McLaughlin demolisce il suo record del mondo nei 400 H femminili: 51″46

Altra impresa disumana nel giro di pista con ostacoli

Ancora un’impresa sensazionale, mostruosa, fantascientifica, nei 400 ostacoli, un giorno dopo quella del norvegese Warholm, questa volta al femminile grazie alla statunitense Sydney McLaughlin che conquista l’oro olimpico con il crono di 51″46, quasi mezzo secondo in meno del già suo primato mondiale di 51″90 realizzato nel corso dei Trials Olimpici Statunitensi, nel fine giugno scorso.

Una prestazione sconvolgente, da un punto di vista tecnico ancor più sensazionale di quella già disumana di Warholm perché un simile tempo, giusto per dare un’idea, avrebbe consentito una facile vittoria nel campionato italiano assoluto dei 400 piani e, giusto per parlare delle Olimpiadi in corso, sarebbe valso il passaggio alle semifinali e invece, la McLaughlin ha dovuto anche saltare ben 10 ostacoli di 0,762 m.

Ma, come del resto ieri nella finale maschile, incredibile risultato anche della seconda classificata, l’altra statunitense Dalilah Muhammad, campionessa del mondo di Doha 2019, che chiude in 51″58, anche lei nettamente al di sotto del vecchio record con tutto quanto già detto, dopo aver comandato la gara almeno fino all’ultima barriera.

Il sorpasso della McLaughlin avviene infatti negli ultimi 40 metri, corsi con maggiore freschezza rispetto alla Muhammad, in una gara diversa da quella maschile dove invece il norvegese campione olimpico aveva condotto in testa per tutti i 400 metri, resistendo all’attacco finale di Rai Benjamin.

Straordinario ovviamente anche il crono della terza classificata, l’olandese Femke Bol, che demolisce il record europeo di 52″34 dellla russa Yulia Pechonkina (agosto del 2003) con 52″03, sei centesimi meno del crono con cui Alice Mangione ha vinto quest’anno gli assoluti di Rovereto.

Finisce in semifinale, con grande onore, l’avventura olimpica di Paolo Dal Molin nei 110 ostacoli con una semifinale corsa in 13″40 e finale olimpica che resta un sogno.

Come Paolo aveva detto ieri per riuscirci avrebbe dovuto, oggi, correre intorno al suo primato italiano di 13″27 e, infatti, l’ultimo tempo utile è stato quello del britannico Andrew Pozzi, con 13″32.

La gara dell’azzurro, peraltro, era iniziata benissimo con il solito ottimo tempo di reazione allo sparo, (0.133 ), ma il vantaggio acquisito su tutti gli avversari viene meno con il passare dei metri e ai 50 circa, complice anche qualche contatto con le barriere, l’equilibrio è ristabilito e, alla fine, un onorevole quarto posto che non basta.

Paolo Dal Molin (foto Colombo/FIDAL)
Paolo Dal Molin (foto Colombo/FIDAL)

Le dichiarazioni amare di Dal Molin dopo la gara: “Per me è un fallimento perché so di essere in ottime condizioni, e avrei potuto ottenere la finale. Ci tenevo, mi fa male, sono davvero addolorato“.

Intorno all’ora di pranzo italiana, nella serata giapponese, 12,00 (19,00 locali), nella prima semifinale dei 1500 metriGaia Sabbatini tenterà l’impresa della sua pur giovane carriera agonistica, il raggiungimento della finale olimpica che, sulla carta appare praticamente impossibile ma, conoscendo la grinta dell’azzurra, siamo certi che tenterà di tutto per ottenere questo risultato.

Gaia Sabbatini (foto Colombo/FIDAL)
Gaia Sabbatini (foto Colombo/FIDAL)

Nella notte italiana sono state anche diramate le formazioni delle staffette veloci che domani mattina, la notte italiana, vedranno ancora in pista, su tutti, il campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs.

Il Direttore Tecnico delle squadre nazionali Antonio La Torre, con il supporto del responsabile dello sprint Filippo Di Mulo, ha definito il quartetto che correrà alle 4,30 italiane (le 11,30 locali) con nell’ordine, Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu.

L’Italia correrà nella seconda batteria (ore 4,39), in settima corsia, insieme, tra le altre, a Canada, Stati Uniti, Cina e Germania e si qualificano per la finale le prime tre, più i due migliori tempi delle due semifinali.

Il quartetto azzurro può però contare su ben due atleti con personali sotto i 10 netti, Tortu e Jacobs, un ottimo duecentometrista quale Desalu e un giovane quale Patta in grandissima crescita agonistica quest’anno.

L’ultima volta che la staffetta maschile 4×100 ottenne una finale olimpica fu nel 2000, a Sydney, con la squadra composta da Francesco Scuderi, Alessandro Cavallaro, Maurizio Checcucci e Andrea Colombo.

Definito anche il quartetto della staffetta 4×100 donne, reduce da due stagioni maiuscole e nel ricordo del settimo posto assoluto dei mondiali di Doha 2019.

Il compito di domani è ancor più complicato nella batteria che si correrà alle ore 3,00 italiane, le 10,00 locali) con l’Italia, con quartetto composto da Irene Siragusa, Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana, che avrà la seconda corsia trovando davanti a sé, nell’ordine, tra le altre, Giappone, Olanda, Stati Uniti, Gran Bretagna, Giamaica.

Anche in questo caso, il passaggio del turno è garantito dai primi tre posti in batteria e dai due migliori tempi nel computo complessivo.

L’ultima volta di una staffetta veloce azzurra femminile in finale alle Olimpiadi risale addirittura alle Olimpiadi Italiane di Roma 1960, con il quartetto composto da Letizia Bertoni, Sandra Valenti, Piera Tizzoni e Giuseppina Leone, classificatosi poi quinto.

4x100 femminile (Chorzow-foto Colombo/FIDAL)
Squadra azzurra 4×100 femminile (Chorzow-foto Colombo/FIDAL)

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