Sha’Carri Richardson salta i Giochi Olimpici

Trovate tracce di cannabis nelle urine della vincitrice dei Trials Statunitensi nei 100 metri

Quasi tutti le definiscono clamorose notizie, per noi sinceramente sono solo molto tristi, comunque la si vogli pensare, perché un test antidoping fallito significa per un atleta un danno gravissimo che pregiudica mesi e mesi di sacrifici.

Sha’Carri Richardson è il nuovo fenomeno della velocità statunitense e, dopo una stagione saltante, si era confermata vincendo i fatidici Trials Olimpici Statunitensi, nei 100 metri, e qualificandosi dunque per i Giochi a Cinque Cerchi con anche grandi ambizioni di vittoria finale.

La 21enne sprinter quest’anno ha corso i 100 in 10″72 e i 200 in 22″11 ma, ai Trials, ha preferito concentrarsi solo sulla distanza più breve, vincendo agevolmente il titolo statunitense in 10″86 controvento di -1.0, dopo aver corso la semifinale in 10″64 con +2,6.

Nel pomeriggio di oggi, però, l’agenzia americana antidoping (Usada) ha comunicato che Richardson ha accettato una sanzione di un mese di squalifica, a partire dal 28 giugno fino al 27 luglio, in quanto da un test antidoping fatto sono state trovate tracce di cannabis, in pratica l’atleta si è fatta uno “spinello”.

Le dichiarazioni in merito di Richardson: “Mi assumo la responsabilità delle mie azioni. So cosa ho fatto. So cosa dovrei fare e ho comunque preso io quella decisione. Non giudicatemi perché sono umana. Pochi giorni prima della gara era morta la mia madre biologica. Non sto cercando una scusa o alcuna empatia per il mio caso, ma questa cosa ha avuto un effetto molto pesante per me”.

La cannabis (il cui consumo è legale in metà degli stati Usa) è proibita dal regolamento antidoping della Wada solo se rilevata al termine di una competizione e, infatti, il test è stato fatto dopo la vittoriosa finale di Eugene che, di conseguenza, è stata annullata.

E’ bene ricordare a tal proposito come le pene, per tali violazioni, siano state ridimensionate recentemente: da un mese (in caso di adesione a un programma di riabilitazione) a un massimo di tre mesi di sospensione.

In teoria la velocista, che ha subito ammesso la colpa e collaborato, potrebbe essere ancora convocata per la staffetta 4×100 ma quel che è certo è che Jenna Prandini, quarta ai Trials, ha già ricevuto l’avviso di partecipazione alla gara individuale dei 100 metri di Tokyo, che sarà peraltro doppiata da quella dei 200 a cui si era qualificata direttamente.

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