Tamberi ma non solo per un ottimo inizio

Brillante esordio degli azzurri nella prima mattinata dell'Atletica

Brillante e promettente inizio degli atleti azzurri che hanno gareggiato nella mattinata giapponese del primo giorno del programma di atletica delle Olimpiadi di Tokyo.

Dei 10 italiani impegnati, infatti, ben 6 hanno superato il loro turno a cominciare dal più atteso, Gianmarco Tamberi che ha ottenuto l’auspicata qualificazione per la finale che si terrà il 1 agosto alle ore 12,10 italiane (19,10 locali), ma ottima conferma anche dai 3 specialisti dei 3000 siepi, con l’accesso di due di loro, Ahmed Abdelwahed e Ala Zoghlami, alla gara decisiva che si correrà lunedì 2 agosto alle 14,15 ( 21,15 del Giappone).

Nelle prove di qualificazione alle semifinali delle corse da segnalare invece il passaggio del turno, abbastanza scontato, di Alessandro Sibilio nei 400 ostacoli, mentre non così facilmente prevedibile era quello di Anna Bongiorni nei 100 femminili e di Elena Bellò negli 800, che hanno veramente dato il massimo delle loro possibilità per ottenere un prestigioso traguardo.

Non ce l’hanno fatta invece, e la loro esperienza olimpica si ferma oggi, l’altra sprinter azzurra Vittoria Fontana, il discobolo Giovanni Faloci, il saltatore in alto Stefano Sottile e Osama Zohglami, alla vigilia anche più accredito del gemello Ala per un posto nella finale dei 3000 siepi, ma eliminato per una manciata di secondi dalla possibilità di far raggiungere all’Italia una fantastica tripletta.

Vediamo, dunque, gara per gara quanto accaduto poche ore fa con anche le dichiarazioni dei nostri protagonisti.

Salto in alto uomini

Gimbo Tamberi centra l’appuntamento con l’agognata finale olimpica, superando i 2,28 (al secondo tentativo a disposizione) utili per entrare tra i primi dodici.

Alla fine sono tredici che superano tale quota e che si contenderanno il titolo con l’azzurro che non ama le gare al mattino ma si fa valere con autorità superando l’asticella senza errori a 2,17, 2,21 e 2,25, per poi fare un solo errore alla misura conclusiva.

Fanno percorso netto solo il qatarino Barshim, il canadese Lovett, e nell’altro gruppo, il russo Akimenko (mentre il bielorusso Nedasekau, uno dei favoriti per il podio, spende tutti e tre i salti per superare i 2,25, e due a quota 2,28).

Si ferma praticamente subito Stefano Sottile, che chiude con 2,17 e la rinuncia dopo due errori a 2,21 per un problema muscolare alla gamba di stacco.

Le dichiarazioni di Gimbo: “Oggi l’obiettivo era entrare in finale ma ammetto che speravo di ottenere in pedana dei riscontri diversi. So di stare molto bene, che posso saltare molto alto, ma oggi purtroppo non sono riuscito ad ottenere quello che mi auguravo.

Ora rivedremo i salti, analizzeremo ciò che non è andato bene, e cercheremo di modificare qualcosa in vista della finale.

In pedana mi sono detto: mamma mia che schifo! Dal primo all’ultimo salto non ho fatto quello che avrei dovuto. Oggi volevo andare in finale e ottenere un salto buono; il secondo obiettivo non è stato raggiunto, anche per l’avvicinamento verso le Olimpiadi, che è stato terribile; non parlo degli ultimi 20 giorni, ma dell’estate che ho vissuto, saltando male praticamente sempre.

Ma, ripeto, so di poter saltare molto alto, non voglio nemmeno pensare troppo agli errori, devo solo far bene. Probabilmente quando corro veramente forte, in gara, non riesco a star dietro al salto“.

3000 siepi uomini

Due azzurri nella finale olimpica, e potevano essere tre, a rinverdire la grande tradizione italiana di questa specialità.

Ce la fanno Ahmed Abdelwahed (con qualificazione diretta, terzo nella seconda batteria) e Ala Zoghlami, oltretutto con il personale di 8’14″06, mentre Ahmed ottiene il secondo crono della sua carriera, 8’12″71 che fa molto ben sperare per l’atto conclusivo.

Eliminato veramente per un soffio Osama Zoghlami, 8’19″51, battuto nello sprint per il terzo e ultimo biglietto d’accesso alla finale dal francese Philut, quando ormai si era a un passo dal clamoroso en-plein.

Le dichiarazioni di Abdelwahed: “Sono partito con calma perché io sono come un diesel, ho bisogno di carburare, e ho visto nelle ultime gare internazionali che partire un po’ più accorto mi aiuta. Poi, ai 300, sono andato in testa, e tutto è andato per il meglio.

