Qualche giorno dopo la diramazione dei 76 convocati per le Olimpiadi di Tokyo, colui che di fatto le si è assunto la responsabilità di farle, il Direttore Tecnico delle squadre azzurre Antonio La Torre, ha fatto alcuni commenti ufficiali sul sito federale e anche qualche chiarimento in merito a delle piccole, scontate, polemiche apparse da qualche parte su alcune scelte, specie riguardo la composizione delle staffette.
Tralasciando, come è nostra abitudine, le risposte di La Torre alle polemiche, ci piace invece evidenziare i passaggi fondamentali delle sue dichiarazioni cominciando dalla parte fondamentale, lo spirito che deve essere alla base di ogni partecipante, vale a dire che partire per il Giappone non è nulla a confronto di quanto dovrà essere fatto lì.
Ai ragazzi dico: essere arrivati a Tokyo non è un traguardo. Il traguardo è fare un passo in avanti rispetto a ciò che si è fatto finora”. Dove non basta il 100% ma serve qualcosa in più: “Non andiamo a fare shopping al villaggio olimpico. Ognuno dovrà andare a Tokyo sapendo di aver meritato la convocazione, con fatica e impegno, in questo periodo difficile caratterizzato dalla pandemia. Ma bisogna andarci con la giusta concentrazione, senza sentirsi appagati. Senza accontentarsi. E senza farsi bruciare dal contesto. Da tutta la spedizione mi aspetto che ci si esprima a testa alta, consapevoli che l’élite del mondo è ancora parecchio avanti ma che nel frattempo siamo cresciuti anche noi, ed è cresciuta la consapevolezza nelle nostre potenzialità.
Poi Antonio ha voluto anche guardare al futuro che, a livello olimpico, è anche meno lontano del solito.
Oltre il 60% dei convocati (47 su 76) a Parigi 2024 avrà meno di trent’anni, quindi da Tokyo può cominciare un triennio decisamente interessante. In questi anni abbiamo lavorato per far crescere il valore complessivo dell’atletica italiana e far sì che il maggior numero di atleti e atlete potesse guadagnare lo standard di qualificazione. E il numero così importante è anche figlio della scelta di puntare forte sulle staffette, che da sole aggiungono venti atleti. Il Consiglio Federale ha deciso all’unanimità di portare ai Giochi tutti gli atleti che ne hanno maturato il diritto: la direzione tecnica ha preso atto e recepito questa scelta, e cercherà di fare tutto il possibile, in questi giorni che mancano, per accompagnare i 76 alle Olimpiadi al meglio della loro condizione. Questo è il nostro mestiere. Però bisogna fare i conti con il contesto internazionale e abbiamo sempre raccomandato molto realismo e prudenza. Basti guardare non soltanto i risultati dei Trials americani ma anche quanto sta accadendo in Diamond League. Servirà equilibrio nel valutare e contestualizzare le prestazioni di ognuno.
Poi la doverosa citazione degli atleti da cui si aspetta di più, per titoli già conquistati, esperienza internazionale e stato di forma attuale.
Gimbo Tamberi leader indiscusso della nostra squadra, Marcell Jacobs vuole, e può, fare a spallate con gli sprinter americani, e non dimentichiamo la classe di Filippo Tortu finalista mondiale a Doha. La staffetta maschile 4x100 ha grandi potenzialità e con tutti i quartetti lotteremo. Dal Molin è l’esempio di chi non si è mai arreso, Yeman Crippa sogna il capolavoro di una doppia finale, Fabbri l’ha mancata per un solo centimetro a Doha. Per quanto riguarda la strada, Giorgi e Palmisano hanno saputo regalarci il meglio negli ultimi anni a livello internazionale. Mi aspetto una prova caparbia da Stano e un Faniel protagonista in maratona pur in un contesto difficilissimo. Ma al di là delle punte, vorrei che l’energia mostrata in questi due anni dagli azzurri si manifesti con forza a Tokyo, da parte di tutti, e attendo grandi prove di carattere da un nutrito contingente di giovani, già a buoni livelli, da Dallavalle a Battocletti, da Sibilio a Scotti, fino a Sabbatini, tutti in partenza per gli Europei under 23 in funzione olimpica. Che non sia soltanto un’Olimpiade dove fare esperienza, ma qualcosa in più: questo è l’auspicio.
Infine qualche parola anche sugli atleti, 3 in particolare che, per un motivo o per un altro avrebbero potuto essere a rischio per la convocazione nonostante avessero i requisiti e, invece, sono stati inseriti.
Entro il 15 luglio verificheremo con tranquillità e lealtà se Stecchi può far parte dell’avventura di Tokyo. Sta facendo di tutto per arrivare in condizione ed essere performante: lo aspettiamo. Rachik? Per la Federazione è convocato. Sottile? Spero che a Tokyo si riaccenda il suo talento.