Una domenica memorabile di atletica

Una giornata, quella di ieri, di emozioni pazzesche. Riviviamola nel dettaglio di tutto quanto accaduto.

Che giornata memorabile per l’atletica italiana e mondiale allo Stadio Nazionale di Tokyo. Le immagini arrivate dalla capitale nipponica sono state il miglior spot pubblicitario per il nostro amato sport e andranno spedite direttamente a tutte le scuole di atletica per spiegare quanto è bella l’atletica e quanti valori umani sa trasmettere alle nuove generazioni.

Oltre ai trionfi degli splendidi azzurri Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi si è aggiunto l’incredibile record del mondo da 15.67m della cavalletta venezuelana Yulimar Rojas nel salto triplo.

Pochi minuti prima del via dell’attesissima finale dei 100 metri maschili che hanno incoronato Jacobs nuovo re della velocità mondiale, Rojas ha cancellato dopo 26 anni il record del mondo dell’ucraina Inessa Kravets ai Campionati del Mondo di Goteborg 1995.

Yulimar, già vice campionessa olimpica a Rio 2016 alle spalle della colombiana Caterine Ibarguen, aveva già dimostrato di valere il primato del mondo in occasione del meeting di Montecarlo dove aveva prodotto un salto lunghissimo ma nullo.

L’allieva del grande lunghista cubano Ivan Pedroso ha iniziato la finale con un già sensazionale record olimpico di 15.41m al primo tentativo. Nei salti successivi la sudamericana residente a Guadalajara vicino a Madrid ha fatto registrare un salto da 14.53m e un nullo molto lungo, 15.25m, un altro nullo prima dell’impresa da record nell’ultima prova a sua disposizione.

Nelle tre fasi dell’hop, step e jump Rojas ha realizzato le seguenti misure: 5.86m, 3.82m e 5.99m.

Sulla pedana di Tokyo si è respirata l’atmosfera latina dei paesi di lingua spagnola e portoghese.

Yulimar Rojas (foto Colombo/FIDAL)
Yulimar Rojas (foto Colombo/FIDAL)

La campionessa europea indoor Patricia Mamona ha superato la barriera dei 15 metri per la prima volta nella sua carriera stabilendo il primato nazionale con 15.01m. La spagnola Ana Peleteiro ha completato uno straordinario podio vincendo la medaglia di bronzo con il primato nazionale di 14.87m.

Yulimar Rojas: “Ho perso le parole per esprimere cosa provo in questo momento. Vincere la medaglia d’oro con il record del mondo è davvero pazzesco. E’ una notte fantastica. Cercavo il primato del mondo.

Sapevo di avere la distanza nelle gambe oggi. Ho sbagliato qualcosa dal punto di vista tecnico, ma ho dato tutto nell’ultimo tentativo. Ero concentrata a dare il massimo e a divertirmi ed è arrivato il record, che mi rende felice. Devo godermi questo momento e vivere l’esperienza”.

Riviviamo nel dettaglio le altre gare di ieri.

100 metri maschili

Dopo i brividi del salto triplo le emozioni si sono trasferite sul rettilineo dei 100 metri nel momento della presentazione show degli otto sprinter più veloci del pianeta: su di loro si sono spente le luci dello Stadio Nazionale.

Tra questi c’era anche un velocista azzurro di nome Marcell Lamont Jacobs. Mai un italiano (neanche il leggendario Pietro Mennea) era riuscito nell’impresa di raggiungere la finale olimpica dei 100 metri. Jacobs ha regalato all’Italia un oro sensazionale con il record europeo di 9”80, curiosamente lo stesso risultato realizzato da Usain Bolt in occasione della vittoria nella finale olimpica di Rio de Janeiro 2016.

Era dal trionfo di Mennea a Mosca 1980 sui 200 metri che uno sprinter italiano non vinceva la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Dal punto di vista statistico il 9”80 è il crono più veloce mai realizzato alle Olimpiadi da un velocista non statunitense o giamaicano.

