Le Olimpiadi dell’abbondanza

Ormai definita la più numerosa spedizione dell'Atletica per un'Olimpiade.

Sarà dunque di 76 elementi la squadra azzurra di Atletica che volerà alla volta del Giappone per i Giochi della XXXII Olimpiade, 41 uomini e 35 donne che rappresenteranno con il massimo dell’entusiasmo i colori azzurri, in quella che da sempre è la madre di tutte le competizioni del mondo.

Le convocazioni sono state ufficialmente diramate ieri dal Direttore Tecnico della Nazionale, Antonio La Torre a cui abbiamo dedicato la foto di copertina, sia pur con mascherina, insieme al Presidente Stefano Mei nel contesto della bella prestazione azzurra ai campionati europei a squadre di Chorzow, a fine maggio.

Come già detto sarà la più numerosa spedizione nell’ambito di questo sport, anche grazie anche al fatto che tutte e cinque le staffette italiane si siano qualificate, ma pure in considerazione della decisione presa, da parte del Consiglio Federale, di portare ai Giochi qualsiasi atleta avesse i requisiti per accedervi, anche se magari avesse ottenuto il minimo in un periodo molto antecedente quale poteva essere il secondo semestre del 2019.

Decisione quest’ultima apprezzabile perché portare un’atleta a un Olimpiade è sempre un premio enorme anche se ci permettiamo di dire che, a parte la defezione di Larissa Iapichino, per un malaugurato infortunio dell’ultima ora, la maratoneta Sara Dossena ha spontaneamente rinunciato a partecipare non sentendosi all’altezza di rappresentare i colori azzurri in modo adeguato, e di fatto ha lasciato un posto libero a qualche altra atleta nel mondo.

Insomma forse qualcun altro poteva fare questo simile gesto, ma capiamo anche che un’Olimpiade è un’occasione difficile da rinunciare, per cui ancora una volta grande onore al coraggio della maratoneta azzurra che l’ha fatto.

Alcune delle dichiarazioni di Stefano Mei

Il Consiglio federale ha scelto all’unanimità di dare a tutti gli atleti che hanno maturato il diritto di essere all’Olimpiade, la possibilità di esserci. Un fatto non banale, una scelta che considero di campo, a sostegno degli atleti e del loro impegno, del lavoro dei tecnici, delle società, che hanno sofferto molto nella pandemia, come tutto il Paese, del resto, e meritano di veder riconosciuto tutto questo.

L’azzurro in campo a Tokyo sarà un segnale di speranza, di fiducia nel futuro dell’Italia, sprone per le successive generazioni ad impegnarsi per riuscire nello sport.

Credo molto in questo messaggio, e non dimentico quello che l’atletica ha fatto nel periodo più difficile della pandemia, a supporto di tutto il Paese: per la sua natura di disciplina individuale che si svolge all’aria aperta, l’atletica non ha mai chiuso, supplendo alle difficoltà di tutto lo sport, e restituendo un servizio sociale di valore inestimabile”.

Sono perfettamente cosciente del fatto che non tutti gli azzurri potranno ottenere risultati da prima pagina, ma sono altrettanto certo che l’impegno di tutti sarà massimo, esattamente come avvenuto nel corso del 2021″.

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