino Andriy Protsenko, bronzo mondiale, grazie a una prestazione impeccabile fino a 2,24 metri.
Questa altezza è stata raggiunta anche dal campione mondiale e olimpico del Qatar Mutaz Barshim, dallo statunitense JuVaughn Harrison e dal neozelandese Hamish Kerr, mentre Gianmarco Tamberi, come già scritto sopra, si è piazzato al quinto posto con un miglior risultato di 2,20 metri.
110 ostacoli maschili
Il giamaicano Rasheed Broadbell ha confermato la sua recente vittoria ai Giochi del Commonwealth, scendendo per la prima volta in carriera sotto i 13 secondi con il tempo di 12″99 che migliora il suo precedente record di 13,08 ottenuto a Birmingham.
Il 22enne ostacolista ha superato l’argento mondiale statunitense Trey Cunningham, che ha corso in 13″10 nel giorno del suo 24° compleanno, il campione mondiale lo statunitense Grant Holloway (13″11) e il campione olimpico il giamaicano Hansle Parchment (13″13).
Le dichiarazioni di Broadbell: “È il mio primo tempo sotto i 13 secondi e sono molto felice. Ho iniziato la mia stagione con degli infortuni, ma come potete vedere, man mano che la stagione procede, va sempre meglio“.
100 ostacoli femminili
Come Bol nei 400m ostacoli, la campionessa olimpica la portoricana Jasmine Camacho-Quinn ha battuto il record del meeting vincendo in 12″34, davanti alla campionessa del mondo la nigeriana Tobi Amusan e alla statunitense Tia Jones, che hanno fatto registrare i rispettivi tempi di 12″45 e 12″47.
3000 metri femminili
Il record del meeting è caduto anche in questa gara, dove uno sprint finale ha visto la burundese Francine Niyonsaba precedere la statunitense Alicia Monson per un solo centesimo di secondo.
Niyonsaba, che ha gareggiato per la prima volta da maggio a causa di un infortunio, ha tagliato il traguardo in 8’26″80 davanti alla Monson, il cui 8’26″81 per il secondo posto ha tolto più di 13 secondi al suo precedente personale.
La keniana Beatrice Chebet si è classificata terza in 8’27″14, mentre la campionessa olimpica olandese dei 5000m e dei 10.000m Sifan Hassan ha mantenuto la calma dopo un inciampo all’inizio della gara e si è piazzata quarta in 8’28″28.
3000 siepi maschili
Il marocchino Soufiane El Bakkali, vincitore del titolo olimpico e mondiale, ha confermato i favori del pronostico e ha vinto facilmente dominando la gara in 8’02″45, con quasi 10 secondi di vantaggio sui suoi avversari più vicini, l’etiope Hailemariyam Amare, secondo in 8’12″07 e il keniano Leonard Bett, terzo in 8’12″08.
L’azzurro Osama Zoghlami è finito in decima posizione con il crono di 8’25″63.
400 metri femminili
Le medaglie mondiali Marileidy Paulino e Sada Williams hanno conquistato i primi due posti con la Paulino, seconda classificata dell’Oregon, che ha vinto in 49″87 e la Williams che ha chiuso al secondo posto in 49″94.
800 metri femminili
Le prime sei classificate sono scese tutte sotto i due minuti, con la vittoria della francese Renelle Lamote, tre volte medaglia d’argento europea, con il tempo di 1’57″84 che ha migliorato il suo precedente personale di 1’57″98.
La statunitense Allie Wilson ha stabilito anche lei il personale con 1’58″09 per il secondo posto davanti alla britannica Jemma Reekie con 1’59″00.
400 ostacoli maschili
Lo statunitense Khallifah Rosser ha vinto la gara che non dava punteggio per la Diamond League in 47″68 davanti ai francesi Wilfried Happio (48″66) e Ludvy Vaillant (48″94).
Staffetta 4×100 femminile
Il programma del meeting si è concluso con un grande applauso quando Ajla Del Ponte, ottima velocista elvetica del Canton Ticino reduce da un anno molto sfortunato per vari infortuni, ha portato la Svizzera alla vittoria in 42″91 davanti a Paesi Bassi e Spagna.
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