Per la 4×400 azzurra ancora record e settimo posto

Chiudono bene i quattro staffettisti del miglio, pur se frenati da un piccolo errore nell'ultimo cambio.

Chiude con grande onore la staffetta maschile del miglio la sua finale olimpica, di fatto l’ultima gara in pista del programma olimpico di questa straordinaria, per i nostri colori, Olimpiade.

Arriva ancora un record italiano, infatti, con Davide Re, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Alessandro Sibilio capaci di correre in 2’58″81, dieci centesimi in meno rispetto al crono della batteria (con posizioni invertite nel quartetto tra Re e Sibilio), ma ciò non basta per scalare posizioni in classifica e andare oltre il settimo posto finale.

La gara è di livello straordinario, come ovvio che sia in un’Olimpiade: vincono gli Stati Uniti (Cherry, Norman, Deadmon, Benjamin) in 2’55″70, davanti all’Olanda (record nazionale portato a 2’57″18) e al Botswana di Isaac Makwala (2’57″27, record africano).

C’è anche un po’ di rammarico per un errore vistoso degli italiani, sull’ultimo cambio, che costa probabilmente 4-5 decimi (sul rettilineo finale, Scotti prova a passare all’interno gli avversari diretti, ma essendo partito da ottavo, si ritrova Alessandro Sibilio sul lato opposto, finendo per fare un incredibile slalom per consegnare il testimone).

Ma la prestazione degli azzurri rimane ottima anche perché tutti si sono ritrovati in finale con diverse prove corse durante tutto il periodo dei Giochi (per Sibilio, la finale della staffetta del miglio, era la quinta gara).

Le dichiarazioni degli azzurri

Davide Re:  “Viviamo emozioni contrastanti perché da un lato siamo felici di aver corso per due volte sotto i 2:59, ma dall’altro siamo rammaricati, e non per non aver ottenuto il podio, perché per farcela si doveva correre intorno a 2:57, ma perché la medaglia l’abbiamo sognata a lungo.

Vladimir Aceti: “Un errore ci sta, non possiamo condannarci per questo.”

Edoardo Scotti: “Ho provato a fare la giocata della vita, ma non è andata. Vedendo i tre avversari davanti a me allargarsi, ho provato a passare all’interno, senza però riuscire a mettermi davanti. Una importante esperienza per il futuro.

Alessandro Sibilio: “Il rammarico c’è, ma forse perché ne abbiamo parlato troppo: prendiamoci il settimo posto e basta, il podio oggi era irraggiungibile.

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