Jacobs aveva dimostrato di poter valere questo risultato correndo in semifinale in 9”84, che ha cancellato il record europeo di due grandi dello sprint europeo come Francis Obikwelu e Jimmy Vicaut, che erano in cima alle liste continentali con 9”86.

Marcell Jacobs (foto Andrew Boyers)
Marcell Jacobs (foto Andrew Boyers)

Davvero straordinario il 9”84 di Fred Kerley, che solo due anni fa vinse il bronzo sui 400 metri ai Mondiali di Doha. Applausi per il bronzo del canadese André De Grasse, terzo con il personale di 9”89 esattamente come cinque anni fa a Rio de Janeiro nella gara vinta da Bolt davanti a Gatlin.

L’ex cestista canadese vanta anche l’argento sui 200m e il bronzo nella 4×100 nelle olimpiadi brasiliane.

Akani Simbine è ancora quarto come a Rio in 9”90. Tutti i finalisti sono scesi sotto i dieci secondi. Ronnie Baker è andato al di sotto dei 10 secondi piazzandosi al quinto posto in 9”95 davanti a Su Bingtian (9”98).

Nelle altre semifinali Kerley si è imposto in 9”96 precedendo di due centesimi di secondo De Grasse. Il campione europeo Zharnell Hughes si è imposto nella seconda semifinale con il personale stagionale di 9”98 superando di due centesimi di secondo il nigeriano Enoch Adegoke.

In questa semifinale Filippo Tortu ha realizzato il suo secondo miglior tempo stagionale con 10”16 dopo il 10”10 della batteria. L’Italia può davvero sognare aspettando la staffetta 4×100.

Filippo Tortu (foto FIDAL/Colombo)
Filippo Tortu (foto FIDAL/Colombo)

Finale del salto in alto maschile

L’atletica italiana ha celebrato il suo Super Sunday con due ori in pochi minuti. Come la Gran Bretagna quando vinse il triplo oro in meno di un’ora con Jessica Ennis Hill, Greg Rutherford e Mo Farah nelle Olimpiadi di Londra del 2012.

E’ stato bello vedere Gimbo Tamberi e Mutaz Barshim condividere la medaglia d’oro a pari merito con 2.37m nel segno di un’amicizia cementata in ore condivise sulle pedane di tutto il mondo. Entrambi hanno superato tutte le misure al primo tentativo fino a 2.37m prima di commettere tre errori a 2.39.

Hanno deciso di rinunciare allo spareggio (che gli anglosassoni chiamano jump-off). Tamberi riporta il salto in alto italiano sul gradino più alto del podio delle Olimpiadi 41 anni dopo il trionfo di Sara Simeoni a Mosca 1980.

Entrambi sono tornati più forti di prima dopo due infortuni gravi molto simili al legamento della caviglia. Gimbo si infortunò durante il tentativo a 2.41m a Montecarlo dopo aver realizzato il primato italiano a Montecarlo nel 2016.

Gianmarco Tamberi (foto Colombo/FIDAL)
Gianmarco Tamberi (foto Colombo/FIDAL)

Barshim si ruppe il legamento della caviglia a Szekesfehrvar durante un tentativo a 2.46m. Barshim andò a bussare alla porta per consolare Gimbo dopo che il saltatore marchigiano aveva fatto tre nulli a Parigi. La finale olimpica di Tokyo è stata paragonata da molti ad un film a lieto fine iniziato con l’infortunio di Montecarlo e concluso con la gioia più grande che uno sportivo può sognare.

Barshim salta con uno stile elegante. Per il suo fisico magro e slanciato è stato soprannominato il “fuscello” del Qatar. E’ un campione di straordinaria simpatia che regala sempre conferenze stampa divertenti.

Il bielorusso Maksim Nedasekau ha superato 2.24m, 2.27m, 2.30m e 2.33m al primo tentativo ma ha commesso un errore a 2.35m. Con le spalle al muro il campione europeo indoor ha reagito superando 2.37m al primo tentativo aggiudicandosi uno splendido bronzo. E’ stata una finale di contenuti strepitosi con dieci atleti oltre i 2.30m.