Sono felicissimo, lo ammetto, sapere di tanta gente che si è alzata nella notte per tifare per me mi ha dato una grande carica. La finale è per loro, e per i miei genitori, che sono la mia forza: non seguono l’atletica, ma il loro amore arriva sempre. Ho avuto parecchi intoppi, nel corso degli anni, ma mi è servito per maturare, per diventare l’atleta che sono oggi.

Le siepi? Mi servono per mantenere l’attenzione, altrimenti in gara mi addormento. Anche mio fratello è un giovanissimo siepista, ce l’abbiamo dentro, evidentemente”.

L’ultimo italiano che era riuscito ad accedere ad una finale olimpica, in tale specialità, era stato Yuri Floriani, a Londra 2012 e, per arrivare all’ultima volta con due azzurri, bisogna andare indietro fino ad Atlanta 1996, quando Alessandro Lambruschini centrò il bronzo, e Angelo Carosi fu nono.

Ala Zoghlami (foto Colombo/FIDAL)
Ala Zoghlami (foto Colombo/FIDAL)

100 metri donne

Grande prova di Anna Bongiorni, il cui 11″35 (vento – 0.4) vale il terzo posto e l’accesso diretto alle semifinali olimpiche dei 100 metri, grazie anche ad un’eccellente fase lanciata.

Niente da fare per Vittoria Fontana, invece, autrice di una partenza poco brillante che ne ha condizionato tutta la prova e alla fine un crono di 11″53 che non rispecchia il suo reale valore.

Anna Bongiorni (foto Colombo/FIDAL)
Anna Bongiorni (foto Colombo/FIDAL)

400 ostacoli uomini

Disco verde e promozione diretta alla semifinale anche per Alessandro Sibilio, reduce dall’oro europeo Under 23 conquistato a Tallinn.

Forse un po’ di emozione per l’azzurro al cospetto del fenomenale norvegese Karsten Warholm, la superstar della specialità ma, alla fine, un eccellente 49″11 mattutino, malgrado un avvio ancor più prudente del solito.

Le impressioni di Alessandro dopo la gara: “Sì, un po’ di emozione c’è stata ma comunque, anche senza, non sarei partito molto più veloce di come ho fatto.

I miei avversari hanno pagato, mentre io so di poter dire la mia se distribuisco con più attenzione. In ogni caso, domani per passare dovremo fare l’impresa: ci vuole il cuore, la testa, le gambe, ma anche un po’ di fortuna.

Bisognerà partire sicuramente più veloci, ma senza strafare. Ho provato a sentirmi come fossi ad una gara regionale, per non sentire troppo il peso dei Giochi. Warholm? Spero di incrociarlo ancora in semifinale, è come una specie di treno, spinge tutti a migliorarsi”.

Alessandro Sibilio (foto Colombo/FIDAL)
Alessandro Sibilio (foto Colombo/FIDAL)

Domenica sera (alle 14.05 italiane, le 21.05 giapponesi) per Sibilio sarà un appuntamento con la storia, per tentare l’impresa difficile, ma non impossibile, di raggiungere la finale

800 metri donne

Molto bene Elena Bellò, che dimostra ancora una volta di essere cresciuta e di saper affrontare, con intelligenza tattica, le prove cosiddette “di campionato”.

L’azzurra è nella sesta batteria, e valutato l’andamento troppo lento della corsa, sceglie di andare a condurre, passando ai 400 in un sollecito 59″51, per poi cedere un po’ nella parte conclusiva ma ottenendo il passaggio del turno con un buon 2’01″07.

Le parole di Elena: “Speravo di chiudere un po’ meglio ma non importa, contava solo passare il turno. Ho scelto di andare in testa perché sapevo che con un crono intorno ai 2:01 avrei ottenuto la promozione, e così è stato.

Sono sicura di me, con un ritmo regolare, senza cambi di ritmo, riesco ad andare meglio; per andare davvero bene, però, spero domani in un grande tempo”.

Elena Bellò (foto Colombo/FIDAL)
Elena Bellò (foto Colombo/FIDAL)

La semifinale domani sera alle 13,50 italiane.

Disco uomini

Niente da fare per Giovanni Faloci, purtroppo finito lontano dallo scintillante primato personale di 67,36 realizzato quest’anno.

Il 57,33 realizzato a Tokyo (unica misura valida, dopo due nulli) vale il quattordicesimo posto nel gruppo, e purtroppo solo il ventinovesimo complessivo.

Giovanni Faloci (foto Colombo/FIDAL)
Giovanni Faloci (foto Colombo/FIDAL)

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