Zane Weir, l’italo sudafricano che si allena da qualche anno in Italia con Leonardo Fabbri, con cui condivide l’allenatore Paolo Dal Soglio, raggiunge la prestigiosa finale a 12 nel getto del peso olimpico, realizzando il miglior lancio della sua carriera, 21,25, nel giorno più importante.
Sinceramente dei tre azzurri impegnati, era quello su cui puntavamo meno perché l’atleta, nonostante i grandissimi progressi degli ultimi due anni, si era sempre mostrato un po’ falloso nella sue gare, ma invece Zane ci ha totalmente smentiti e ha fatto meglio sia del suo amico Leonardo Fabbri, che esce con un pur buono 20,80 per la stagione che ha passato, 13esimo lancio assoluto, ed anche del neo italiano Nick Ponzio, campione italiano assoluto di Rovereto, che non va oltre i 20,28.
Le dichiarazioni di Zane: “Incredibile! Ma non è una sorpresa, perché abbiamo lavorato tanto negli ultimi mesi. E per questo devo ringraziare il mio allenatore che mi ha messo nelle condizioni di fare questo risultato e la Federazione che mi ha dato un supporto grandissimo”.
Le dichiarazioni di Leonardo: “Non posso uscire arrabbiato ma neanche felicissimo. Ho fatto la mia gara, è la mia terza misura dell’anno. Ho avuto troppi alti e bassi in questa stagione ma penso di uscire a testa alta”.
Sempre nei lanci, invece, Sara Fantini chiude al dodicesimo posto nella finale del martello con 69,10.
Le dichiarazioni di Sara: “Felice di essere arrivata in finale, era il sogno di una vita: tre lanci comunque buoni, ma che non rispecchiano il mio valore“.
Bene nella sua batteria dei 110 ostacoli Paolo Dal Molin che passa in semifinale con un buon 13″44, mentre viene eliminato Hassane Fofana (13.70/-0.1).
Le sintetiche considerazioni di Paolo: “Per la finale? Il record italiano (13″27) potrebbe bastare”.
Niente da fare invece, nel secondo turno, per Fausto Desalu che pur aveva suscitato ottime impressioni nei 200 metri della mattinata giapponese, ma evidentemente il 20″29 delle batterie lo aveva molto impegnato e, purtroppo, due turni in poche ore sono difficili da gestire, per cui alla fine per lui un tempo di 20″43.
Non bene nemmeno Yeman Crippa, nelle qualificazioni dei 5000 metri, che chiude la sua avventura olimpica con un crono di 13’47″12.
Apparentemente la prima esperienza olimpica di Crippa potrebbe apparire non positiva ma, a nostro avviso, e l’avevamo precisato in fase di presentazione, il campo della concorrenza era veramente di un livello irraggiungibile, almeno per adesso, per cui la valutazione va rapportata a tale dato oggettivo.
L’amaro commento di Yeman: “Quante batoste nella mia prima Olimpiade, spero proprio che il detto ‘quello che non uccide fortifica’ sia vero”.
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