Il coreano Sanghyeok Woo ha sorpreso con un eccellente record nazionale di 2.35m precedendo per un numero minore di errori l’australiano Brandon Starc. Mikail Akimenko ha eguagliato il suo personale stagionale con 2.33m chiudendo al sesto posto con la stessa misura ma davanti a “Mr Jumps” Ju’Vaughn Harrison.

Tamberi ha portato in pista il gesso dell’operazione alla caviglia con la scritta “Road to Tokyo”.

Mutaz Barshim: “Due ori sono meglio di una. E’ straordinario. E’ un sogno dal quale non voglio svegliarmi. Ho aspettato cinque lunghi anni dopo tanti problemi. Sono qui a condividere questo momento con Gimbo dopo tanti sacrifici. Nel salto in alto è possibile saltare grandi misure e non riuscire più a camminare qualche minuto dopo.

Finale getto del peso femminile

La cinese Gong Lijao ha completato la sua collezione di medaglie olimpiche nel getto del peso femminile con il primato personale di 20.58m dopo l’argento di Londra 2012 e il bronzo di Pechino 2008. Inoltre Gong si è classificata quarta alle Olimpiadi di Rio 2016 e ha vinto due titoli mondiali a Londra 2017 e Doha 2019.

Gong Lijao: “Ero molto nervosa nei primi tre lanci ma dopo mi sono rilassata e ho realizzato i miei migliori risultati. Volevo superare i 20 metri. Ho stabilito due record personali con 20.53m e 20.58m. L’oro non è solo per me ma anche per il mio paese e per la gente che mi ha sostenuto.”

Gong Lijao (foto Colombo/FIDAL)
Gong Lijao (foto Colombo/FIDAL)

Raven Saunders ha conquistato la medaglia d’argento con 19.79m. L’estroversa atleta statunitense si è presentata con la maschera da Hulk.

Ravan Saunders: “Essere in grado di vincere la medaglia e di ispirare così tante persone all’interno della Comunità afro americana è stato molto emozionante. Spero di continuare ad ispirare e motivare”.

L’altra veterana Valerie Adams è salita per la quarta volta sul podio olimpico vincendo il bronzo con 19.62m dopo gli ori di Pechino 2008 e Londra 2012 e l’argento di Rio 2016. La neozelandese è la prima pesista della storia a raggiungere cinque finali olimpiche. E’ stata la sua prima grande medaglia dopo la doppia maternità.

Valerie Adams: “La sensazione di vincere una medaglia di bronzo è stata la stessa di quando conquistai l’oro. Ho dimostrato che si può essere mamma e atleta di grande livello allo stesso tempo”.

Semifinali 400 ostacoli

Nella prima sfida stagionale Karsten Warholm ha vinto la semifinale in 47”30 battendo di sette centesimi Raj Benjamin.

Yasmani Copello è sceso sotto i 48 secondi con 47”88 precedendo all’irlandese Thomas Barr (48”26). L’appuntamento con la sfida per l’oro tra il vichingo di Norvegia e lo statunitense originario di Antigua e Barbuda è per la mattina giapponese (notte italiana) del 4 Agosto.

Tra i finalisti ci sarà anche il giovane studente d’ingegneria Alessandro Sibilio, che è diventato il primo azzurro a raggiungere la finale olimpica da Sydney 2000 quando Fabrizio Mori si piazzò al settimo posto.

Il giovane napoletano delle Fiamme Gialle ma cresciuto nella Riccardi Milano è sceso per la seconda volta sotto i 48 secondi con 47”93 diventando il secondo italiano della storia dopo il suo idolo Mori ad infrangere la barriera dei 48 secondi. L’allievo di Giampaolo Ciappa si è classificato terzo dietro al brasiliano Alison Dos Santos (47”31) e al bronzo mondiale Abderrahman Samba (47”47).

Semifinali 100 ostacoli femminili

La portoricana Jasmine Camacho Quinn ha battuto il record nazionale e il primato olimpico con uno strepitoso 12”26 arrivando a sei centesimi di secondo dal record del mondo di Kendra Harrison. La giamaicana Brittany Anderson ha demolito il personale con 12”40 precedendo nell’altra semifinale Kendra Harrison (12”51).

