Allyson Felix nella leggenda dell’atletica mondiale

Undicesima medaglia olimpica per la statunitense, il record di sempre nella storia dell'atletica a cinque cerchi.

Meravigliosa, stupefacente, angelica, divina, regale Allyson Felix, la fenomenale atleta statunitense, 36 anni da compiere il prossimo 18 novembre, completa l’impresa della sua quinta partecipazione olimpica e conquista la sua undicesima medaglia, oggi d’oro nella 4×400 femminile, entrando nella leggenda dell’atletica come la vincitrice del più alto numero di podi olimpici nell’atletica.

Sette medaglie d’oro, tre d’argento e un bronzo, qualcosa di fenomenale per un’atleta donna, che ha anche dovuto subire dei problemi di discriminazione in quanto il suo sponsor tecnico le aveva posto delle limitazioni a causa della sua maternità.

Per questo motivo, Allyson negli ultimi tre anni è stata in prima linea nella battaglia per chiedere più garanzie per le atlete incinte e, nel 2019, ha interrotto definitivamente il suo legame con la Nike.

Felix ha avuto una figlia nel 2018. Recentemente ha anche iniziato a disegnare la sua collezione di scarpe da corsa.

La storia di successi dell’atleta statunitense ai Giochi parte da lontano quando conquistò due argenti nel 2004 e 2008, alle Olimpiadi di Atene e Pechino, nei 200 metri.

Ai Giochi cinesi raggiunse anche il gradino più alto del podio nella staffetta 4×400.

La sua prima medaglia d’oro individuale è arrivata a Londra 2012. In quella Olimpiade, la velocista portò a casa altri due ori nella staffetta 4×100 e nella 4×400.

A Rio, andò a medaglia nei 400 metri con un secondo posto. Per poi portare di nuovo a casa due ori nelle due staffette.

Questo sotto il post pubblicato ieri da Allyson dopo la conquista del bronzo nella finale dei 400 metri con una nostra libera traduzione che, forse, con qualche errore rende perfettamente il senso del suo pensiero.

“Penso che questa sia la mia medaglia preferita per via del viaggio che rappresenta. Siete stati tutti in questo viaggio con me e avete visto alcune delle sfide.

Seduta al NICU e ascoltando i monitor di Cammy che suona mentre ha smesso di respirare di nuovo e ho pensato che avremmo potuto perdere di nuovo nostra figlia.

I giorni senza sponsor in cui c’erano così tante voci di dubbio che mi dicevano di andare in pensione.

Ci sono stati giorni che non avrei mai più pensato di poter tornare in forma per gareggiare. Queste sono alcune delle mie lotte, ma so che tutti ne abbiamo passate tante. Grazie a tutti per il sostegno che mi avete dato. Io continuo per la mia strada”.

Per la mera cronaca la vittoria della staffetta statunitense 4×400 femminile è stata senza storia, grazie anche alla presenza delle fenomenali ostacoliste McLaughlin e Muhammad, oltre che dalla medaglia d’oro degli 800 metri Athing Mu per un crono finale di 3’16″85, con la Polonia all’argento (3’20″53, record nazionale) e la Giamaica, terza (3’21″24).

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