In questa semifinale una straordinaria Luminosa Bogliolo ha battuto di un centesimo di secondo il record italiano di Veronica Borsi con un eccellente 12”75.

Qualificazioni del lancio del martello femminile

Sara Fantini è entrata nella finale del lancio del martello con 71.68m, dodicesima e ultima misura utile per la qualificazione alla gara che assegnerà il titolo olimpico Martedì 3 Agosto alle 13.35.

L’atleta parmigiana allenata da Marinella Vaccari ha fatto registrare la misura della qualificazione al primo tentativo seguita da due lanci da 69.26m e 69.27m nella caldissima mattinata giapponese (quasi 40° C in pedana).

La campionessa olimpica in carica Anita Wlodarzcyk ha realizzato la miglior misura delle qualificazioni con 76.99m (tre metri e mezzo oltre la misura richiesta per l’ammissione alla finale).

La figlia d’arte dell’ex pesista Corrado Fantini riporta l’Italia in una finale olimpica di lancio del martello femminile 13 anni dopo il settimo posto di Clarissa Claretti alle Olimpiadi di Pechino 2008.

Semifinali 800 metri

Il bronzo mondiale Ferguson Rotich ha stabilito il miglior tempo con 1’44”04 nella terza semifinale superando Amel Tuka (ancora qualificato per una finale di una grande rassegna con 1’44”53) e Elliot Giles (1’44”74).

Nell’altra semifinale l’australiano di origini africane Peter Bol ha battuto il primato dell’Oceania con 1’44”11 superando il vincitore dei Trials statunitensi Clayton Murphy (1’44”18). Il campione europeo indoor Patrick Dobek si è aggiudicato la prima semifinale con 1’44”60 precedendo il keniano Emmanuel Korir (1’44”74).

Batterie 3000 siepi femminili

Winfred Yavi del Barhein ha stabilito il miglior tempo di sempre per una batteria olimpica con 9’10”80 battendo Peruth Chemutai (9’12”72) e Emma Coburn (9’16”81). Le altre due batterie sono state vinte da Courtney Frerichs (9’19”34) e Hyvin Kyeng (9’23”17).

Qualificazioni salto in lungo femminile

La serba Ivana Spanovic ha realizzato la migliore prestazione della qualificazione con 7.00m precedendo le altre candidate alle medaglie Malaika Mihambo (6.98mm), Brittney Reese (6.86m) e Tara Davis (6.85m).

Batterie 400 metri maschili

Lo statunitense Michael Cherry ha realizzato il tempo più veloce delle batterie dei 400 metri con 44”82. Il botswano Isaac Makwala ha vinto la prima batteria in 44”87 (secondo miglior tempo) precedendo il campione olimpico di Londra 2012 Kirani James (45”09) e il belga Jonathan Sacoor (45”41).

Il campione mondiale di Doha 2019 Steven Gardiner si è aggiudicato la quinta batteria in 45”09 davanti al trinidegno Deon Lendore (45”14).

Da sottolineare anche il successo a sorpresa dell’arabo Mazen Moutan Al Yassin nella seconda batteria con il record personale di 45”16 davanti al belga Kevin Borlée (45”36) e al campione europeo under 23 Ricky Petrucciani (45”64).

Davide Re si è qualificato per ripescaggio con il quinto posto nella sua batteria in un buon 45”46 in nona corsia. Il primatista italiano è stato preceduto dal colombiano Anthony Zambrano (vincitore in 44”87), dall’australiano Steven Solomon (44”94), dal campione olimpico e primatista mondiale Wayde Van Niekerk (45”25) e dal botswano Leungo Scotch (45”32).

Edoardo Scotti si è piazzato al quarto posto in un buon 45”71 arrivando a tre centesimi dal primato stagionale ma non è bastato per superare il turno. Il vincitore del Golden Gala dell’anno scorso è stato preceduto dall’olandese Liemarvin Bonevacia (44”95), dallo statunitense Michael Norman (45”35) e dal trinidegno Machel Cedenio (45”56).

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